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Discussione: Religione: storia di potere, non di verità

  1. #31
    Opinionista L'avatar di Adalberto
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    cerco di essere schematico e conciso, perché siamo sui "brevi cenni sull'universo":

    a) il sacro non è monopolio delle religioni, di qualsiasi tipo, le quali sono un interfaccia narrativo e simbolico di funzioni che si determinano anche senza religioni istituzionali; es: il principio di uguaglianza è un valore assoluto e arbitrario come quelli religiosi, altrettanto sacralizzato, sebbene con liturgie negative o molto sobrie;

    b) la religione in età moderna è un sistema mediato di emulazione della fede arcaica, poiché coesiste al sapere, come dato diffuso;

    c) alla base, ogni norma/assoluto espleta quella funzione poco apparente di organizzare il desiderio in modo da renderlo moralmente agibile, dove la materialità fornisce altri vincoli;

    d) la sacralizzazione, perciò, è un percorso che crea un corpo integrato di significanti. - regole, immagini, narrazioni, mitologia - che vengono assunti nell'identità individuale e collettiva e consentono una modulazione molto sofisticata delle azioni anche più complesse o onerose; il martire o l'eroe possono essere tali solo previo un potente apparato ideologico e mitopoietico, una sacralizzazione del valore per cui ci si immola;

    ma, a minor livello di intensità, il sistema precettizio connesso al sacro, consente l'elaborazione di un'identità desiderante agibile; un esempio:

    in un contesto di sacralizzazione del matrimonio, l'identità dell'adultero e sottoposta a un gravame che comprime quell'esperienza; in un contesto di sacralizzazione dell'amore romantico, la stessa esperienza è moralmente "autorizzata", magari come più autentica, etica in qualche modo, e si può agire anche a fronte d3lle remore residuali del contesto precedente e ordinariamente compresente;

    in questo, il sacro istituzionalizza delle solidarietà tra chi lo condivide, cioè puntella l'identità della persona come "lecita" in quel desiderio agito entro quell'insieme specificato; la persona di estrazione cattolica che ha elaborato un sacro animalista incontra una sensibilità diffusa che gli consente di organizzare un pensiero quando la sua chiesa di origine la censura per quella sovversione di valori;

    questo processo di rafforzamento identitario sotto pressione si può compiere nella percezione che molti altri "credono" allo stesso modo e creano una rete di fede/affidamento nell'affine identità altrui; tutte le comunità hanno codici sacralizzati, quanto più sono sotto pressione; persino i mafiosi, e spesso fino a sacrifici estremi, perché la perdita dell'identità che consegue all'apostasia può essere avvertita come peggiore della morte stessa.
    All’inizio di questo post RDC ricorda che “ la religione diventa un linguaggio del potere…. Le religioni sono sistemi di senso.”
    Un potere di significati tuttora saldamente radicati anche nel profondo di quelle che comunemente vengono considerate come aree profane del nostro quotidiano: la banconota del dollaro (in god we trust), i giuramenti nei tribunali americati sulla bibbia (non obbligatori ma comunque ampiamente praticati), le costituzioni di diversi paesi europei con riferimenti alla divinità (Svizzera, Irlanda, Germania, Grecia e numerosi altri, anche l’Ungheria dal 2011), il crocefisso nelle scuole ecc.

    Il potere della parola.
    Malgrado il crescente declino religioso all’interno della società occidentale, il pensiero laico non è riuscito a trovare una parola diversa da “sacralizzazione” per esprimere i concetti profani che descrivi.
    Se trovo comprensibile che all’inizio dell’illuminismo la dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789 li definisse “sacri” (attingendo parola e significato ad un armamentario che paradossalmente tendeva a superare), sono un po’ stupito dal fatto che tuttora il pensiero laico non abbia ancora saputo emanciparsi, trovando una parola diversa per rendere l’dea di ciò che tu descrivi. Forse esiste nel linguaggio colto, non ho idea, ma sicuramente non la sento nel linguaggio comune.
    Intendo dire che continuando a riproporre la radice “sacer” con lo scopo di esprimere la formazione di miti non religiosi, si ottiene solo che il confine fra sacro (religioso) e sacralizzato (laico) possa risultare sempre sfumato, al punto da smarrire il senso della differenza fra i due sistemi di interpretazione della realtà. Realtà unica, per come viene contesa dai due schieramenti che rivendicano l’autenticità della propria, in quanto ciascuno vive immerso nella sua e di conseguenza non riesce a comprendere nemmeno un po’ come si vive nell’altra.

    Certamente i processi mentali innescati dalla produzione dei miti in entrambi i casi sono simili, perche sempre umani siamo nelle nostre espressioni e proiezioni di significati.
    Ma quel confine che da un lato può apparire permeabile come un limes, dall’altro lo vedo invece solcato da un ampio gap di senso, che, a mio avviso, differenzia nettamente le caratteristiche dei due sistemi cognitivi (magico/religioso vs laico/razionale) utilizzati per interpretare la medesima esperienza umana, ma con risultati decisamente difformi.
    Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
    ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
    (Fosco Maraini)

  2. #32
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    ma perché si dovrebbe trovare un nome diverso ?
    tra l'altro, i costituenti dell'89 parlavano proprio di religione civile, e i successivi nazionalismi si sono atteggiati a religioni, con le loro liturgie e, soprattutto, con l'istruzione, senza la quale non esiste un "popolo" e una nazione, visto che I relativi miti restano non intellegibili;

    sul piano funzionale, sacro è ciò che connota quanto dovuto come morale assoluta, e vale anche per le società secolarizzate.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #33
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    Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
    differenzia nettamente le caratteristiche dei due sistemi cognitivi (magico/religioso vs laico/razionale) utilizzati per interpretare la medesima esperienza umana, ma con risultati decisamente difformi.
    ecco, io non vedo nel pensiero religioso il tratto magico;
    c'è in molte manifestazioni della religiosità popolare, "bassa"; ma si tratta di un folklore retaggio del paganesimo;

    in realtà, le religioni testamentarie sono impianti ideologici fatalmente coesistenti con l'aristotelismo, che è una condizione necessaria; quando lo respingono, si tratta di una superfetazione, di seconda mano; in effetti, una resa; alla fine, ha "confessato" persino il finissimo Ratzinger: "non si possono leggere le Scritture come un teorema !"

    che vuol dire ? è l'allineamento al neo-platonismo dei luterani, lo sganciamento dal millenario tentativo di agganciare il trascendente all'immanente per via razionale;
    ma questo è il contrario del pensiero magico, che invece parte dal sensibile;

    alla fine, si riconosce che tutte le morali si equivalgono in termini di arbitrarietà; la differenza è che i religiosi - è in questo l'accodamento alla teologia luterana - rimandano all'azione divina sulla coscienza, da cui il primato - mentre i laici affermano tout-court; nell'arbitrio qualunque raziocinio è annullato, e tutto si azzera;

    l'eventualità che nelle devozioni compaiano tratti di pensiero magico è solo una curiosità incidentale, un arredamento, non una fede;
    la fede/affidamento è nella circostanza che altri tengano come sacri i propri valori, sulla base di un sentimento.
    c'� del lardo in Garfagnana

  4. #34
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Questa è l'interpretazione che gli dai tu.
    Abbiamo un disperato (e inconfessato) bisogno di Dio, Lady. Di Sacro, di Trascendente. In realtà i miliardi di persone non stavano solo osservando un nuovo Papa o la maestà di Piazza San Pietro o quel comignolo coi gabbiani: ma cose molto più alte! Per una volta si sono fermate a chiedersi "Siamo soli o Dio c'è?"
    "Siamo frutto del caso o di un Disegno d'amore?"
    "La vita ha un senso profondo o è un assurdo?"
    amate i vostri nemici

  5. #35
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
    All’inizio di questo post RDC ricorda che “ la religione diventa un linguaggio del potere…. Le religioni sono sistemi di senso.”
    Un potere di significati tuttora saldamente radicati anche nel profondo di quelle che comunemente vengono considerate come aree profane del nostro quotidiano: la banconota del dollaro (in god we trust), i giuramenti nei tribunali americati sulla bibbia (non obbligatori ma comunque ampiamente praticati), le costituzioni di diversi paesi europei con riferimenti alla divinità (Svizzera, Irlanda, Germania, Grecia e numerosi altri, anche l’Ungheria dal 2011), il crocefisso nelle scuole ecc.

    Il potere della parola.
    Malgrado il crescente declino religioso all’interno della società occidentale, il pensiero laico non è riuscito a trovare una parola diversa da “sacralizzazione” per esprimere i concetti profani che descrivi.
    Se trovo comprensibile che all’inizio dell’illuminismo la dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789 li definisse “sacri” (attingendo parola e significato ad un armamentario che paradossalmente tendeva a superare), sono un po’ stupito dal fatto che tuttora il pensiero laico non abbia ancora saputo emanciparsi, trovando una parola diversa per rendere l’dea di ciò che tu descrivi. Forse esiste nel linguaggio colto, non ho idea, ma sicuramente non la sento nel linguaggio comune.
    Intendo dire che continuando a riproporre la radice “sacer” con lo scopo di esprimere la formazione di miti non religiosi, si ottiene solo che il confine fra sacro (religioso) e sacralizzato (laico) possa risultare sempre sfumato, al punto da smarrire il senso della differenza fra i due sistemi di interpretazione della realtà. Realtà unica, per come viene contesa dai due schieramenti che rivendicano l’autenticità della propria, in quanto ciascuno vive immerso nella sua e di conseguenza non riesce a comprendere nemmeno un po’ come si vive nell’altra.

    Certamente i processi mentali innescati dalla produzione dei miti in entrambi i casi sono simili, perche sempre umani siamo nelle nostre espressioni e proiezioni di significati.
    Ma quel confine che da un lato può apparire permeabile come un limes, dall’altro lo vedo invece solcato da un ampio gap di senso, che, a mio avviso, differenzia nettamente le caratteristiche dei due sistemi cognitivi (magico/religioso vs laico/razionale) utilizzati per interpretare la medesima esperienza umana, ma con risultati decisamente difformi.
    Adalberto ciao! Non esiste ateo, agnostico, miscredente che non si faccia comunque le domande ultime: quando se le fa, diventa in qualche modo religioso....

    "È sentire che dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c'è qualcosa che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso. Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso."

    Albert Einstein
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  6. #36
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Abbiamo un disperato (e inconfessato) bisogno di Dio, Lady. Di Sacro, di Trascendente. In realtà i miliardi di persone non stavano solo osservando un nuovo Papa o la maestà di Piazza San Pietro o quel comignolo coi gabbiani: ma cose molto più alte! Per una volta si sono fermate a chiedersi "Siamo soli o Dio c'è?"
    "Siamo frutto del caso o di un Disegno d'amore?"
    "La vita ha un senso profondo o è un assurdo?"
    Non ho mai avuto il dubbio che TU abbia un DISPERATO bisogno di Dio
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  7. #37
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    Più che altro Cono per dire questo, deve aver letto nella mente di milioni e miliardi di persone durante l'evento per sapere cosa si stavano domandando. Che sia in realtà un X-Man come il Prof. Xavier?
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  8. #38
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ecco, io non vedo nel pensiero religioso il tratto magico;
    c'è in molte manifestazioni della religiosità popolare, "bassa"; ma si tratta di un folklore retaggio del paganesimo;

    in realtà, le religioni testamentarie sono impianti ideologici fatalmente coesistenti con l'aristotelismo, che è una condizione necessaria; quando lo respingono, si tratta di una superfetazione, di seconda mano; in effetti, una resa; alla fine, ha "confessato" persino il finissimo Ratzinger: "non si possono leggere le Scritture come un teorema !"

    che vuol dire ? è l'allineamento al neo-platonismo dei luterani, lo sganciamento dal millenario tentativo di agganciare il trascendente all'immanente per via razionale;
    ma questo è il contrario del pensiero magico, che invece parte dal sensibile;

    alla fine, si riconosce che tutte le morali si equivalgono in termini di arbitrarietà; la differenza è che i religiosi - è in questo l'accodamento alla teologia luterana - rimandano all'azione divina sulla coscienza, da cui il primato - mentre i laici affermano tout-court; nell'arbitrio qualunque raziocinio è annullato, e tutto si azzera;

    l'eventualità che nelle devozioni compaiano tratti di pensiero magico è solo una curiosità incidentale, un arredamento, non una fede;
    la fede/affidamento è nella circostanza che altri tengano come sacri i propri valori, sulla base di un sentimento.
    La prendo un po’ larga per non apparire gratuitamente irrispettoso verso il mio amico Cono e chi come lui vive sentimenti religiosi.

    L’omeopatia si basa su un principio di magia simpatica: il contatto con la sostanza diluita all’ennesima potenza produce effetti positivi sulla salute del paziente. Che si tratti di effetto placebo o meno, la soluzione offre risultati a milioni di persone che praticano questa medicina. In un passato remoto anch’io l’ho sperimentata per qualche anno. Poi osservando meglio come mi visitavano diversi medici… No comment.
    Sintetizzando: il sistema di pensiero magico sviluppa una sua logica simbolica (o pre-logica) attraverso la quale un oggetto (la goccia omeopatica) è stato “dinamizzato” e quindi caricato di un qualcosa che agisce per contatto con il corpo del paziente gli renderà equilibrio, salute ecc. ecc. ecc..

    Analogamente l’ostia consacrata assorbita dal corpo del fedele produrrà tutti i benefici spirituali promessi. Onestamente , vedo che genera comuqnue un qualche reale benessere psicofisico in molte persone. Come qualsiasi ritualità religiosa, di qualsiasi genere intendo.

    Nella logica razionale 1 è uno e 3 è tre. Il pensiero magico crea invece identità di senso , cosicchè la divinità può essere uno e tre insieme. Non ho idea se tale concetto sia di origine induista, buddista o che altro. Certo è che gli indoeuropei si erano davvero strutturate in tre classi sociali: chissamai se la cosa abbia influenzato gli schemi cognitivi mediterranei durante le molteplici invasioni dal V millennio aC in poi.
    Sulla resurrezione dei corpi si possono fare ulteriori discorsi ma annoierei.
    E’ chiaro che i fenomeni culturali si stratificano nei millenni e si contaminano fra loro , per cui la purezza (quella ideologica in particolare) è solo una sciocchezza.
    Il mio “stupore” nell’evidenziare l’utilizzo della parola sacralizzare per indicare un fenomeno profano voleva solo evidenziare il paradosso di ritrovare nella nostra quotidianeità moderna e laica tutta una serie di sedimenti cognitivi arcaici.
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    (Fosco Maraini)

  9. #39
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Adalberto ciao! Non esiste ateo, agnostico, miscredente che non si faccia comunque le domande ultime: quando se le fa, diventa in qualche modo religioso....

    "È sentire che dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c'è qualcosa che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso. Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso."

    Albert Einstein
    Ciao Cono, mi sei simpatico perché sei un vero militante. Nulla ti ferma.
    Einstein è un genio, ma io sono solo uno stupido che appena si sente stringere in un legame =religo ( non solo religioso ma anche civile), desidera scioglierlo e riacquistare spazio e libertà.
    Sono forse anche un profeta se intuisco che stai per dirmi che... la libertà è la mia religione?
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    (Fosco Maraini)

  10. #40
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    Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
    Il mio “stupore” nell’evidenziare l’utilizzo della parola sacralizzare per indicare un fenomeno profano voleva solo evidenziare il paradosso di ritrovare nella nostra quotidianeità moderna e laica tutta una serie di sedimenti cognitivi arcaici.
    forse il procedimento logico è viziato dall'uniformare nel tempo e nella sostanza oggetti diversi, e l'effetto è quello di scambiare per psicosi quella che è una nevrosi; ci torno dopo;

    le liturgie e i culti accessori possono nella forma essere accostati al pensiero magico; ma, appunto, se di pensiero si tratta, la soggettività del pensante rileva; quelli che descrivi sono gli epifenomeni tradizionalmente frequenti nei culti, ma non essenziali, sine qua non;

    visto che evochi la Trinità, stiamo parlando di un culto che postula la resurrezione e che chiede la "fede" in questa;
    la fede, per definizione, è nell'inverosimile, mentre la magia fa leva sulla verosimiglianza suggerita a chi ignori la realtà dei fenomeni;

    mo', l'esperienza indiretta della morte è tale - da diverse migliaia di anni - da suggerire scetticismo sul postulato della resurrezione; col che, l'atteggiamento del credente non è quello dello psicotico, il quale crede davvero che l'asino voli, ma del nevrotico che racconti la sua visione, sapendola irreale, per una mediazione;

    il connotato del sacro non è l'epifenomeno magico, ma il valore assoluto, indipendente da qualsiasi utilità, al punto di suggerire l'abnegazione totale, il martirio, ecc... il laico suolo patrio è "sacro", come il sangue della nazione o il vessillo; ma anche l'onore mafioso, e persino quello degli ultras delle curve;

    peraltro, non sarebbe affatto difficile immaginare una fede religiosa del tutto depurata da qualsiasi epifenomeno magico; i cristiani riformati ci sono andati molto vicini sotto il profilo formale - permane solo una specie di dogma trinitario, che dogma non è nemmeno, a ben vedere - e già ci sono in pieno, nella sostanza; non foss'altro perché contemplano una divinità che non remunera, quindi, sostanzialmente non giudica; questa cosa, noi controriformati abbiamo estrema difficoltà a xapirla;

    pertanto, non vedo improprietà nell'uso del termine che ti pare promiscuo; forse i forestali in divisa dei CC dovrebbero suscitare maggiori perplessità
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #41
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    - La religione nasce dove nasce l’ignoranza..... -


    Condivido "tutto" quanto da te postato.
    Solo una domanda.. è farina del tuo sacco o hai riportato una sintesi di un autore che tratta la storia delle religioni (come, per esempio, P. Puckov e/o Mircea Eliade) ?

  12. #42
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    forse il procedimento logico è viziato dall'uniformare nel tempo e nella sostanza oggetti diversi, e l'effetto è quello di scambiare per psicosi quella che è una nevrosi; ci torno dopo;

    le liturgie e i culti accessori possono nella forma essere accostati al pensiero magico; ma, appunto, se di pensiero si tratta, la soggettività del pensante rileva; quelli che descrivi sono gli epifenomeni tradizionalmente frequenti nei culti, ma non essenziali, sine qua non;

    visto che evochi la Trinità, stiamo parlando di un culto che postula la resurrezione e che chiede la "fede" in questa;
    la fede, per definizione, è nell'inverosimile, mentre la magia fa leva sulla verosimiglianza suggerita a chi ignori la realtà dei fenomeni;

    mo', l'esperienza indiretta della morte è tale - da diverse migliaia di anni - da suggerire scetticismo sul postulato della resurrezione; col che, l'atteggiamento del credente non è quello dello psicotico, il quale crede davvero che l'asino voli, ma del nevrotico che racconti la sua visione, sapendola irreale, per una mediazione;

    il connotato del sacro non è l'epifenomeno magico, ma il valore assoluto, indipendente da qualsiasi utilità, al punto di suggerire l'abnegazione totale, il martirio, ecc... il laico suolo patrio è "sacro", come il sangue della nazione o il vessillo; ma anche l'onore mafioso, e persino quello degli ultras delle curve;

    peraltro, non sarebbe affatto difficile immaginare una fede religiosa del tutto depurata da qualsiasi epifenomeno magico; i cristiani riformati ci sono andati molto vicini sotto il profilo formale - permane solo una specie di dogma trinitario, che dogma non è nemmeno, a ben vedere - e già ci sono in pieno, nella sostanza; non foss'altro perché contemplano una divinità che non remunera, quindi, sostanzialmente non giudica; questa cosa, noi controriformati abbiamo estrema difficoltà a xapirla;

    pertanto, non vedo improprietà nell'uso del termine che ti pare promiscuo; forse i forestali in divisa dei CC dovrebbero suscitare maggiori perplessità
    Nella religione di casa nostra, si mangia ancora la divinità e non direi che si tratti di qualcosa di poco essenziale visto che è uno dei pilastri che reggono tutto il carrozzone. Prendiamo poi il diavolo. Abbiamo qui l'esempio di un essere sovrannaturale che riveste ancora oggi il compito di influenzarci, tentarci, farci del male, al pari di altri demoni, spiriti, spiritelli e fantasmi che interverrebbero nella realtà nei confronti delle persone.

    Il mondo della magia e della superstizione poi è abbastanza vario nelle credenze, non credo si possa parlare solo di verosimiglianza.
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  13. #43
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Nella religione di casa nostra, si mangia ancora la divinità e non direi che si tratti di qualcosa di poco essenziale visto che è uno dei pilastri che reggono tutto il carrozzone. Prendiamo poi il diavolo. Abbiamo qui l'esempio di un essere sovrannaturale che riveste ancora oggi il compito di influenzarci, tentarci, farci del male, al pari di altri demoni, spiriti, spiritelli e fantasmi che interverrebbero nella realtà nei confronti delle persone.

    Il mondo della magia e della superstizione poi è abbastanza vario nelle credenze, non credo si possa parlare solo di verosimiglianza.
    beh, comprensibilmente, da figlia della parrocchia sei stata tenuta all'oscuro di certe cose
    le confessioni rifirmate sono cristiane - riconosciute come tali pure a Roma - ma non hanno eucarestia, né messa, a parte un pro-forma anglicano;

    la magia spiega come provocati intenzionalmente fenomeni osservabili, oppure promette o millanta cose di cui il credulone ha esperienza diretta o indiretta, ma che ordinariamente accadono: se farai questo, guarirai, o la persona amata tornerà da te, il rivale avrà guai, ecc...

    ma per credere alla resurrezione ci vuole fede, cioè qualcosa di molto mediato, di seconda o terza mano sul piano dell'elaborazione; perché la resurrezione, al contrario degli oggetti magici, non fa parte dell'esperienza.
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  14. #44
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    Non è solo la formuletta magica o fai questa azione e si produrrà l'effetto tal dei tali. C'è anche una parte che riguarda il sovrannaturale come forze, spiriti, morti, divinazione, compreso l'intento, certo, di provocare fenomeni e ottenere qualcosa per sè o per altri oppure contro dagli esseri sovrannaturali o dai morti. C'è un mondo vario sulla magia e la superstizione, mi sbilancio a direi pure fede, che non sarà tale e quale a quella del tipo della religione cristiana, per fare sempre riferimento a quello che stiamo prendendo ad esempio e messa in contrapposizione, ma pur sempre un affidamento, un credere che certe cose esistano ed avvengano, compresa l'autorità e la conoscenza di chi faceva da tramite, il mago, lo sciamano, il medium e così via.
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  15. #45
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    - Questi giorni hanno mostrato come anche in una società scristianizzata c’è sete di trascendenza...


    Ne sie proprio convinto _ oppure si è trattati di mera .... di "curiosità" ?

    Era a Londra proprio nel periodo in cui era mancata la regina Elisabetta. Le varie TV non cessavano di trasmettere le biografie delle regina.. e ancora, ancora...

    Il clima della capitale era "pesante".. al pari di quando si "spegne" un re - presidente e/o un papa...
    Quando ci fu l' incoronazione dell' attuale re _ ovvio il clima era festoso. Una fiumana di gente (non solo inglesi.. ma anche altri di Paesi diversi) era nelle piazze e nelle vie vicino alla reggia.. che festeggiava.
    Di certo NON tutti quelli che compartecipavano ai 2 eventi... erano convinti monarchici ?!?

    E dunque......
    Ultima modifica di esterno; 21-05-2025 alle 22:14

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