
Originariamente Scritto da
axeUgene
opinione tua; infatti:
lo stesso dio, per ebrei e musulmani non si incarna;
continui a mischiare le carte, in un giochino di prestigio per bambini di 8 anni:
quello che descrivi sopra, da come lo descrivi, si atteggia a consiglio, per la felicità ; tipicamente, seguire un consiglio è facoltativo; non mangiare troppa Nutella, ché ingrassi, ti si alza la glicemia in modo eccessivo, ecc... ma poi fai come ti pare, perché non è che ingrassa qualcun altro;
il precetto/Legge sull'ottemperanza della quale si basa un giudizio, implica - al contrario - la rilevanza delle tue azioni per gli altri; vieni giudicato se arrechi danno ad altrui, no ? non certo se mangi troppa Nutella;
ma formulare o sostenere una legge implica esprimere un sistema di valori e dimostrare il danno pubblico; se tu tradisci tua moglie, io non ne ho alcun danno e, pertanto, per la legge, ma anche per il buon senso comune, nessun diritto di giudicarti; non è un fatto di ordine pubblico, come quelli che originano le leggi;
ora, siccome è difficile, se non scabroso, argomentare certe cose, con questa retorica ti illudi di travestire da amore quella che è - semmai - una necessità di ordine/giustizia, che andrebbe argomentata diversamente;
il giudizio, per definizione, implica un rapporto di potere/soggezione/castigo in caso di inadempienza, e in nessun caso può rappresentare una circostanza di amore, che deve necessariamente essere l'opposto del potere e della soggezione;
tutto quello che è "legge", per definizione regola dei conflitti e implica una presa di posizione su quelli, dove una volontà soccombe all'altra, e questo è esattamente ciò che accade;
se io non ti ho pagato per un lavoro, il giudice non mi consiglia di essere gentile con te e pagare, ché così sarò più felice; mi impone di pagare il dovuto;
quando tu dici: saremo giudicati ti poni in un contesto del genere, in cui le azioni sono remunerate da un giudice terzo, in questo caso Dio; ma qui l'amore non c'entra nulla...