
Originariamente Scritto da
axeUgene
appunto, "ci stai", che è un patto; come un patto è la trombamicizia, ecc...
guarda che io risponderei esattamente come te, e ragiono nello stesso modo; non sono un marziano; solo che in effetti se andiamo ad aprire quella scatola dello "stare insieme" è ovvio che ci troviamo tutti i motivi di crisi e le contraddizioni;
avere a che fare con un oggetto esterno a noi comporta necessariamente prendere atto di vincoli e limiti; se ti piace la frittura di pesce sai che fa ingrassare; la frequenti meno di quanto vorresti, o frequenti di più la palestra, oppure ti rassegni a due taglie in più; o ancora, ti inganni con la friggitrice ad aria; cioè, scambi il piacere per una sua proiezione astratta;
figuriamoci se quella frittura avesse pure una personalità e volesse scegliere da chi essere mangiata, come, dove, quando e quanto
tutti abbiamo delle esigenze; ma se la coscienza di queste si cristallizza, tutta la capacità di sentire si conforma a qualcosa che è spesso dettato da fragilità o paura; uno è abituato alla vacanza 4 stelle tutto prenotato, perché è ansioso, ma poi il caso o gli amici lo portano nell'isola dove si sta alla rotta in culo nello sgabuzzino con la branda e il cesso nel frutteto ma con spiagge che quello si sognerà per il resto della vita;
stare insieme: stare = status. è un patto, una regola; ti serve ? perché ? il primo passo sarebbe quello di rispondere a questo perché e valutare quanto ti costa; niente che faccia venir meno il "prima me stesso".