Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
ora, potrei essere impreciso, ma a memoria di quanto mi era stato spiegato il soggetto violento ha strutturato nel suo pregresso una modalità reificante, che riduce l'altro ad un oggetto investito di una funzione e che può essere distrutto, ma col quale non c'è relazione erotica di scambio; cioè, strutturalmente il violento non è capace di godere del piacere e benessere dell'altro, non solo in senso sessuale;
questo, se non ricordo male, perché si è identificato nell'infanzia in quel modello maschile tramite un padre violento; nonostante un ripudio di quella figura, la controparte femminile passivizzata resta in quel quadro, anche se suscita protezione; cioè, quel maschile ha solo i codici per relazionarsi con donne passive e "tristi", ridotte a oggetto e che non possono esprimere una personalità; se lo fanno, l'uomo va in crisi e diventa violento, perché non ha proprio un linguaggio, dei codici.
I casi di cronaca offrono moltissimi esempi che smentiscono la tua convinzione, a cominciare da un femminicidio tra i più tristemente famosi: quello di Giulia Cecchettin per mano di Filippo Turetta. Il padre, Nicola Turetta, ha gestito per molti anni (insieme alla moglie Elisabetta) una trattoria ereditata dal nonno. Poi, nel 2011 ha deciso di vendere l'attività, ma ha continuato a lavorare come cuoco nella mensa di una struttura per anziani, mentre la moglie ha scelto di fare la casalinga per occuparsi della crescita e dell'educazione dei figli. Una famiglia semplice, descritta da tutti (parenti, amici, conoscenti, vicini di casa) come normale e affiatata. In questo contesto è cresciuto l'assassino Turetta, senza esempi familiari di violenza o figure di riferimento negative con le quali identificarsi.

Questo è sono un esempio, ma purtroppo ce ne sono a decine, a centinaia... alcuni li trovi qui:
https://tg24.sky.it/cronaca/approfon...a-2025-dati#00

E' assurdo pensare che i cento e passa femminicidi che avvengano ogni anno in Italia per mano di mariti, fidanzati, conviventi abbiano tutti la stessa matrice: padri o altre figure di riferimento violente nella famiglia d'origine. E' dimostrato, invece, che la stragrande maggioranza delle vittime cercava di svincolarsi da un rapporto malato, asfissiante e il partner non accettava questa decisione, preferendo uccidere (e, in alcuni casi, togliersi la vita dopo aver assassinato la compagna) piuttosto che lasciarla libera. Tutto ciò è frutto, come ha correttamente puntualizzato Dark Lady, di una mentalità patriarcale che considera la donna come essere inferiore o come "oggetto di proprietà" dell'uomo.