leggi bene:
ho scritto che hai superato alcune cose di quel modello, ma non è che hai fatto coppia aperta e vissuto tipo comune freak danese anni '70la tua relazione è stata di tipo ordinario, due che convivono, si intendono fedeli, solidali, ecc...
ecco, forse non lo vedi, ma qui esponi una valutazione che contiene lo schema ingannevole:Ma se le cose vanno male, uno dei due si comporta male, manca di rispetto all'altro, lo piglia per il culo, ecc, ecc, ovvio che parli di fallimento.
le cose non vanno male a partire da una cosa in cui vanno bene, e così da un giorno all'altro una persona manca di rispetto, ecc...
il più delle volte certe evoluzioni sono inscritte sin dall'inizio; le due persone lo percepiscono a nervi, ma ovviamente ci sono dentro mani e piedi e difficilmente sono in grado di governare il tutto; ma da fuori si vede bene; ti faccio l'esempio dei miei due amici storici, L. e A. miei compagni di classe dal liceo, A. dalle medie:
si sono messi insieme a 16 anni; A. faceva parte della bandaccia di strada dei miei amici, sfaccendati sognatori, sempre rimandati, inconcludenti, zingari;
come sempre, lui, alla prima esperienza, non particolarmente avvenente, si è molto attaccato a L.
Lei lo ha individuato come un ragazzo da promuovere mediante una manipolazione "buona", alla quale è stata istruita; oculata amministrazione del sesso, istradamento allo studio, requisizione della persona![]()
come puoi immaginare certamente, la bandaccia infierisce sul succubo, come sempre: eh... ora stai al guinzaglio, ecc...
quelli hanno stipulato un patto: lei lo manipola e lo costruisce, a tiepido; lui lo sa, ma gli torna comodo; per motivi che non ti sto a dire, due giovani adulti, impegnati;
solo che da quasi subito anche il più zappa della banda osserva che in questa relazione entrambi rimuovono quella dimensione di esplorazione del mondo che vivevamo noi, e che soprattutto ad A. mancavano per sottrazione; e infatti già questo inquadramento cominciava a produrre delle tensioni tra i due;
con gli anni, la manipolazione buona è riuscita: lui è diventato un professionista molto affermato grazie al frustino di lei, e il rullo compressore dello status di famiglia è andato avanti, nonostante la tensione; hanno fatto 3 figlie, ma nel frattempo quella tensione è diventata terrificante e sono stati più volte sul punto di separarsi;
io ero il miglior amico e confidente di entrambi, per decenni tutte le vacanze insieme, ecc... forse puoi immaginare come mi sentivo: da un lato una coppia così è un'istituzione e vorresti restassero insieme tutta la vita, felici e contenti; dall'altro mi rendevo conto che io non avrei retto a un decimo di quella tensione e rinunce; ma certo non mi sarei mai permesso di dir loro: lasciatevi ! che ne so io ?
però, la realtà è che la ragazza ambiziosa e sgobbona ha tirato su il brillante professionista, che prima era insicuro; quel patto tiepido però ha rimosso tutte quelle esperienze di formazione, come lo stupore di essere desiderati al netto di quell'impegno, e questa roba generava un continuo rancore - palese - sepre meno sopportabile man mano che cambiavano i rapporti di potere;
una volta raggiunto un successo e una visibilità professionale, lui - una bravissima persona, onesta e leale, sia chiaro - si è trovato a contatto con mille opportunità di essere sedotto e sedurre, fare ad un discreto livello quelle esperienze che normalmente si fanno tra i 20 e i 30; e rinunciare a sentirsi desiderato e basta, non provare mai nella vita questa cosa gli generava un rancore profondo nei confronti di lei, col pensiero di essere stato uno strumento al guinzaglio: mi hai scelto perché ero uno sfigato controllabile e manipolabile che si prestava al tuo progetto;
lei, compiuta la sua missione di brava ragazza oculata e ambiziosa, ha avvertito a sua volta questa evoluzione come ingratitudine e assistito alla perdita di quel potere su di lui, mentre questa china nevrotica andava sempre peggiorando e anche lei si sentiva monca di quella romance che non si è mai concessa, o che entrambi si sono concessi a metà, in modo squinternato e con reciproco rancore;
com'è finita ?
per me, loro e le bambine sono una specie di famiglia; considera che io per indole amo molto i bambini e sono l'opposto di quei single o accoppiati senza figli che soffrono le limitazioni della circostanza, per cui sono sempre stato in mezzo e l'affetto è ancora grandissimo; solo che non li posso più frequentare, da una dozzina d'anni; perché ?
perché ad un certo punto, dopo alcune mie storie ordinarie e tollerate, ne ho avuta una che era uno schiaffo palese alla loro condizione e quindi sono diventato un elemento perturbatore, senza che loro, poveretti, me lo abbiano fatto pesare intenzionalmente;
nel frattempo, però, i due hanno preso pure una piega per me assurda, di neo-conservazione, perché questa nevrosi li ha incattiviti e resi paurosi di tutto, e hanno preso a frequentare coppie con la stessa nevrosi, con le quali rassicurarsi;
io non posso giudicare e - Cono sarà contento - in sostanza prego per loro e sarà come Iddio vuole
però, tutta sta storia l'ho raccontata perché dal primo minuto si sapeva come sarebbe andata, almeno come probabilità; non sono cambiati e la cosa è andata male - o bene, a seconda dei punti di vista; non è che hanno iniziato improvvisamente a comportarsi male;
hanno vissuto in quel modo perché il loro incontro conteneva quel percorso sin dall'inizio; saranno contenti, felici, moderatamente infelici, appagati ? che ne so io ? li ho sempre sostenuti col tatto che mi era possibile e con una propensione a conservare smussare, mediare, tacere - e mi è stato rimproverato pure questoma non gliene voglio; ho fatto benissimo;
però, la verità è che io difficilmente sarei stato capace di reggere in quella situazione, perché sono troppo abituato a valutare la realtà sulla base di marcatori oggettivi; non si tratta di perdonare o non perdonare; per dire, io sul tradimento sessuale, benché non mi faccia piacere, sono piuttosto indulgente; e, a dire la verità, me ne fotto abbastanza pure del rispetto, perché ci sta che in un rapporto davvero di intimità ad un certo punto si rompano gli argini senza che necessariamente venga meno il motivo di stare insieme;
quello che davvero per me segna un punto di non ristorno è la consapevolezza che i sentimenti che suscita in me una certa relazione non sono più "belli", non mi rendono orgoglioso di quello che sto facendo, sono al ribasso; per essere concreti, posso essere indulgente sulle corna o su certe cattiverie che sono comunque relazione, ma non sull'esclusione emotiva; se io faccio una cosa bella, un progetto, un viaggio un'esperienza mentale, coinvolgo sempre, includo, anche se sono in crisi;
se mi rendo fattualmente conto che l'altro pensa escludendomi, o che io faccio altrettanto, per me non c'è niente da riparare; proprio non ci riesco perché ho introiettato quello status di allontanamento.







la tua relazione è stata di tipo ordinario, due che convivono, si intendono fedeli, solidali, ecc...
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