Pagina 12 di 15 PrimaPrima ... 2 8 9 10 11 12 13 14 15 UltimaUltima
Risultati da 166 a 180 di 214

Discussione: Un uomo è troppo poco

  1. #166
    Opinionista L'avatar di Breakthru
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    4,984
    Donne che avevo a malapena la licenza elementare = donne poco istruite

    Donne relegate alle cure parentali o al lavoro domestico, al massimo al lavoro nei campi o comunque attività lavorative in ambito familiare

    Bene, userò anche io, in piena consapevolezza, un poco dj retorica

    Portando agli estremi i primi due pensieri direi che le donne afgane sono le donne più sagge, felici e realizzate del pianeta

  2. #167
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    23,788
    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    Oggi, invece, è cambiato tutto. Noi donne, giustamente, non ci accontentiamo più del "prodotto scadente".

    Vogliamo una parità vera, non solo in carriera.
    Vogliamo un uomo che sappia stare al passo e che non ci faccia sentire la fatica di dover gestire pure lui.
    non credo funzioni così, se non per occasionali coincidenze fortuite, tipo "felice adattamento";

    se io compio una riflessione lucida sul mio "ingombro" in quanto personalità - e non penso affatto di essere straordinario; ho più strumenti di analisi della media - devo rassegnarmi alla constatazione che la coppia stabile è un istituto inadeguato; e la prassi delle persone in grado di scegliere mi pare confermare questa sensibilità diffusa, almeno a livello intuitivo;

    l'equivoco nasce dalla circostanza per cui la critica al patriarcato e ai ruoli pone un problema qualitativo - l'ingiustizia - per negoziare pattuizioni quantitative - un riequilibrio; è una cosa pensabile; ma non funziona;
    non perché gli uomini siano vecchi babbioni maschilisti e patriarcali; in media, il maschio istruito occidentale ha scorie di maschilismo, ma reattive o inconsapevoli, di seconda o terza mano, oltre alle prassi culturali diffuse;

    quello che tutta l'analisi salta a pie' pari e l'economia psicologica di rielaborazione dell'identità che tutto il discorso impone all'uomo: ora, io, per motivi miei, sono attratto da donne indipendenti e creative e imbarazzato e poco a mio agio col tipo "tradizionale"; non ho grandi problemi a rinunciare allo status patriarcale;

    tuttavia, il caveat di questa cosa è che l'asticella delle MIE esigenze identitarie sale ad un livello concretamente sostenibile solo - e instabilmente - a livelli di grandissimo privilegio sociale; sei artista, scrittrice, imprenditrice o comunque élite, mi piaci e collaboro; ma nella misura in cui posso pensarmi libero; cioè amo Maraini, ma libero di essere Moravia; Joni Mitchell, ma sono James Taylor, ecc...

    le élite hanno sempre gestito la coppia su più livelli, nonostante il patriarcato; i re avevano le favorite, le regine gli amanti; le élite romanticizzate e agiate assecondano la monogamia seriale, cioè la natura;


    ma Mario Rossi, marito di Luisa Bianchi, non ha quegli sbocchi di gratificazione; nel momento in cui avverte l'iniquità del sistema patriarcale e si sgancia emotivamente dell'identificazione in quel ruolo, non dispone di archetipi - e qui bisognerebbe leggere correttamente gli esperti che chiama in causa Cono, mettendo da parte le sue interpretazioni;

    se io sono Mario Rossi, privilegiato con stipendio fisso di 1600 euro, potrei pure incontrare il Grande Amore e farci famiglia, ma l'asticella è altissima; se intorno devo constatare bassi e bassissimi, mi dico: meglio stare a pane e cicoria e pagare le rate dell'Harley, così almeno alla domenica mi vedo con gli amici bikers, mi sento libero e non ho l'incubo del separato in casa o in miseria nel monolocale; forse, un giorno, incontrerò una donna speciale...

    due settimane fa, cena coi compagni di uni; accoppiati o meno, forse di uno su dieci ho potuto intuire un percorso relativamente sereno e a lieto fine, alla soglia dei 60; e, in quei pochi casi, più che altro si trattava di persone guarite da gravi malattie o partite da gravi handicap, e non della realizzazione di una favoletta;

    perciò, direi che il punto di caduta non è il negoziato sui poteri, ma un trampolino di immaginario archetipico a educare e preparare alle emozioni e aspettative.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #168
    Opinionista L'avatar di Ninag
    Data Registrazione
    05/03/24
    Messaggi
    920
    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Indipendentemente dalle "necessità" femminili, La domanda posta (L’uomo di oggi va ancora preso così com’è, tutto d’un pezzo o, vista la sua impalpabilità, a compartimenti stagni, accontentandosi di un pezzo alla volta?), anche lei, non é anodina, ma investe un problema classico della filosofia: l’unità o la frammentazione dell’essere umano.

    E mi sono sfiziato a filosofeggiarci sopra. Passatempo economico ed auto-gratificante come pochi. Per me, naturalmente.
    1. L’uomo come unità (“tutto d’un pezzo”)
    Aristotele concepisce l’uomo come “animale dotato di ragione” (Politica). La definizione aristotelica è sinottica: non separa funzioni e facoltà, ma le integra in un fine che dà direzione e compimento all’essere umano. L’uomo, dunque, è da “prendere tutto intero”, pena lo smarrimento della sua essenza. In paroloni: é una sostanza teleologica integrata.
    Tommaso d’Aquino, nella "Summa Theologiae" ribadisce l’unità sostanziale dell’uomo come "anima forma corporis". Non si può ridurre l’uomo a parti autonome: corpo e anima costituiscono una sostanza unica.
    2. L’uomo come molteplicità (“a compartimenti stagni”)
    Con la modernità, si afferma una visione fratturata. Cartesio, separa res cogitans e res extensa. Qui nasce la tendenza a prendere “un pezzo alla volta”: pensiero e corpo appaiono scissi, governati da logiche diverse.
    Nietzsche radicalizza questa visione: “L’uomo è qualcosa che deve essere superato” (Cosi' parlo Zarathustra). La soggettività moderna è fragile, spezzata da pulsioni contrastanti: un insieme di volontà di potenza, maschere e forze in conflitto.
    3. L’uomo contemporaneo come “impalpabile”
    Heidegger parla dell’uomo non come sostanza, ma come "Dasein", esserci, apertura al mondo. In "Essere e tempo", il "Dasein" non è compatto: è “essere-per-la-morte”, progetto incompiuto, inautenticità e autenticità intrecciate. La sua natura è impalpabile proprio perché costitutivamente temporale e finita.
    E mi scordavo il celeberrimo, grandissimo, maximo (dopo Costanziella ) Bauman, con la categoria della liquidità (Modernità liquida), offre una diagnosi sociologica affine: l’uomo “liquido” non è più coerente né duraturo, ma si ricompone continuamente in frammenti di identità. Qui i “compartimenti stagni” non sono rigidità ma segmenti provvisori, effimeri.

    Chissà se, ponendo la domanda, il mossiere-al-sorciodromo-empolese (topic-starter empolese) si rendeva conto di mettere sul tavolo la tensione storica tra, da un lato, la tradizione classica e medievale che esige l’uomo “tutto d’un pezzo”, unitario e, dall’altro, la modernità e la postmodernità che lo descrivono “a frammenti”, spezzato o liquido...
    E allora ?

    Il giullare conclude in bellezza, e cala, con forza, sul tavolo l'asso di briscola:
    Hegel , e la "Fenomenologia dello Spirito" : l’uomo va pensato come “unità nella differenza”: il tutto non elimina i frammenti, li ricompone in una dialettica che sola salva dall’accontentarsi di "un pezzo alla volta”.
    L’uomo è un sistema complesso, in cui i “pezzi” non sono indipendenti ma comunicano in un’unità dialettica.

    Quindi, prendere o lasciare : l'uomo é uno, nessuno e centomila.
    Cosi' é (se vi pare).

    Apre Troisi, chiude Pirandello
    Sempre uomo In quale sua veste? Uomo in quanto essere umano uomo-donna, o uomo in senso di maschio.

  4. #169
    Citazione Originariamente Scritto da Ninag Visualizza Messaggio
    Sempre uomo In quale sua veste? Uomo in quanto essere umano uomo-donna, o uomo in senso di maschio.

    ...c'ero quasi riuscito...

  5. #170
    Opinionista L'avatar di Breakthru
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    4,984
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    non credo funzioni così, se non per occasionali coincidenze fortuite, tipo "felice adattamento";

    se io compio una riflessione lucida sul mio "ingombro" in quanto personalità - e non penso affatto di essere straordinario; ho più strumenti di analisi della media - devo rassegnarmi alla constatazione che la coppia stabile è un istituto inadeguato; e la prassi delle persone in grado di scegliere mi pare confermare questa sensibilità diffusa, almeno a livello intuitivo;

    l'equivoco nasce dalla circostanza per cui la critica al patriarcato e ai ruoli pone un problema qualitativo - l'ingiustizia - per negoziare pattuizioni quantitative - un riequilibrio; è una cosa pensabile; ma non funziona;
    non perché gli uomini siano vecchi babbioni maschilisti e patriarcali; in media, il maschio istruito occidentale ha scorie di maschilismo, ma reattive o inconsapevoli, di seconda o terza mano, oltre alle prassi culturali diffuse;

    quello che tutta l'analisi salta a pie' pari e l'economia psicologica di rielaborazione dell'identità che tutto il discorso impone all'uomo: ora, io, per motivi miei, sono attratto da donne indipendenti e creative e imbarazzato e poco a mio agio col tipo "tradizionale"; non ho grandi problemi a rinunciare allo status patriarcale;

    tuttavia, il caveat di questa cosa è che l'asticella delle MIE esigenze identitarie sale ad un livello concretamente sostenibile solo - e instabilmente - a livelli di grandissimo privilegio sociale; sei artista, scrittrice, imprenditrice o comunque élite, mi piaci e collaboro; ma nella misura in cui posso pensarmi libero; cioè amo Maraini, ma libero di essere Moravia; Joni Mitchell, ma sono James Taylor, ecc...

    le élite hanno sempre gestito la coppia su più livelli, nonostante il patriarcato; i re avevano le favorite, le regine gli amanti; le élite romanticizzate e agiate assecondano la monogamia seriale, cioè la natura;


    ma Mario Rossi, marito di Luisa Bianchi, non ha quegli sbocchi di gratificazione; nel momento in cui avverte l'iniquità del sistema patriarcale e si sgancia emotivamente dell'identificazione in quel ruolo, non dispone di archetipi - e qui bisognerebbe leggere correttamente gli esperti che chiama in causa Cono, mettendo da parte le sue interpretazioni;

    se io sono Mario Rossi, privilegiato con stipendio fisso di 1600 euro, potrei pure incontrare il Grande Amore e farci famiglia, ma l'asticella è altissima; se intorno devo constatare bassi e bassissimi, mi dico: meglio stare a pane e cicoria e pagare le rate dell'Harley, così almeno alla domenica mi vedo con gli amici bikers, mi sento libero e non ho l'incubo del separato in casa o in miseria nel monolocale; forse, un giorno, incontrerò una donna speciale...

    due settimane fa, cena coi compagni di uni; accoppiati o meno, forse di uno su dieci ho potuto intuire un percorso relativamente sereno e a lieto fine, alla soglia dei 60; e, in quei pochi casi, più che altro si trattava di persone guarite da gravi malattie o partite da gravi handicap, e non della realizzazione di una favoletta;

    perciò, direi che il punto di caduta non è il negoziato sui poteri, ma un trampolino di immaginario archetipico a educare e preparare alle emozioni e aspettative.

    Cono mi ha chiesto cosa intendesse dire Troisi, mi sono limitata a dargli la corretta interpretazione di quella frase, che a parer mio, è più una critica agli uomini che un appello alle donne ad essere più sagge.

    Penso proprio che sia ora che gli uomini si riuniscano tra loro, analizzino il ruolo che è stato loro assegnato , se sia ancora sopportabile, adatto, piacevole...direi che la questione è urgente

  6. #171
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    23,788
    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    Penso proprio che sia ora che gli uomini si riuniscano tra loro, analizzino il ruolo che è stato loro assegnato , se sia ancora sopportabile, adatto, piacevole...direi che la questione è urgente
    davvero tu pensi che sia una cosa così "politica" da essere affrontabile in questi termini ?

    io sono il primo a denunciare le iniquità di genere - chi mi legge da tempo lo sa;
    ma secondo me c'è alla base una crisi dell'istituto "coppia";
    peraltro, una condizione naturale; siamo fatti per desiderarci per qualche anno, e poi per desiderare altri, ruoli o non ruoli;
    perciò, se si parla di società, lavoro, ecc... si può organizzare un pensiero razionale efficace; ma, se si parla di coppia/famiglia, il discorso è parecchio più complesso della questione dei ruoli; è proprio l'immaginario del contesto ménage ad essere messo in discussione;
    di che ruoli vuoi discutere con un maschile che non pensa più la coppia come un impegno elettivo ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #172
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
    Data Registrazione
    25/12/09
    Messaggi
    36,219
    Bah, a me non convince l'idea della coppia come impegno elettivo.
    Anzi, "impegno" ed "elettivo" per me non sono abbinabili.
    L'incontro può essere elettivo - soprattutto implicitamente - ma l'impegno è esplicito, anche quando non è comunicato. Lo vedi in ciò che fai.

    Poi, riguardo alla parte maschile in pseudo crisi: un po' ci arrivano dopo, come in altre cose, un po' è anche questione di come sono stati educati e di come si sono educati, e poi non escludiamo che tutti noi, con le nostre fratture interiori, ad un certo punto tendiamo ad avere un sapore amarognolo e nei casi peggiori allappiamo.

    Se penso a come sono state educate - o si sono educate- le donne trovo molta varietà , ma una sola voce di sottofondo:" devi farcela anche da sola".
    Per gli uomini immagino qualcosa come :"tutto qui?".

    Finché non sento le voci, non mi preoccupo.

  8. #173
    Opinionista L'avatar di Breakthru
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    4,984
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    davvero tu pensi che sia una cosa così "politica" da essere affrontabile in questi termini ?

    io sono il primo a denunciare le iniquità di genere - chi mi legge da tempo lo sa;
    ma secondo me c'è alla base una crisi dell'istituto "coppia";
    peraltro, una condizione naturale; siamo fatti per desiderarci per qualche anno, e poi per desiderare altri, ruoli o non ruoli;
    perciò, se si parla di società, lavoro, ecc... si può organizzare un pensiero razionale efficace; ma, se si parla di coppia/famiglia, il discorso è parecchio più complesso della questione dei ruoli; è proprio l'immaginario del contesto ménage ad essere messo in discussione;
    di che ruoli vuoi discutere con un maschile che non pensa più la coppia come un impegno elettivo ?
    Ma con il maschile si parlerà o si tornerà a parlare quando avrà trovato il modo di risolvere se stesso

    La coppia è finita? Può essere, ma non mi pare che siano le donne, almeno in questo forum, a recriminare

  9. #174

    Mi sbaglio o i recriminanti sono solo due membri di coppie "ideal-standard"?

    (l'amalgama con ceramiche per uso igienico-sanitario é riservato a menti malevole e maliziosamente contorte, dalle quali mi dissocio )

  10. #175
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    23,788
    Citazione Originariamente Scritto da Breakthru Visualizza Messaggio
    Ma con il maschile si parlerà o si tornerà a parlare quando avrà trovato il modo di risolvere se stesso

    La coppia è finita? Può essere, ma non mi pare che siano le donne, almeno in questo forum, a recriminare
    delle recriminazioni del forumista patologico non posso tener conto; sto cercando di rappresentare una circostanza, anzi, due distinte circostanze tra loro connesse:

    a) il ruolo maschile tradizionale fa cacare; lo sentiamo tutti, chi più, chi meno, ma in Occidente è cultura diffusa; chi elabora più, chi meno, chi la vive proprio male; ma questo diventa un problema indipendente rispetto alla circostanza/conseguenza pr cui:

    b) nell'esperienza media di formazione sentimentale, la valutazione più o meno cosciente è che se si è fuori dai casi di:
    i) Grande Amore che tutto travolge;
    ii) abbrutimento psico-socio-economic-e-tutticazz, schiavitù dal bisogno, errore di gioventù,

    donne e uomini hanno ben presente il fatto che una relazione non vale il più delle volte la pena di ripensare se stessi, ruoli inclusi;
    come dice Bau, le donne ci sono arrivate prima e hanno sollevato il problema in modalità sociale; in modo più rozzo e dispersivo, la risposta maschile da un lato vede rigurgiti di ideologia patriarcale; ma, nella maggior parte dei casi è:
    Ok. io sono mia è giusto; farò virtù e sarò mio anche io: visto che il grande amore forse capita, ma di solito è un accontentarsi, se una è d'accordo si fa una coppia lasca, si tromba finché ci va, si fa il viaggetto, magari si convive alla pari, ma proprio se non mi comporta alcuno stress di mettermi in discussione nelle mie frequentazioni, nel modo in cui spendo i miei soldi, ecc... alla seconda rimostranza o alzata di sopracciglio, tanti saluti e buona fortuna;

    mi vuoi dire di che ruoli parli con una pattuizione-base di questo tipo ? di ruoli puoi parlare e negoziare nel contesto di una famiglia, quale che sia; ma se quell'idea non c'è più, ancora prima di chiedere agli uomini di rivedere il loro ruolo, dovresti enunciare un modello di famiglia diverso, in cui collocare quei ruoli.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #176
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
    Data Registrazione
    25/12/09
    Messaggi
    36,219
    Tipo una situazione che non sia una trappola per un soft sense di "laschità" né per un senso di dovere, nemmeno come pharmacon anti-solitudine né con necessità di continua dimostrazione di meritare non si capisce cosa o chi.
    Tipo meglio continuare a starmene da sola

  12. #177
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    23,788
    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio
    Tipo una situazione che non sia una trappola per un soft sense di "laschità" né per un senso di dovere, nemmeno come pharmacon anti-solitudine né con necessità di continua dimostrazione di meritare non si capisce cosa o chi.
    Tipo meglio continuare a starmene da sola
    gli uomini si fermano alle barzellette e a unire i puntini; io, prima di studiare materie giuridiche, sbagliavo anche tutti i "se voi foste il giudice".
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #178
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
    Data Registrazione
    25/12/09
    Messaggi
    36,219
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    gli uomini si fermano alle barzellette e a unire i puntini; io, prima di studiare materie giuridiche, sbagliavo anche tutti i "se voi foste il giudice".


    Ma lo usavi al posto del famigerato "questionario di Proust "?

  14. #179
    Opinionista L'avatar di Breakthru
    Data Registrazione
    30/04/19
    Messaggi
    4,984
    I nuovi ruoli sono la negoziazione in parità che avviene nell'attuale assenza di quel modello che non è più in grado di soddisfare le aspettative delle persone che decidono di relazionarsi, per sempre o a termine, comunque sia

  15. #180
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    65,748
    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Non è l'essere madre e fare figli in sè, ma i motivi a monte, il come e perché farlo. Quello che la Miriano e la religione insegnano, fra le righe ma a volte nemmeno tanto, è in un certo senso la prostituzione femminile, oltre alla ormai ben nota sottomissione, edulcorata da donne che possono pure lavorare. C'è un essere invisibile che sovrasta, a cui far vedere che si è i bravi bambini e da guadagnarsi dei premi. E mettiamo in conto tutta mentalità, le pressioni sulle donne ed il corpo delle donne. Per cui sì, viene insegnata la divina prostituzione casalinga.
    Più in generale, donne e uomini, è un prostrarsi e prostituirsi davanti ad un essere particolare, ultraterreno, che avrebbe potere di vita e di morte su tutti.
    Inutile negare l'evidenza.
    Si crede in Dio perché se ne fa esperienza concreta, Laura. Non è che ci si sposa e si generano figli perché lo dice il Signore.....
    Lui indica una strada, un percorso di Vita che conduce alla felicità e alla piena realizzazione le persone. Molti non si fidano e preferiscono fare altrimenti. Noi, attraverso il Matrimonio, la Sessualità vissuta come Dono, la nascita dei figli, il loro accudirli e educarli cristianamente, abbiamo appurato e constatato che la Promessa di Dio era vera, che la Promessa di Dio si è compiuta, che la Promessa di Dio è stata mantenuta....
    amate i vostri nemici

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato