Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
differenzia nettamente le caratteristiche dei due sistemi cognitivi (magico/religioso vs laico/razionale) utilizzati per interpretare la medesima esperienza umana, ma con risultati decisamente difformi.
ecco, io non vedo nel pensiero religioso il tratto magico;
c'è in molte manifestazioni della religiosità popolare, "bassa"; ma si tratta di un folklore retaggio del paganesimo;

in realtà, le religioni testamentarie sono impianti ideologici fatalmente coesistenti con l'aristotelismo, che è una condizione necessaria; quando lo respingono, si tratta di una superfetazione, di seconda mano; in effetti, una resa; alla fine, ha "confessato" persino il finissimo Ratzinger: "non si possono leggere le Scritture come un teorema !"

che vuol dire ? è l'allineamento al neo-platonismo dei luterani, lo sganciamento dal millenario tentativo di agganciare il trascendente all'immanente per via razionale;
ma questo è il contrario del pensiero magico, che invece parte dal sensibile;

alla fine, si riconosce che tutte le morali si equivalgono in termini di arbitrarietà; la differenza è che i religiosi - è in questo l'accodamento alla teologia luterana - rimandano all'azione divina sulla coscienza, da cui il primato - mentre i laici affermano tout-court; nell'arbitrio qualunque raziocinio è annullato, e tutto si azzera;

l'eventualità che nelle devozioni compaiano tratti di pensiero magico è solo una curiosità incidentale, un arredamento, non una fede;
la fede/affidamento è nella circostanza che altri tengano come sacri i propri valori, sulla base di un sentimento.