
Originariamente Scritto da
conogelato
No Astrid, il plurale lo abbiamo perso! Prevale purtroppo il singolare, oggi come oggi. La lotta dei singoli, l'individuo e non la comunità. E questo in ogni campo: la famiglia, il lavoro, lo sport...
Se fa tutto la Donna non va bene, se fa tutto l'Uomo idem non va bene. È necessario trovare un'alchimia, un equilibrio, un'armonia fra i sessi capace (sola) di far funzionare tutti i meccanismi della società. In questo senso non esistono ruoli di Serie A e ruoli di Serie B: esistono i ruoli, tutti egualmente importanti.
È ciò è particolarmente vero in famiglia, dove i genitori agli occhi dei figli devono mostrare unità e mutua partecipazione.
"Il coraggio di dire NO sembra diventato inconcepibile. Non so per quale intreccio di motivi culturali, la scontentezza dei bambini ci è diventata intollerabile ed eliminarla dal loro orizzonte sembra una priorità. Qualsiasi tipo di sofferenza, anche quella sana, anche la frustrazione di ricevere dei NO.
Invece i NO, se detti con un certo disegno, rassicurano i figli: li fanno stare bene. Dopo il capriccio, se non hanno ottenuto quello che volevano, in realtà si sentono in una botte di ferro. I miei genitori sanno il fatto loro, pensano, sanno quello che dicono. Questo mondo, sconosciuto e nuovo, acquisisce una logica, un senso. Non è il caos. I bambini, all'inizio della loro esistenza, cercano limiti e riferimenti certi, come un cieco cerca un muro. Vivendo nel buio totale, spiegava la psichiatra Giuliana Ukmar, per loro è molto più spaventoso trovare il nulla che trovare un muro: l'ignoto fa più paura"
COSTANZA MIRIANO