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Risultati da 76 a 90 di 103

Discussione: Giusto per capire, ma i tentativi nella vita che scopo hanno?

  1. #76
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Due universi diversissimi, quello maschile e quello femminile. Due universi paralleli che, come i marciapiedi di una via, rischiano di non incontrarsi mai Laura. Si, due egoismi che "scommettono" però sull'aiuto di Dio, che fa, dei due, una carne sola!

    "Né chi semina né chi miete è qualche cosa: ma Dio che fa crescere"

    1.Corinzi, 3
    O forse due egoismi e basta. Certo che se tu parti coi discorsi aulico sulla coppia, soprattutto se ci infili dio, parlare di egoismo torna poco. Nemmeno le coppie cristiane sono diverse e attingono già a quel bagaglio di valori e disciplina di cui ci fai sempre due balle.
    Nulla vieta poi che, al di là dello sbandierare Dio, ci siano lo stesso opportunismo ed egoismo, anche proprio in nome della divinità.
    Tra l'altro la strumentalizzazione della relazione e del corpo per mantenere un'immagine e a fini di lucro, se così si può dire, è insita nel tuo credo, in quell'ottenere benefici terreni e ultraterreni.
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  2. #77
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    Attenta, con codesto concetto associ chi sta aperto alla Vita come irresponsabile e chi invece decide di non avere figli come retto e responsabile.....
    La faccenda percorre altre strade Ladyhawke, altri binari, chiedendoci di essere finalmente sinceri: perché non l'amiamo più la Vita? Cosa è accaduto? Davvero "responsabilità e impegno" come scrivi te ci fanno così tanta paura? E se si, perché? Non è essa stessa, per natura, un combattimento continuo la Vita? Cosa temiamo di perdere? Cosa temiamo ci venga sottratto generando la Vita?
    "Con codesto concetto tu attribuisci" io ho scritto diversamente.
    Ho parlato di genitorialità responsabile, essere coscienti che se si decide per un progetto di figli e famiglia è un grande impegno, vuoi forse negare che lo sia?

    Alla base c'è un progetto, una scelta e decisione di coppia, non tutti si sentono pronti, adatti ad avere e crescere figli, che sia uno o cinque.
    Se io non mi sento capace eviterò di essere aperta alla vita, questo intendo come responsabilità.

    Ci sono, e lo vedo anche da casi che conosco, genitori che sarebbe stato meglio non fossero mai diventi tali. Povero figlio, intelligentissimo per carità, ma speriamo non cresca come futuro psicopatico a sua volta.
    Ci sono genitori che per problemi loro sono incapaci di crescere un figlio in maniera sana e fanno più danni che se il bimbo non fosse mai nato.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  3. #78
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    Prendiamo pure come esempio la dicotomia ordinato/disordinato: vivere a contatto con l'altro forgia le due persone, Astrid. Ricordi il passo della Miriano? "Il Matrimonio dice chi siamo, nel confronto continuo con l'altra persona, che sa tutto di noi e del nostro egoismo..."
    Ti accorgi, di essere disordinato, vedendo che lei è ordinata e viceversa. È in questo senso (spicciolo) che il ménage ci fa scoprire chi siamo. Se l'altro è sempre il primo a chiedere scusa mentre tu hai difficoltà, scopri di essere orgogliosa. In questo senso il rapporto di coppia ci fa scoprire chi siamo. Chi siamo veramente!
    Se ti accorgi di essere disordinato perchè vedi il/la partner ordinata, qualcosa non va.
    Perchè devi saperlo da te che sei disordinato, devi averne la consapevolezza a prescindere da terze e quarte parti.
    Se è il menage a farti acorgere di chi sei andiamo molto male. E se non te ne sei accorto prima, da solo, significa che stai bene come sei e ti fa comodo avere chi sistema il tuo disordine.
    Quindi sei egoista, non hai intenzione di fare la tua parte al 50% e carichi l'altro di un peso che non dovresti dargli/le.
    Hai scelto la via comoda facendo così e chi sceglie la via comoda sceglie il mood come stile di vita.
    Di fatto cosa sono i "difetti" se non modi di essere? Idem i pregi.
    Le persone equilibrate conioscono se stesse e sanno vedere (non solo guardare) chi hanno di fronte (tutti, in generale, non solo colui o colei con cui condividono un tetto).
    Va scoperto prima chi si è, dopo è tardi.

  4. #79
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Attenta, con codesto concetto associ chi sta aperto alla Vita come irresponsabile e chi invece decide di non avere figli come retto e responsabile.....
    La faccenda percorre altre strade Ladyhawke, altri binari, chiedendoci di essere finalmente sinceri: perché non l'amiamo più la Vita? Cosa è accaduto? Davvero "responsabilità e impegno" come scrivi te ci fanno così tanta paura? E se si, perché? Non è essa stessa, per natura, un combattimento continuo la Vita? Cosa temiamo di perdere? Cosa temiamo ci venga sottratto generando la Vita?
    Non è che basta sbandierare di essere aperti alla vita per essere in cima alla hit parade dei migliori e dei disinteressati.
    Piaggeria, bigottismo ecc...sono termini che descrivono mentalità e comportamenti.
    Come detto prima, se lo si fa per fare i bravi bambini davanti all'amico invisibile, anche quell'apertura alla vita diventa una strumentalizzazione del corpo e dei figli, una forma di prostituzione, col fine di assicurarsi le chiappe salve e benefici terreni.
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  5. #80
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    No, non siamo laureati, facciamo volontariato in Parrocchia curando la pastorale per adulti e al centro di ascolto storie come la tua sono ahimè di routine, le conosciamo bene. La faccenda non sta nel decidere se sia meglio andare avanti o separarsi (ogni Coppia ha la sua storia, il suo retroterra, le sue dinamiche) ma come ti dicevo venerdì, se si è disposti ad amare l'Altro/a per quello che è. Se si è disposti (soprattutto nel Matrimonio Cristiano) a credere o no che sia stato il Signore a far incontrare le due persone. Per questo ti chiedevo se ti eri sposata davanti a Lui o davanti al Sindaco.
    Mi auguro che vi abbiano fatto fare prima debiti corsi di formazione, altrimenti si rischia solo di creare confusione ulteriore.
    Nella mia famiglia di origine (ormai sono mancati tutti) c'è sempre stata la presenza di un frate confessore "di casa" che, oltre a occuparsi delle nostre anime era un Amico.
    Più di una volta, chiacchierando con i miei, fin da ragazzina e poi già da sposata, mi raccontò come almeno la metà dei matrimoni da lui celebrati non erano validi agli occhi del signore poichè le intenzioni di uno dei due o di entrambi non erano così sponsali come l'apparenza faceva credere.
    Lo sposo calato dall'alto esisteva nel Medioevo. Calava non dall'alto ma interessi precisi.
    La persona giusta non ti capita per colpo di fulmine, per compiacimento genitoriale o per decisione divina.
    Credo che lassù abbia ben altro a cui pensare visto quel che accade nel mondo. E voglio proprio sperare che non perda tempo a formare coppie e coppiette invece che dedicarsi a spegnere guerre e quietare talebani imbruttiti e incattiviti in suo nome.
    Secondo te, come ero sposata? Dai che è facile facile... non dirmi che ti servono altri aiutini.

  6. #81
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    No Astrid, i figli hanno bisogno di crescere a contatto coi 2 universi: quello maschile e quello femminile. Mischiare e confondere i rispettivi carismi genera in loro solo disorientamento e incertezza. Bada bene, non sto parlando di carattere. Possono esserci padri molto più dolci delle madri. Sto parlando proprio di MISSIONE educativa, dove le regole è bene sia il padre a darle. Oggi invece le madri tendono ad invadere il campo paterno, a fare tutto loro, a occuparsi di tutto loro e non va bene. Chiaro che poi lui a un certo punto si stufa e dopo cena va a giocare a calcetto con gli amici....

    "Noi donne tendiamo all'ipercontrollo e siccome spesso la lotta è su più fronti, rischiamo di perdere la bussola. Bisogna imparare un po' di umiltà e ammettere di non potere tutto, anzi di non potere quasi nulla.
    Adesso il bambino sembra il capo della casa, ma ricordati che è suo padre ad esserlo. Dedicare a lui, tuo marito, del tempo, facilmente ti sembrerà qualcosa che si può rimandare e infatti non sarà mai urgente come cambiare un pannolino strabordante, però stai bene attenta a non dimenticarti di farlo: per lui, per te e anche per il figlio, che si nutre di una coppia che funziona."

    COSTANZA MIRIANO
    Ma chi ha stabilito che per forza la madre deve essere accogliente e il padre autoritario?
    La bisnonna di mio marito faceva la maestra, parliamo degli inizi del 1900. Aveva otto figli, 4 femmine e 4 maschi.
    Suo marito idem, maestro anche lui.
    Lei era ferrea, autoritaria e inflessibile.
    Lui era dolce, accogliente e paziente.
    I figli sono cresciuti come in una caserma. Al punto che gli amici dei figli, quando andavano da loro a trovarli, giravano il ritratto con la foto della madre perchè gli metteva paura anche in fotografia.
    Oggi? Accadeva 150 anni fa come 1000, 2000, 10.000 anni fa.
    Si tratta di modo di essere non di ruoli standardizzati.
    Il fulcro non è chi deve fare più questo o quello ma nella concordanza educativa. Perchè se uno dice "assolutamente no" e l'altro, magari alle spalle, nascostamente, dice "sì, certo", il figlio cosa impara? Che si può fare il caspiterina che si vuole, soprattutto alle spalle: di entrambi.
    Quando incontri la tua Costanza Miriano spiegale che i figli si crescono con l'esempio e il dialogo, non con l'autorevolezza o con la dolcezza.
    Se si impongono regole e poi si razzola come si vuole perchè "tu sei piccolo non puoi e io sì perchè sono adulto" non aspettarti grandi risultati.
    A mia figlia non ho mai detto "tu sei piccola, non puoi".
    La missione educativa è paritetica.
    Infatti, quando non lo è, si creano donne disposte ad accettare tout court che vada bene che il marito tarpi loro le ali, si dedichi al 100% ai suoi soli interessi invece che a loro, che usi frasi sessiste e le tratti da esseri inferiori e che, quando hanno qualche carenza, si sentano liberi di colmarla senza il minimo ripensamento. Compreso eliminarle quando si sono stufati di loro (anche finendo sulle pagine di cronaca nera).
    Avere timore del padre e andare a chiedere di nascosto i soldi per la multa o per le scarpe nuove dalla madre è roba da sottosviluppati.
    Il male delle famiglie è la mancanza di consapevolezza di sè e l'assenza di comunicazione trasparente.
    E tutto nasce dalle aspettative prematrimoniali e dall'accettazione di modi di essere che da innamorati sembrano un nulla, ma dopo anni (mai rimarcati) peggiorano e diventano diritti per chi li esprime comodamente e doveri per chi li subisce.
    Mai abituarsi e sopportare ciò che non muta in chi non ha consapevolazza di sè.
    La comoda abitudine rende l'uomo (o la donna) ladro di vita altrui e cresce figli storti.

  7. #82
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    No Astrid, i figli hanno bisogno di crescere a contatto coi 2 universi: quello maschile e quello femminile. Mischiare e confondere i rispettivi carismi genera in loro solo disorientamento e incertezza. Bada bene, non sto parlando di carattere. Possono esserci padri molto più dolci delle madri. Sto parlando proprio di MISSIONE educativa, dove le regole è bene sia il padre a darle. Oggi invece le madri tendono ad invadere il campo paterno, a fare tutto loro, a occuparsi di tutto loro e non va bene.
    la cosa incredibile è che nell'ambiente sociale di Cono niente e nessuno faccia presente l'atrocità e l'idiozia di questa idea;

    qui si pone una dottrina sessista - un sottoinsieme del razzismo - per cui una donna, una qualsiasi, avrebbe per nascita una minore attitudine all'autorevolezza morale di un uomo, uno qualsiasi;

    chi è bene che debba dettare le regole tra Totò Riina e Angela Merkel ?
    Cono ci dice Riina, perché il bacchiol-dotato sarebbe per natura portatore di autorevolezza morale e, non solo nessuno attorno a lui gli fa presente l'idiozia di questa dottrina dei carismi ma, verosimilmente, nel suo ambiente molti la condividono;

    questa concezione inqualificabile viene esposta in un mondo in cui in giorno sì e uno no, un uomo uccide la compagna, e si appoggia all'esortazione a "combattere" quando la partner non vuole più; di rinforzo, nell'idea che l'unione sia voluta come indissolubile da Dio stesso; così, chi trattiene magari si sente incoraggiato, perché compie la volontà divina;

    poi ci si lagna che le giovani donne non vogliano più saperne di avere questi padroni, dei carismi, ecc... e che questo sarebbe "degrado morale";

    io non mi stupisco del merito, ma del meccanismo di rimozione collettiva di questi, che è un po' come se entrassero in una chiesa in cui si celebra un funerale con la bottiglia di spumante e alla fine della funzione stappassero col botto e gridolini di evviva il festeggiato!

    ps. Fossi una donna o avessi una figlia, altro che coltello; una mitraglietta Uzi, piccola e pratica, sta in una borsa media
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #83
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Organizziamo un commando con assalto a Empoli?
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  9. #84
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    Organizziamo un commando con assalto a Empoli?

    Pace!!! Pace!!!

  10. #85
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da Astrid Visualizza Messaggio
    Ma chi ha stabilito che per forza la madre deve essere accogliente e il padre autoritario?
    La bisnonna di mio marito faceva la maestra, parliamo degli inizi del 1900. Aveva otto figli, 4 femmine e 4 maschi.
    Suo marito idem, maestro anche lui.
    Lei era ferrea, autoritaria e inflessibile.
    Lui era dolce, accogliente e paziente.
    I figli sono cresciuti come in una caserma. Al punto che gli amici dei figli, quando andavano da loro a trovarli, giravano il ritratto con la foto della madre perchè gli metteva paura anche in fotografia.
    Oggi? Accadeva 150 anni fa come 1000, 2000, 10.000 anni fa.
    Si tratta di modo di essere non di ruoli standardizzati.
    Il fulcro non è chi deve fare più questo o quello ma nella concordanza educativa. Perchè se uno dice "assolutamente no" e l'altro, magari alle spalle, nascostamente, dice "sì, certo", il figlio cosa impara? Che si può fare il caspiterina che si vuole, soprattutto alle spalle: di entrambi.
    Quando incontri la tua Costanza Miriano spiegale che i figli si crescono con l'esempio e il dialogo, non con l'autorevolezza o con la dolcezza.
    Se si impongono regole e poi si razzola come si vuole perchè "tu sei piccolo non puoi e io sì perchè sono adulto" non aspettarti grandi risultati.
    A mia figlia non ho mai detto "tu sei piccola, non puoi".
    La missione educativa è paritetica.
    Infatti, quando non lo è, si creano donne disposte ad accettare tout court che vada bene che il marito tarpi loro le ali, si dedichi al 100% ai suoi soli interessi invece che a loro, che usi frasi sessiste e le tratti da esseri inferiori e che, quando hanno qualche carenza, si sentano liberi di colmarla senza il minimo ripensamento. Compreso eliminarle quando si sono stufati di loro (anche finendo sulle pagine di cronaca nera).
    Avere timore del padre e andare a chiedere di nascosto i soldi per la multa o per le scarpe nuove dalla madre è roba da sottosviluppati.
    Il male delle famiglie è la mancanza di consapevolezza di sè e l'assenza di comunicazione trasparente.
    E tutto nasce dalle aspettative prematrimoniali e dall'accettazione di modi di essere che da innamorati sembrano un nulla, ma dopo anni (mai rimarcati) peggiorano e diventano diritti per chi li esprime comodamente e doveri per chi li subisce.
    Mai abituarsi e sopportare ciò che non muta in chi non ha consapevolazza di sè.
    La comoda abitudine rende l'uomo (o la donna) ladro di vita altrui e cresce figli storti.

    Standing Ovation Astrid. E bentornata!!!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  11. #86
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Comunque, restando in topic, io credo che si debba sempre provare a realizzare ciò in cui si crede.
    La vita è troppo breve per vivere rimpiangendo ciò che non si è provato. E certo, questo comporterà errori e fallimenti, che sono comunque indispensabili, perché è da essi che si impara e si cresce.
    Per me ogni cosa ha un suo valore, anche quello che va male.
    Ho avuto una relazione di 17 anni. E' finita. E al netto della rabbia che ho provato, sono stati comunque anni che ho vissuto, che mi hanno fatto crescere, che mi hanno insegnato qualcosa di più su di me, su cosa voglio e soprattutto su cosa non voglio dalla vita. Non è mai tempo perso.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  12. #87
    Opinionista L'avatar di Astrid
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Comunque, restando in topic, io credo che si debba sempre provare a realizzare ciò in cui si crede.
    La vita è troppo breve per vivere rimpiangendo ciò che non si è provato. E certo, questo comporterà errori e fallimenti, che sono comunque indispensabili, perché è da essi che si impara e si cresce.
    Per me ogni cosa ha un suo valore, anche quello che va male.
    Ho avuto una relazione di 17 anni. E' finita. E al netto della rabbia che ho provato, sono stati comunque anni che ho vissuto, che mi hanno fatto crescere, che mi hanno insegnato qualcosa di più su di me, su cosa voglio e soprattutto su cosa non voglio dalla vita. Non è mai tempo perso.
    La vita è fatta di scelte e i tentativi questo sono.
    Ma per scegliere bisogna ben valutare, consci di come si è e delle proprie forze.
    Può anche non andare benissimo, anche male. Ma quel che conta è che nell'attimo che si è fatta la scelta fosse la cosa giusta da fare in quel momento.
    Le condizioni possono cambiare, nulla è immutabile e per sempre.
    L'importante è stato crederci e impegnarsi per l'obbiettivo.
    I fallimenti insegnano molto di più delle vittorie. A loro modo sono una risorsa impagabile, molto più della teoria spicciola dei "bisognerebbe", dei "se" e dei "ma".
    Verissimo: non è mai tempo perso, è un setaccio che consente di conoscersi e di affinarsi.

  13. #88
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    ORRORE!!!

    Le regole educative dovrebbero essere decise insieme!
    Non si tratta che una donna debba fare tutto lei e il padre assente nell'educazione di un figlio ma neanche che l'uomo sia il capo padre padrone che detta le regole e l'autorità.

    Che gran cazzata! E un tempo invece dove andavano i padri autoritari? Al bar con gli amici?
    Né assente né padre padrone, Lady. Stiamo parlando di gioco di squadra....

    "Se uomini e donne sono diversi e neanche lontanamente parenti, e per l'uomo l'accudimento di un cucciolo da latte è un'impresa che richiede uno sforzo innaturale (mentre a noi pesa si, ma ci piace anche) perché costringerlo in nome di una parità che non c'è e non ci potrà mai essere?
    Perché gli uomini non hanno il seno? E non vale rispondere perché starebbero sempre a toccarselo. Perché non partoriscono? E non vale rispondere perché l'umanità si estinguerebbe, fa troppo male. La famiglia è una squadra, nella quale ognuno deve giocare il proprio ruolo, che è quello che gli viene meglio. Il segreto per vivere in armonia è capire i talenti e mettere tutti in condizione di spenderli...
    Parità significa avere la stessa dignità, non fare le stesse cose: ognuno secondo i suoi talenti"

    Costanza Miriano
    amate i vostri nemici

  14. #89
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ma non ci hai rotto le balle per mesi con l'uomo di cartavelina? Ora sarebbe tutta colpa delle invasioni di campo!

    Comunque Cono, ricordati che scimmiottare è peccato, non sta bene che tu faccia la Miriano, e poi ne usciamo pure confusi e disorientati
    Ahahahahaha tranquilla, alla Miriano non lego neanche le scarpe. Ma entrambi abbiamo famiglie numerose e un po' d'esperienza comune rimane.

    "A un certo punto dello scorso secolo, si è deciso che autorità fosse una parolaccia: adesso i figli si ascoltano, si fa lo sforzo di capirli, ma poi non si ha il coraggio di imporre loro un'autorità ferma e sicura. Come per paura di ferirli, turbarli. Come se non fosse il più grande regalo che possano ricevere dai genitori: amore, si, ma con una strada certa e non sempre comoda da percorrere....
    Infatti alla fine credo che la mancanza di autorità ( a volte di autorevolezza) venga da una mancanza di orientamento"alto" della vita. Auctoritas viene da aumentare, accrescere. Ma accrescere di cosa? Verso dove? Dov'è l'alto e dove il basso? Viviamo in città senza cattedrali, non alziamo mai la testa, lo sguardo verso il cielo: come possiamo convincere i nostri figli che Qualcuno li guarda, se non siamo convinti noi?"

    Costanza Miriano
    amate i vostri nemici

  15. #90
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Ma chi ha stabilito che per forza la madre deve essere accogliente e il padre autoritario?
    La bisnonna di mio marito faceva la maestra, parliamo degli inizi del 1900. Aveva otto figli, 4 femmine e 4 maschi.
    Suo marito idem, maestro anche lui.
    Lei era ferrea, autoritaria e inflessibile.
    Lui era dolce, accogliente e paziente.
    I figli sono cresciuti come in una caserma. Al punto che gli amici dei figli, quando andavano da loro a trovarli, giravano il ritratto con la foto della madre perchè gli metteva paura anche in fotografia.
    Oggi? Accadeva 150 anni fa come 1000, 2000, 10.000 anni fa.
    Si tratta di modo di essere non di ruoli standardizzati.
    Il fulcro non è chi deve fare più questo o quello ma nella concordanza educativa. Perchè se uno dice "assolutamente no" e l'altro, magari alle spalle, nascostamente, dice "sì, certo", il figlio cosa impara? Che si può fare il caspiterina che si vuole, soprattutto alle spalle: di entrambi.
    Quando incontri la tua Costanza Miriano spiegale che i figli si crescono con l'esempio e il dialogo, non con l'autorevolezza o con la dolcezza.
    Se si impongono regole e poi si razzola come si vuole perchè "tu sei piccolo non puoi e io sì perchè sono adulto" non aspettarti grandi risultati.
    A mia figlia non ho mai detto "tu sei piccola, non puoi".
    La missione educativa è paritetica
    Perfetto! Di nuovo concordo con te, la Missione Educativa è assolutamente paritetica ma

    "Nell'uomo è scritto il Nomos, la legge, la regola: questo principalmente dovrebbe essere il padre. È un compito importante e anche faticoso, perché quasi sempre è più facile dire sì che no alle richieste dei figli. Il padre indica la strada, consiglia, aiuta a scegliere, orienta. Il padre propone valori e obiettivi. E deve farlo nella libertà del figlio, quello che Giussani chiamava rischio educativo. Rischio che una madre spesso non ha il coraggio di correre, più ansiosa e spaventata. Il padre, sicuro della sua proposta, ha anche il coraggio, a un certo punto, di stare in panchina, da dove si può solo guardare, di lasciar andare il figlio, dopo avergli dato chiaramente le coordinate....
    I valori vengono motivati, il ragazzo viene accompagnato con fiducia e stima, con il buon esempio, con l'ascolto, con un clima sereno in famiglia. E questa è una cosa che i genitori fanno in due, ma quando il figlio deve andare, è il padre che gli dà il coraggio. Perché lui è stato la regola. All'occorrenza il padre deve anche saper essere misericordioso, come quello del Figliol Prodigo, ma che misericordia ci può essere se non c'è legge? Cosa perdoni se non sai cosa è stato trasgredito? Della crisi educativa sono responsabili i padri che non fanno più i padri e le madri che non li aiutano a spendere i loro talenti. Perché non si può chiedere a un babbo di essere babysitter e anche autorevole....
    Ho chiesto ai miei figli che differenza c'è fra me e il padre: "La mamma rompe, ci rimugina, poi si scorda tutto. Il babbo no, se dice una cosa è quella!"
    Direi che più o meno ci siamo"


    Costanza Miriano

    Non so se sei esperta di calcio, ma la "missione" di una squadra è fare gol. Ora, il merito di un gol non è solo del centravanti, ma di tutti, anche di chi gli ha crossato il pallone, anche di chi difendendo lo ha sottratto all'avversario....
    In una Famiglia accade la stessa cosa. Tutti sono utili, a patto di giocare ognuno nel proprio ruolo.
    amate i vostri nemici

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