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Risultati da 1 a 15 di 57

Discussione: La vostra nemesi

  1. #1
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    La vostra nemesi

    Apro questa discussione prendendo spunto da quanto mi è accaduto venerdì sera, e che mi ha fatto riflettere.
    Io sono una persona molto incline al perdono, al lasciarmi alle spalle le cose negative e tenere buone solo quelle positive, ecc, ecc.
    Eppure, c'è qualcuno che non mi sono lasciata alle spalle, che ancora oggi, quando lo vedo, mi trasforma in acido il sangue nelle vene.
    Lui, la mia nemesi.
    Lo ho visto venerdì sera ad una sagra, dopo anni che - per fortuna - non avevo il dispiacere di trovarmelo tra i piedi.
    Mi sono resa conto che ancora oggi, dopo 30 anni, la sua presenza mi provoca repulsione, rabbia, sgomento. No, non l'ho perdonato.
    Per fortuna ha evitato di rivolgermi la parola o anche solo lo sguardo, sebbene gravitasse nell'area in cui mi trovavo io, essendo amico di uno degli amici con cui ero fuori. Non so se sia perché non mi riconosce - anche se ne dubito - o perché si vergogna. O magari no, non si vergogna neppure, vista la sua mente ristretta.
    Mi chiederete: ma che ti ha fatto? Beh, è colui che mi ha bullizzato per tutta l'adolescenza, colui contro cui mi sono dovuta difendere più e più volte, con cui sono finita spesso in qualche rissa.
    Colui che ha reso i miei anni da adolescente un vero inferno.
    Però, al netto della rabbia, questo incontro mi ha strappato un sorriso. Uno di quelli un po' trionfanti e un po' amari.
    Vedere come si è ridotto - nonostante abbia un anno meno di me -, con la panza da bevitore di birra, la stempiatura sempre più incipiente, e soprattutto l'inconcludenza della sua vita attuale, che si trascina tra il lavoro in fabbrica, l'alcolismo e le partite allo stadio, e il cervello di un cardellino con l'alzheimer, mi ha fatto pensare che, in fondo, il carma esiste davvero.
    Che se mi guardo alle spalle, ho realizzato cose che lui neppure si sognerà mai di realizzare, nonostante abbia costantemente cercato di farmi sentire una nullità, a suo tempo.

    E voi, avete una nemesi? Qualcuno che ve l'ha fatta troppo grossa, e che probabilmente continuerete a disprezzare per tutta la vostra vita?
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  2. #2
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    hmmm... per me, nemesi ha un senso più astratto, di "punizione";

    direi che nel mio caso è ottenere quando smetto di desiderare, quasi sempre; il che mi spinge a una sorta di fatalismo o ad arrestarmi in prossimità di un traguardo, boicottare me stesso, ecc...
    anche risultare incompreso da molte persone a cui tengo di piu; e forse anche lì gioca un boicottaggio inconsapevole nel comunicare;

    sono stato piuttosto fortunato, ma ho sempre vissuto le fortune con la sordina, come a nasconderle e minimizzarle, salvo riconoscimento postumo;

    Ps. Il tipo risveglia una tua emozione di fragilità, che è un tuo trauma.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #3
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Quindi la tua nemesi sei tu stesso? Interessante!

    Il tipo più che altro risveglia il mio istinto omicida
    Scherzi a parte, certo, rappresenta quell'epoca della mia vita in cui ero più insicura e con poca autostima.
    Eppure neanche all'epoca non mi facevo mettere i piedi in testa. E di qui le risse. Il parroco era esasperato. E del resto, colpa sua, che lasciava i bulli fare il bello e il cattivo tempo in oratorio.
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  4. #4
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Quindi la tua nemesi sei tu stesso? Interessante!

    Il tipo più che altro risveglia il mio istinto omicida
    più che me stesso, direi un fantasma di castrazione, che diventa una sfida; una forte pulsione vitale e di eros - in senso lato - che facilmente incontra più o meno dirette forme di repressione, come se le cercassi inconsapevolmente; naturalmente, con i suoi squarci felici;
    quello che posso vedere di oggettivo è che quello che mi rende felice, nel momento in cui avviene, lo sottometto a una sorta di declassamento, controllo dell'entusiasmo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #5
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    più che me stesso, direi un fantasma di castrazione, che diventa una sfida; una forte pulsione vitale e di eros - in senso lato - che facilmente incontra più o meno dirette forme di repressione, come se le cercassi inconsapevolmente; naturalmente, con i suoi squarci felici;
    quello che posso vedere di oggettivo è che quello che mi rende felice, nel momento in cui avviene, lo sottometto a una sorta di declassamento, controllo dell'entusiasmo.
    Brutta storia, n effetti.
    Sarà che invece io sono una persona preda di entusiasmi facili, nel senso che mi entusiasmo per ogni cosa. Sarebbe bruttissimo per me, controllare questa cosa.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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  6. #6
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    ...
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Anch'io credo che la nostra nemesi sia qualcosa che abbiamo mal distribuito o poco distribuito dentro di noi.
    Non che uno debba morire risolto, a me non interessa, ma soffermarci a pensare che le persone non hanno davvero il peso - positivo o negativo - che gli attribuiamo, questo implica anche guardare da più punti di vista le vicende della vita.

    Neanche chi vuole essere la mia nemesi può esserlo se, per esempio, penso che la sua vita e la mia si sono incontrate perché dovevo imparare qualcosa.
    È chiaro che per qualcuno siamo noi il problema e forse un perché vero non c'è nemmeno.
    A meno che un valore a quella persona non venga proprio da ciò che le attribuiamo, ma torniamo al peso che decidiamo di dare agli altri.

  8. #8
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Brutta storia, n effetti.
    Sarà che invece io sono una persona preda di entusiasmi facili, nel senso che mi entusiasmo per ogni cosa. Sarebbe bruttissimo per me, controllare questa cosa.
    ma non è che io non mi entusiasmi, anzi... è che interviene una sordina; ora che ci penso, prima dei 30 persino un umore depresso, causato dalla paura;
    lo vedo anche adesso, che ho meno limiti che in passato, ma resto molto sobrio; ho dovuto cambiare auto, e mi piace quella che ho preso; ma è pur sempre una macchinetta media e usata; non ho fatto follie nemmeno in casa, eppure non sono certo uno tirato;
    in teoria avrei tante comodità a disposizione, ma in pratica non me le vivo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Può essere che sia legato ad una frase tipo :"Se fosse per me..." e all'educazione ricevuta, a ciò che si è capito anche dalle esperienze fatte da altri.

  10. #10
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    -
    Ultima modifica di Bauxite; 31-08-2025 alle 16:55

  11. #11
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    Apro questa discussione prendendo spunto da quanto mi è accaduto venerdì sera, e che mi ha fatto riflettere.
    Io sono una persona molto incline al perdono, al lasciarmi alle spalle le cose negative e tenere buone solo quelle positive, ecc, ecc.
    Eppure, c'è qualcuno che non mi sono lasciata alle spalle, che ancora oggi, quando lo vedo, mi trasforma in acido il sangue nelle vene.
    Lui, la mia nemesi.
    Lo ho visto venerdì sera ad una sagra, dopo anni che - per fortuna - non avevo il dispiacere di trovarmelo tra i piedi.
    Mi sono resa conto che ancora oggi, dopo 30 anni, la sua presenza mi provoca repulsione, rabbia, sgomento. No, non l'ho perdonato.
    Per fortuna ha evitato di rivolgermi la parola o anche solo lo sguardo, sebbene gravitasse nell'area in cui mi trovavo io, essendo amico di uno degli amici con cui ero fuori. Non so se sia perché non mi riconosce - anche se ne dubito - o perché si vergogna. O magari no, non si vergogna neppure, vista la sua mente ristretta.
    Mi chiederete: ma che ti ha fatto? Beh, è colui che mi ha bullizzato per tutta l'adolescenza, colui contro cui mi sono dovuta difendere più e più volte, con cui sono finita spesso in qualche rissa.
    Colui che ha reso i miei anni da adolescente un vero inferno.
    Però, al netto della rabbia, questo incontro mi ha strappato un sorriso. Uno di quelli un po' trionfanti e un po' amari.
    Vedere come si è ridotto - nonostante abbia un anno meno di me -, con la panza da bevitore di birra, la stempiatura sempre più incipiente, e soprattutto l'inconcludenza della sua vita attuale, che si trascina tra il lavoro in fabbrica, l'alcolismo e le partite allo stadio, e il cervello di un cardellino con l'alzheimer, mi ha fatto pensare che, in fondo, il carma esiste davvero.
    Che se mi guardo alle spalle, ho realizzato cose che lui neppure si sognerà mai di realizzare, nonostante abbia costantemente cercato di farmi sentire una nullità, a suo tempo.

    E voi, avete una nemesi? Qualcuno che ve l'ha fatta troppo grossa, e che probabilmente continuerete a disprezzare per tutta la vostra vita?
    Si c'è lei, la famigerata che ha fatto tante promesse a me ma soprattutto ad una persona a me cara per poi andarsene senza mantenerle...
    ....vorrei evitare dettagli sul mio famigliare coinvolto e su che male sono stato a seguito di ciò, per dire, ci sono voluti circa 10 anni perché guarissi completamente da sta disavventura
    ...anch'io ho la grande fortuna di non vederla più da molto tempo sebbene abiti (od abitasse) qua vicino, molto vicino, e recentemente ho scoperto di non essere stato l'unica vittima della sua superficialità avendo conosciuto un mio "successore"
    ...tale conoscenza per quanto imbarazzante mi ha però permesso di sapere che ultimamente è molto ingrassata ed invecchiata, al solito ho il dubbio se sia stato il karma o gli auguri di "tante belle cose" che le ho mandato

  12. #12
    Quando ero ragazzino, un tipino magro, esile, con le ossa di fuori e per giunta occhialuto, oltre che calmo e posato, era facile prendermi di mira. Per fortuna ho rimosso, non ricordo persecuzioni particolari o forse non ci badavo. Agli occhi dei miei genitori ero un ragazzino che non si faceva valere, non aveva abbastanza cattiveria. E in effetti quelle volte in cui mi sono trovato a fare a botte, la mia prima preoccupazione non era se mi avessero fatto del male, ma se io, dando un cazzotto ben assestato, avessi io fatto male a loro e ciò mi sarebbe dispiaciuto. Questa esitazione in genere bastava al mio antagonista per colpire per primo e chiudere la querelle. Crescendo ho messo su spalle, massa muscolare, agilità... l'adolescenza mi ha dato quel fisico che, tolti gli occhiali, in teoria, potevo battermi alla pari, se non affrontavo Bud Spencer...

    Subentravano però i paletti mentali. "E se gli faccio male?" Non so perché, ma mi preoccupavo sempre dei danni che avrei potuto causare, piuttosto che quelli che avrei potuto ricevere. Era come se mentalmente io uscissi fuori dal mio corpo e valutassi la situazione dall'esterno, come se io stesso non fossi io, come se un pugno, un calcio, uno schiaffo preso, non mi avrebbe potuto farmi niente... mentre io, con un calcio, pugno, uno schiaffo, dato, avrei potuto causare danni irreparabili. Come si spiega? Non ne ho la più pallida idea.

    Crescendo ancora, superati i vent'anni, credo infine di aver maturato l'idea che a questo mondo ogni giorno è una lotta per la propria sopravvivenza, con la consapevolezza che non bisogna comunque sopraffare gli altri, piuttosto, accettare l'idea che la vita a volte ti pone delle situazioni che sei costretto ad affrontare tuo malgrado. Fuggire, tergiversare, rimandare, sarebbe peggio.

    Semplicemente quel giorno hai da affrontare quel problema e prima lo fai, prima ne vieni fuori, in qualsiasi modo possibile e poco importa quale, perché il fulcro della questione è affrontare la situazione, essere determinati a chiuderla lì, quel giorno, quella determinata ora. E così ho fatto, in quelle rare occasioni.

    Oggi sono ancora qui, per fortuna. Di bulli adolescenziali non ne ho incontrati più e, anche se dovessi trovarmene uno tra i piedi, ebbene è passato tanto di quel tempo, da essere cambiati entrambi. Che senso avrebbe ripensare alle cattiverie di un bambino, su un altro bambino? Quei bambini oggi non ci sono più.

    Forse è questa la vera nemesi.

    Quel bullo di cui racconta Dark oggi sembra lui il vero sfigato... e se ci pensiamo, chi ha esigenza di bullizzare, probabilmente è lui che ha problemi seri e magari se li trascina perennemente.

    Guardando quel ragazzino che ero, provo simpatia per lui, perché ha saputo giocare e divertirsi, senza in bisogno di denigrare gli altri. Questa è una forza, un equilibrio ed u una maturità non da poco.

    A pensarci bene, anche oggi mi capita di confrontarmi con amici, i quali, per affermarsi, hanno bisogno di sentirsi meglio degli altri...

    Se è un amico, allora lo lascio fare... non ci bado, consapevole di ciò che sono e ciò che valgo e del fatto che non lo fa per cattiveria...

    se è un estraneo, allora rimane ai margini. Si perché a prescindere se si atteggia nei miei confronti o di un altro.... lo valuto per quello che è, un sempliciotto.
    Ultima modifica di bumble-bee; 31-08-2025 alle 22:25
    Bambol utente of the decade

  13. #13
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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  14. #14
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Anche noi bulliziamo, ma non ce ne accorgiamo....
    Possiamo essere vittime o carnefici, soprattutto se ci lasciamo dominare dallo spirito del branco....
    amate i vostri nemici

  15. #15
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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