allora. dobbiamo mettere qualche "paletto". innanzitutto dio non parla quasi mai di sé in prima persona, almeno nell' A.T. e ovviamente nella versione approvata dalla CEI. poi la teologia paolina è molto più vicina a quella ebraica che a quella propriamente cristiana, non per nullla parla di sette vasi e platonicamente della bivalenza del bene e del male nell'uomo.
ma senti un po': se io sono un miliardario di 75 anni e so che, essendo privo di discendenti, non avrò eredi legittimi, allora scelgo di dare tutto ciò che ho alla chiesa affinché quest'ultima preghi per me quando non ci sarò più. dove è il problema?
allora. se consideri che fare il bene è come una assicurazione sulla vita "dopo" la morte, allora ci possiamo capire. la chiesa non ha mai obbligato nessuno a fare donazioni, le quali costituiscono una iniziativa dei singoli credenti. insomma sono i cristiani che, nel fare i conti con la propria morale donano quel poco o tanto che hanno alla chiesa, e ciò perché considerano la salvezza della propria anima più "importante" di ciò che riguarda le cose materiali, ciò nella certezza di non potersele portare appresso, le ricchezze accumulate. non so se è chiaro.
non ti preoccupare. ho avuto modo di constatare che è la vita stessa a renderti umile e sottomesso, non solo sottomesso allo stato ma anche a tutte le autorità costituite e c'entra molto la percezione del proprio "fine vita".
si. esatto. nonostante lutero negasse il libero arbitrio non si può negare la facoltà di separare il bene dal male, il che fa parte dell'umana natura.
a me pare abbia rinunciato. l'ho visto in abiti civili.