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Discussione: Svalutazione galoppante: il vecchietto.

  1. #1

    Svalutazione galoppante: il vecchietto.

    Cominciamo senza ipocrisie: l’obsolescenza dell’anziano è un fatto oggettivo. Certificato bio.
    Non una colpa, non un’ingiustizia cosmica, ma un dato strutturale. In un mondo che cambia in fretta, chi ha imparato lentamente resta indietro. L’esperienza, un tempo capitale essenziale, oggi perde valore d’uso. Non perché sia falsa, ma perché arriva tardi, parla un’altra lingua, risponde a domande che non vengono più poste.
    Oggi quel capitale é svalutato. Il mondo corre su binari di immediatezza e l’anziano, per definizione, procede a passo umano. "Lento pede", come si diceva ai suoi (bei) tempi. Non parla il dialetto del virtuale, inciampa tra password e app, e guarda l’AI con lo stesso sospetto con cui un contadino guardava il primo trattore: utile, sì, ma dove finisce il senso del lavoro?
    Così l’esperienza, che prima era bussola, viene trattata come una vecchia mappa: affascinante, ma superata.
    Nel lontano passato il vecchio era indispensabile. Non per prestigio morale, ma per necessità. Era deposito di conoscenza vitale: sapeva come sopravvivere, come curare, come riparare, come gestire un gruppo, che fosse famiglia o tribù o una comunità. Stava in casa perché la casa aveva bisogno di lui. Il suo sapere non era decorativo: serviva. E quando qualcosa serve, nessuno la chiama obsoleta.
    Oggi quella funzione è venuta meno. La conoscenza è esternalizzata, automatizzata, continuamente aggiornata.
    Il sapere dell’anziano non solo appare superato, ma talvolta viene percepito come dannoso: rallenta, frena, introduce prudenza dove si chiede slancio. “Così si è sempre fatto” non è più saggezza, ma sospetto. Il vecchio non è più maestro: è intralcio.
    Accertato questo dato, la questione diventa politica e civile, non sentimentale.
    Che cosa fa una società con una fascia crescente di persone oggettivamente obsolete dal punto di vista produttivo, tecnologico, organizzativo, e quindi tendenzialmente a-sociali?
    Le opzioni sono poche, e alcune inquietanti. La più brutale è la rimozione: anticipata o mascherata, esplicita o amministrativa. L’eutanasia di massa a età fissa è l’incubo che nasce quando il linguaggio dei costi sostituisce definitivamente quello dei valori.
    L’alternativa è meno efficiente, ma più civile: il modello museale. Se il vecchio non serve più a far funzionare il presente, serve a spiegare come il presente è diventato possibile. Come certi strumenti antichi, non li usiamo più, ma li conserviamo perché senza di essi non saremmo qui, come il raschiatoio di ossidiana in una vetrinetta male illuminata, con una polverosa etichetta.
    Il museo non è un parcheggio: è un riconoscimento. Dice che qualcosa ha esaurito la funzione pratica, ma non il significato.
    Questo implica una trasformazione culturale non banale. L’anziano non va celebrato come falso giovane né costretto a simulare utilità che non ha più.
    Va riconosciuto per ciò che è: memoria incarnata.
    Non guida il cambiamento, ma lo rende intelligibile. Non accelera, ma mette in prospettiva. È un freno, sì, ma anche i freni sono dispositivi di sicurezza.
    Naturalmente il museo costa. Anche i reperti costano. Anche la conservazione costa. Ma una civiltà che accetta di sostenere ciò che non produce dimostra di non essere riducibile a un’azienda. La linea di confine è sottile ma decisiva: o si conserva ciò che non serve più, o si elimina ciò che non rende.
    Alla fine, il punto non è se il vecchio sia obsoleto. Lo è.
    Il punto è come una società possa gestire la propria obsolescenza interna. Perché il modo in cui tratta i suoi anziani non dice nulla sul passato, ma tutto sul futuro che intende darsi.
    Sì, il "vecchio" è obsoleto.
    Ma tra l’eutanasia a calendario e il museo c’è la differenza che passa tra barbarie e civiltà:
    la prima elimina ciò che non serve più, la seconda conserva ciò senza cui non sarebbe mai esistita.

  2. #2
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Mah, sto pensando ai vecchi intellettuali, come Corrado Augias o Paolo Mieli che ancora guidano dei programmi di cultura molto seguiti: museo? Anche no! Augias, novantenne, è quanto di più intelligente si possa trovare in tv.
    Certo, non tutti abbiamo i suoi orizzonti.
    Ma dalle tue parole mi pare di cogliere il messaggio che quasi nessuno ascolta o segue più i vecchi, o mi sbaglio? Ma dico, anche quelli che non hanno una grande preparazione culturale e non scrivono libri, magari avranno altri interessi: la nonna esperta in ricette di cucina, il nonno magari in lavori fai da te, e con cui si può intavolare dei discorsi interessanti…
    Per tacere del fatto che chi è in salute può seguire ancora corsi di ginnastica, fare viaggi, andare a teatro o al cinema, fare vari corsi… in quante città ci sono le università della terza età, dove si imparano lingue, si ampliano gli orizzonti culturali in vari settori, oppure ci si dedica al bricolage?
    Voglio dire, a me pare che la vecchiaia in buona salute non sia una brutta cosa; finalmente si ha del tempo da dedicare a sé, se non si deve fare i nonni a tempo pieno, sostituendo la funzione degli asili nido, oppure se non si cucina per tutta la famiglia, nipoti compresi.

  3. #3
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Quando inizia la vecchiaia?

  4. #4
    Citazione Originariamente Scritto da Ninag Visualizza Messaggio
    Quando inizia la vecchiaia?
    Il koan del Vecchio Bonzo Kha-Gon

    Chiese l'allievo Nin Agh al Maestro Kha-Gon:
    - Quando inizia la vecchiaia? tu, così decrepito, te lo ricordi?
    Kha-Gon prese il bastone e lo spaccò in testa a Nin Agh affinché meglio memorizzasse il suo insegnamento.
    Poi disse:
    - La vecchiaia inizia quando ci si chiede: "quando inizia la vecchiaia?".
    Nin Agh ebbe l'illuminazione e rispose:
    - Grazie Kha-Gon, sei davvero un emerito bonzo e gran figlio di Budda! -.

  5. #5
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Ecco allora io mi sento vecchia!
    Perchè per quante citazioni edulcorat, aforismi filosofici su vecchiaia, sentirsi giovani dentro, avere interessi e sempre obiettivi da raggiungere, sogni quant'altro, ecc....bisogna fare i conti con la salute....le malattie degenerative o meno che possono colpire lungo il percorso, fare i conti con le disabilità future e certe proprie o quelle di chi ti è vicino, e non parlo solo di genitori ma dei compagni di vita.
    Certo l'Augias di turno ancora attivo benvenga, ma chi deve fare da "badante" ai propri vecchi e ha tutto sul gobbo o il futuro certo di badante del proprio compagno come si dovrebbe sentire?
    Io mi sento già vecchia e badante da un paio di anni....non mi sento più giovane manco dentro.

    Prima o poi si sa che tutti avremo bisogno di qualcuno che badi a noi questo è certo a meno di schiattare sul colpo ad un'età ancora diciamo "giovane" ma a volte il destino è veramente crudele con alcuni e meno con altri.
    Ne parlavo giusto ieri con una coppia di conoscenti incontrati in piazza...."noi se facciamo 15gg di fila di vacanza all'anno è già tanto...." Staccare ne abbiamo tutti la necessità.

    Il vecchio..."patrimonio dell'umanità" certo, quando è una risorsa, fonte di esperienza, e storia, utile e attivo, che si arrangia ma un "peso" quando non più autosufficiente o soffre di gravi patologie.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  6. #6
    Citazione Originariamente Scritto da Ninag Visualizza Messaggio
    Quando inizia la vecchiaia?
    ...dopo il primo sculaccione di "benvenuto/a alla vita" dell'ostetrica...

  7. #7
    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    ...Voglio dire, a me pare che la vecchiaia in buona salute non sia una brutta cosa...
    I "vecchi in buona salute" ( se dotati di mezzi e cultura) cercano, ovviamente di "vivere bene".
    Per la società, svolgono il ruolo di "consumatore" di beni e servizi, usando beni "di rendita" e non frutto di produzione "diretta".
    Attività, quindi, di minimo valore aggiunto (se non inesistente...."spreco" )

    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Il vecchio..."patrimonio dell'umanità" certo, quando è una risorsa, fonte di esperienza, e storia, utile e attivo, che si arrangia ma un "peso" quando non più autosufficiente o soffre di gravi patologie.
    ...i "Musei" costano...

  8. #8
    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Ecco allora io mi sento vecchia!
    Esclusi i presenti
    Manco a dirlo

  9. #9
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Io penso che l'anziano dovrebbe essere patrimonio dell'umanità.
    Sono stata oggi in casa di riposo a fare un servizio sulla festa dei centenari. Quella più in forma era una 104enne che ancora se ne stava ritta sulla sedia a rotelle e, a parte la sordità, era lucidissima. Si è anche fatta intervistare.
    E penso a mia nonna, che era così, e che è arrivata comunque quasi a 103 anni. Ed è sempre stata una delle persone più importanti della mia vita. Nonché quella che mi ha insegnato di più.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  10. #10
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    Ma a che età si diventa anziani ? I gerontologi distinguono tra pre-senescenza, senescenza graduale e senilità.

    L’Organizzazione mondiale della sanità definisce età media quella tra i 45 ed i 59 anni; età avanzata quella tra i 60 ed i 74 anni, vecchiaia quella dai 75 anni.

    Quando si lascia la vita lavorativa il pensionamento costituisce un periodo cruciale per l’individuo. Ci sono persone che si deprimono ed altre che sono liete per la libertà, per il tempo a disposizione. La libertà è il respiro della vita, un respiro che per molti anni ci viene sottratto dal lavoro, spesso noioso, ripetitivo, non adatto alla propria personalità.

    Attorno al lavoro ruota molta parte dell’esistenza delle persone, e bisogna distinguere tra chi svolge un’attività o professione gratificante e chi no. Nel primo caso la soddisfazione economica, il successo, la carriera, non spingono a lasciare il proprio lavoro. Altri lavoratori, invece, vedono nel traguardo dell’agognata pensione la fine di una banale e talvolta mortificante routine.

    La libertà dal lavoro dipendente serve per recuperare l’affettività che è stata trascurata, per dedicarsi alle attività che piacciono, ai viaggi, alla cultura, l’arte.

    Quando si lascia il lavoro e socialmente si comincia a far parte dei pensionati, può essere traumatizzante e deprimente per molti. Diventa preoccupante avere il tempo libero. Invece il bello della cosiddetta “terza e quarta età”, soprattutto dopo un’esistenza laboriosa e proficua, è proprio la libertà ed il piacere di essere sé stessi. Non c’è più l’assillo del “costruire”: la famiglia, la professione, il patrimonio, le case. Si gode il tanto od il poco che si è stati capaci di creare.

    Se economicamente l’ammontare della pensione permette all’individuo di vivere senza l’angoscia di come arrivare alla fine del mese se i soldi finiscono prima, se non c’è più l’ossessione di accumulare il denaro, il possesso delle cose o come avere e mantenere il potere, allora è il momento di pensare al piacere della convivialità, all’apertura verso gli altri.


  11. #11
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    I "vecchi in buona salute" ( se dotati di mezzi e cultura) cercano, ovviamente di "vivere bene".
    Per la società, svolgono il ruolo di "consumatore" di beni e servizi, usando beni "di rendita" e non frutto di produzione "diretta".
    Attività, quindi, di minimo valore aggiunto (se non inesistente...."spreco" )



    ...i "Musei" costano...
    E lo so, di ultracentenari autosufficienti istruiti e lucidi credo ce ne siano pochi in case di riposo, la maggioranza di quelli che finiscono in casa di riposo sono messi maluccio, spesso in RSA con gravi patologie e disabilità che altrimenti impegnerebbero 24ore su 24 i figli o chi per essi.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  12. #12
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    gli anziani possono anche detenere un potere economico preponderante - così è da noi, proprietà, patrimonio, posizioni gerarchiche apicali e non soggette al pensionamento del travet; e politica;

    possono essere "saggi" e ben ispirati, ma pure perseguire obiettivi folli a causa di un immaginario angusto, frutto della ridotta aspettativa di vita: se accade a un leader di potenza nucleare, possono essere guai; ma anche riguardo all'ambiente, ci sta una visione Luigi XV, dopo di me, stigranca;

    io creerei grandi ospizi - personale economizzato; con l'AI, la possibilità di offrire a ognuno percorsi di svago personalizzati, secondo anagrafe e variabili idiosincratiche; e la possibilità di riciclare materiale; a rdc fai realizzare tutorial di cucina e fisica, approcci all'apprendimento; LadyHawke ci insegna yoga o propedeutica, ecc... la porzione tra il pensionamento e l'incapacità, per molti si potrebbe gestire su questo modulo, visto che i mezzi tecnici costano poco e possono comunque integrare i percorsi di apprendimento volontari;

    dovessi amministrare io un percorso del genere, pagherei gli anziani; si sentirebbero valorizzati, starebbero meglio, e costerebbero meno in termini di sanità;

    ultimo punto, essenziale: nessuna famiglia giovane tiene senza un contorno umano di prossimità, giovane o meno; l'isolamento degli anziani autosufficienti è un'idiozia, per la stessa sopravvivenza delle generazioni "efficienti", che tali restano solo fino al sovraccarico del ruolo; per chiarire, tipo le coppie in cui si è "tutto il mondo emotivo " del partner; da manicomio...
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #13
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio

    io creerei grandi ospizi - personale economizzato; con l'AI, la possibilità di offrire a ognuno percorsi di svago personalizzati, secondo anagrafe e variabili idiosincratiche; e la possibilità di riciclare materiale; a rdc fai realizzare tutorial di cucina e fisica, approcci all'apprendimento; LadyHawke ci insegna yoga o propedeutica, ecc... la porzione tra il pensionamento e l'incapacità, per molti si potrebbe gestire su questo modulo, visto che i mezzi tecnici costano poco e possono comunque integrare i percorsi di apprendimento volontari;


    Vai a dirglielo a mia madre :D
    Che si è rinchiusa completamente in casa e non ha altri contatti che noi, eppure cammina benissimo, non è demente, riesco a farla uscire solo per procurarsi i farmaci quando li faccio prescrivere dal medico curante.
    Se vuoi te la passo volentieri. :D
    A casa sua secondo lei non entrerà mai nessuna badante, manco quando non sarà più totalmente autosufficiente, che la fa correre via lei.
    Sto combattendo con la sua "zucca dura" a causa di un dito della mano ulcerato e dita scure che non vuol più farsi medicare in casa e manco andare dal medico.
    Lei sa come curarsi, certooooo come no, intanto fatica a guarire.
    Io mi sto esaurendo tra uno e l'altra anziani, alla fine mio padre è più collaborativo, e il futuro che ho davanti non è roseo....
    Altro che metterli in casa di riposo, ti ci fanno finire te al....manicomio :v
    O sono io che mi preoccupo più del dovuto e dovrei lasciar che vada come vada, fregarmene della loro salute, fare solo il minimo e solo se richiesto, e al limite se proprio stramazza al suolo o non di sveglia più chiamare il pronto soccorso.

    Quando si diventa anziani e l'ho visto con mia suocera, molti diventano in un certo senso egoisti, credono, sono convinti di potersi arrangiare sempre da soli, e rifiutano aiuto esterno, ma più o meno consapevolmente si appoggiano ai figli, per forza di cose magari quando è tardi.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  14. #14
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
    Vai a dirglielo a mia madre
    ...
    Quando si diventa anziani e l'ho visto con mia suocera, molti diventano in un certo senso egoisti, credono, sono convinti di potersi arrangiare sempre da soli, e rifiutano aiuto esterno, ma più o meno consapevolmente si appoggiano ai figli, per forza di cose magari quando è tardi.
    con quella generazione è più difficile, perché sono poco intellettualizzati, più che poco istruiti;

    se avessi avuto figli, una delle tre cose su cui avrei insistito - oltre alle lingue e un minimo di educazione fisica - sarebbe stato coltivare un'attività creativa in cui si è indipendenti da condizionamenti esterni, tipo gioco dei bambini; tu ci sei arrivata con lo yoga; io ho la musica, e ora mi bombardo anche un po' di tedesco; potersi ancorare a una meta gratificante, anche solo per un'ora al giorno, oltre a tenere vive certe capacità cognitive, apre le finestre della mente e fa uscire l'aria malsana dell'avvitamento sui propri psico-cazzi che non vanno, dove la gratificazione dipende solo da te; nessuno ti può privare della consapevolezza di quel tuo momento di relazione con un risultato oggettivo;

    ma serve una propensione a giocare molto seriamente, come i bambini; cioè, mentalizzare, concettualizzare; l'ingegnere qui deve anticipare che l'ingrediente deve essere quello e non un altro, e non per fanatismo persecutorio, ma per quella cosa un po' zen o ritualità giapponese che porta a identificarsi nel percorso; i più fortunati tra noi possono già farcela; per dire, mia madre - buona cultura musicale da ascoltatrice - a 80 anni si è messa a studiare pianoforte, oltre a leggere molto;
    insomma, se si investe sulle persone, quando quelle diventano anziane magari hanno qualche possibilità in più per non essere del tutto zombi e incazzati.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #15

    autoglorificatorio:
    son riuscito a far riapparire axe


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