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Non siamo esenti dalla tentazione.

Daniele amò Dio, lo temette e gli ubbidì. Eppure, lui non fuggì dal mondo, per evitare la sua influenza corruttrice. Nella provvidenza di Dio, egli doveva rimanere nel mondo, ma non far parte del mondo. Con tutte le tentazioni e il fascino della vita di corte, rimase saldo nell’integrità della sua anima, fermo come una roccia nella sua adesione ai principi. Fece di Dio la sua fortezza e Dio non lo dimenticò nel momento di maggior bisogno. Testimonies, vol. 4, pp. 569, 570

Il risultato della fedele istruzione in famiglia.

I genitori di Daniele gli avevano insegnato sin dall’infanzia le abitudini di una stretta temperanza. Gli insegnarono che doveva conformarsi alle leggi della natura in tutte le sue abitudini; che la sua alimentazione avrebbe avuto un’influenza diretta sulla sua natura fisica, mentale e morale, e che era responsabile davanti a Dio dei suoi talenti; perché tutto ciò che aveva ricevuto era un dono di Dio e quindi non avrebbe mai dovuto per nessuna ragione corrompere, rimpicciolire o mutilare quel dono. Come risultato di questo insegnamento, egli esaltava e riveriva la legge del Signore nella sua mente e nel suo cuore. Durante i primi anni della sua prigionia, Daniele passò attraverso un’ordalia che come fine voleva abituarlo alla magnificenza cortigiana, all’ipocrisia e al paganesimo. Una strana scuola veramente, per prepararlo a una vita di sobrietà, laboriosità e fedeltà. E tuttavia visse incontaminato dall’atmosfera di male, che lo circondava.
Il caso di Daniele e dei suoi compagni illustra i benefici che possono derivare da una dieta sobria, e mostra quello che Dio farà per quelli che collaborano con Lui, nella purificazione e nell’elevazione dell’anima. Questi giovani furono un onore per Dio, una luce chiara e brillante alla corte di Babilonia.

La chiamata di Dio per noi.

Dio ci chiama individualmente, invitandoci a raccogliere tutti i raggi preziosi di luce su questo tema della temperanza cristiana. Riguardo le leggi della salute, vogliamo avere una parte nell’eredità eterna. Vogliamo avere un posto nella città di Dio, liberi da ogni impurità. Tutto il cielo osserva la nostra lotta contro le tentazioni. Chi professa il nome di Cristo cammini davanti al mondo, in modo tale che possa insegnare con l’esempio e per precetto i principi della vita futura. Paolo ci esorta dicendo: - Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. Romani 12:1 Christian Temperance and Bible Hygiene, pp. 23,24