avevo precisato: non è la persona che opera come un'autorità, ma le circostanze, i vincoli, che con un partner sono gli stessi di tutti gli altri, con differenze che pesano nella misura in cui si ragiona esclusivamente in una modalità tradizionale standard;
oh, magari per un po' ti piace sentirti bambola gonfiabile e la cosa ha un suo perché; io non ci vedrei nulla di maleE non è questione di considerarlo un vibratore. Per carità.![]()
non mi serve è una cosa concepibile, ma può contemplare dei costi non preventivati:Semplicemente, è un compagno di viaggio. Che magari può incoraggiarmi nel perseguire i miei obiettivi, e anche stare al mio fianco mentre li perseguo. Ma non certo mi serve che tiri fuori miei "talenti nascosti".
capisci bene che questi limiti di "me", assolutamente ordinari e necessari, non possono essere a priori nel radar di un'identità di quello, se lui ragionasse in termini di chiusi di suoi bisogni; un esempio:Per me non è quello che mi porta a desiderare di avere una data persona vicino o meno.
E' la sua capacità di supportarmi, semmai, di stare al mio passo, di percorrere con me un pezzo di strada.
io potrei dire: a questo punto della mia vita vorrei una relazione che non mi ponga problemi; sono moderatamente agiato, libero di fare quello che mi pare, vorrei stare bene così e cosà, senza rotture di coglioni limitanti, e questi sono i miei bisogni; ok ?
poi incontro efua, e ho un'erezione
a quel punto però, quella stance in corsivo mi pone di fronte a un bivio:
a) potrei razionalmente tenermi a distanza o vivere una relazione con efua con l'umore di fondo: però, che du' palle: volevo fare un viaggio in Brasile e questa c'ha la ragazzina che deve andare a scuola, poi al pomeriggio ha danza, la piscina, il pianoforte... non risponde ai miei bisogni; non farebbe una piega; oppure
b) se il mondo dei sentimenti di efua mi prende, per forza quella sua priorità diventa anche la mia e quei limiti non li vivo come un sacrificio, ma non per spirito crocerossino; semplicemente è una parte integrante del tutto e che certamente non avevo preventivato come situazione ideale;
ma questa è la regola della vita, non l'eccezione, e per fortuna, direi;
quando ti dicevo sta cosa del diventare un po' come l'altro me la contestavi come un cedimento, una forma di subalternità;E soprattutto, tendenzialmente cerchiamo chi sappiamo, seppure inconsciamente, che potrebbe soddisfare dei nostri bisogni, perché è così che funziona l'attrazione.
Per dire, io ho questa persona con cui ho una forte attrazione mentale (che dopo che ci siamo rivisti, è diventata anche attrazione fisica). Ma perché mi piace? Se analizzo la cosa dal punto di vista psicologico, perché in come vive lui vedo come vorrei vivere io, vedo uno stile di vita che mi ha sempre affascinato. Lui ha vissuto in diversi Paesi e ama stare all'estero...
ora, a prescindere da questioni affettive idiosincratiche con quella determinata persona, nelle prime pagine del Toerless di Musil è descritto questo pensiero del cadetto di quel collegio militare che ha frequentato pure mio pro-zio Ernst, Maehr-Weisskirchen, cioè lo stile di vita che affascina di cui inizialmente un potenziale partner - o anche amico - è feticcio e iniziatore;
ma lo stesso può avvenire, e avviene ordinariamente anche a livello di sentimenti: mio padre ha completamente perso la memoria, salvo sprazzi che non so bene come organizza; già due anni fa ogni tanto mi confondeva con suo padre, non ricordava nulla della storia di famiglia, o solo parti e persone disconnesse;
qualche giorno fa argomentava che mio fratello - non suo figlio biologico - in fondo non era tenuto a nulla nei suoi confronti;
e io gli ho fatto presente che quello è suo figlio, che lui ha tirato su da quando aveva tre anni: ti ricordi che gli hai insegnato ad andare in bicicletta nel parcheggio di S. Siro, a 300 mt. da casa ? e lì si è accesa la lampadina;
mo', io sono figlio di una storia affettiva così; se incontro efua, l'interazione con la presenza di Maria è qualcosa che verosimilmente posso non aver preventivato, o addirittura escluso, come sopra;
ma quanto davvero mi realizza quell'enunciato dei bisogni come l'avevo esposto ? boh ?! ognuno vedrà per sé come meglio crede; però, vedi pure tu che:
vale quel che vale, ma per me il risultato di questa cosa sta tutto qui:Ovviamente sono meccanismi inconsci, ma una volta che sai come funziona, riesci anche a individuarli su te stesso.
il me stesso che prova determinati sentimenti di fronte a una sfida mi piace di più o di meno di quello che ne prova altri ? mi sono realizzato di più nell'interazione con determinate circostanze, oppure mi sono rattrappito ad una condizione subalterna, di esilio, magari pure in parte gratificante e rispondente ad alcuni bisogni ?
io delle risposte le ho, ma potrebbero essere pure sbagliate, e sono anche troppo intime, e qui vale il passo indietro di Bau, del non nominare invano.







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