Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
Ok dall'articolo credo di capire che la produzione di armi in Europa è dominata da Francia, Germania, Italia e Regno Unito e che hanno un ruolo centrale nelle strategie di sicurezza.
E che secondo dati statistici noi ne produciamo di meno di Francia, Germania e Regno Unito.
I dati parlano di cifre come miliardi che verranno raggiunti entro il 2025, e percentuali di pil, ma da ignorante in materia io non sono in grado di giudicare se siano cifre sufficienti, minime, massime o extra-large .
Te hai le competenze per giudicare come già raggiunto il minimo e suppongo sufficienti per raggiungere l'obiettivo strategico di sicurezza?
Buon per te io non lavoro al ministero della difesa, non lavoro nella politica e lascio fare a chi ne ha le competenze.
Come vuoi: potremmo far concludere Roberto Benigni se sei d'accordo:

L'Europa unita come unica utopia ragionevole", "la più grande istituzione degli ultimi 5000 anni realizzata sul pianeta Terra dall'essere umano, un progetto, un ideale, una speranza, una sfida, un sogno", figlio del coraggio e della lungimiranza di "tre uomini, tre eroi, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni", riuniti "sulla piccola isola di Ventotene". "Un sogno economico e politico, di unione e di pace, l'esperimento democratico più emozionante". Roberto Benigni torna su Rai1 con Il Sogno e leva il suo inno all'Europa e alla pace, a poche ore dall'attacco della premier Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene e alla vigilia del Consiglio europeo sul piano di riarmo.

"Siamo senza rete, in diretta su Rai1, in diretta anche su Radio2, su Raiplay, in Eurovisione: ma questo è un colpo di Stato, siamo dappertutto, anche sul forno a microonde se lo accendete!", scherza Benigni aprendo la serata, dagli Studios di via Tiburtina a Roma. "Saluto il presidente della Repubblica, so che ci sta guardando. E come non salutare Sua Santità papa Francesco, che guarisca presto. Ieri ha detto una frase che mi ha commosso, bisogna disarmare le parole per disarmare le menti e la terra".

In un momento in cui "i potenti del mondo sono tutti personcine tranquille, perbene, sagge equilibrate e al pensiero che gli armamenti e le bombe atomiche sono nelle loro mani si va a dormire tranquilli", e "a Putin piace proprio l'Europa, ci vuole entrare a modo suo, bussa con i carrarmati", per Benigni "c'è da essere orgogliosi di essere europei: l'Europa è il continente più piccolo del mondo che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni, ha trasformato il pianeta, da tremila anni è la fucina dove sono stati forgiati alcuni fra i più grandi pensieri dell'umanità", "un patrimonio comune, un tesoro immenso in tutti i campi". L'Europa, insiste il premio Oscar citando De Gasperi, "il più grande Presidente del consiglio che abbiamo avuto", "non è una cosa fredda che sta a Bruxelles o a Strasburgo, è una cosa calda, vicina, piena di passione e amore.
Non a caso il suo inno è L'Inno alla gioia di Beethoven".

Da "europeista estremista", convinto che il nazionalismo sia "il carburante di tutte le guerre", "una fede integralista, un'ossessione per la nazione al di sopra di tutto, anche di Dio, una malattia che si maschera da patriottismo", il premio Oscar sottolinea che "la pagina più commovente ed entusiasmante" di questo cammino federale è stata scritta proprio in Italia, "in una piccola isola del Tirreno che si chiama Ventotene. Mentre tutto intorno c'erano rovine, morti, cadaveri, nel 1941, su questo scoglio, tre uomini, tre eroi, Spinelli, Rossi e Colorni, ebbero un lampo, un'idea, di cambiare tutto, girare pagina: l'idea dell'unità europea. Pensavano al nostro futuro, con un documento che era un sogno ma anche di una concretezza e di una profondità straordinaria".

Racconta così la storia del Manifesto di Ventotene, "una sorta di favola", scritta da uomini che "non guardavano alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni". Un testo che "contiene alcune idee superate, legate a quel periodo storico ma questo non toglie la sua grandezza, "perché l'idea centrale è ancora attualissima", fondata sulla "giustizia sociale che non lascia indietro nessuno".

Benigni: 'La guerra finirà per sempre, è inevitabile'

"Il sogno della pace universale è fattibile? Io vi dico sì, senza esitazione, anzi è inevitabile: la guerra finirà per sempre, non c'è alternativa, non può che finire così", sottolinea Roberto Benigni nelle battute finali del suo spettacolo, Il Sogno, su Rai1. "Dobbiamo fare un ultimo passo tutti insieme e dire agli altri: siete fratelli", conclude commosso, tra gli applausi del pubblico.
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