Fiume: Giordano
Nazione/i: Giordania, Israele, Siria e territori controllati dall'ANP
Descrizione: fiume causa di guerre per l’acqua. Il Giordanoha registrato negli ultimi decenni un calo di portata di circa l'80-90%.
Mentre solo il 3% del bacino del Giordano si trova in Israele, il fiume soddisfa il 60% delle esigenze idriche del
paese.
Il Mar Morto , sempre meno alimentato dal Giordano e molto sfruttato dalla Giordania e da Israele, vede scendere
il proprio livello da parecchi anni.
A questa riduzione corrisponde un progressivo aumento della salinità del mare. Negli ultimi 40 anni il livello del
Mar Morto è sceso da -385 a -405 metri.
Il Lago Tiberiade è al suo punto più basso negli ultimi cento anni; dal 1993 è sceso di quattro metri. La causa di
questa riduzione è il prelievo di acqua dal Giordano a monte del lago effettuato da Israele per portare acqua nel
Negev (National Water Carrier Project).
Obbligando il fiume verso il lago Tiberiade si è avuto un drastico aumento della salinità dell’acqua del Giordano ed
un graduale incremento di salinità del terreno agricolo.
Cause: Secondo una ricerca condotta dall'università di Haifa, i paesi della regione sono stati presi dalla "mania di progetti di sviluppo tendenti a uno sfruttamento a larga scala delle acque dei fiumi". Il loro unico obiettivo è di aumentare la produzione alimentare. Per cui si costruiscono molte dighe ignorando i diritti e le esigenze dei paesi limitrofi, con un impatto negativo anche sulla qualità dell'acqua. In aggiunta a ciò è in atto un eccessivo drenaggio della terra, mentre i pozzi e le falde corrono il pericolo d'infiltrazione di acqua salata. Purtroppo le politiche idriche nazionali non tengono conto nè delle esigenze dei paesi limitrofi, nè di quelle delle future generazioni.
In particolare, lo sviluppo programmato dell’agricoltura in un contesto semidesertico ha condotto Israele a trasferire grandi quantità d’acqua per l’agricoltura. E’ stato calcolato che se i costi reali delle risorse idriche venissero fatturati, persino esportazioni a forte valore aggiunto come quella degli agrumi non risulterebbero più vantaggiose.
Se i coloni israeliani possono permettersi d’investire in sistemi d’irrigazione a goccia, lo Stato e i contadini giordani e degli altri paesi del bacino non ne hanno i mezzi o non vogliono (i proprietari terrieri della Giordania pretendono che l’acqua sia gratuita e non ricorrono al riciclaggio). Inoltre, in Giordania le condutture per il trasporto perdono ogni anno il 48% dell’acqua convogliata. In Cisgiordania l’acquisizione delle risorse da parte degli israeliani priva il settore agricolo palestinese dei mezzi per accrescere la propria produzione, tanto che a Gaza l’acqua è diventata così rara che persino la soddisfazione dei bisogni primari (bere, lavare e cucinare) è messa in pericolo.
Nel 2000 il 50% delle coltivazioni in Israele era irrigato artificialmente; viceversa, i villaggi palestinesi consumavano solo il 2% dell’acqua usata da Israele. Israele consuma l’82% dell’acqua della Cisgiordania, mentre i palestinesi ne usano tra il 18 e il 20%. I due terzi dell’acqua consumata da Israele origina in zone oggi sotto controllo perché conquistate con la forza, nelle alture del Golan e della Cisgiordania.
A che punto siamo? Le tensioni tra arabi e israeliani per l’acqua sono cominciate nel 1948 con il lancio del piano israeliano per la
realizzazione di una conduttura idrica che prelevando acqua dal Giordano
consentisse di far fiorire il deserto del Negev (National Water Carrier
Project). Nel 1955 il piano Johnston stabilì le quote d’acqua di Giordano e
Yarmuk fra i paesi del bacino.
L’accordo non è stato ratificato e negli anni successivi sia Israele che gli stati
arabi hanno continuato con i propri piani idrici. Nel 1964 Israele ha
bombardato le dighe sul fiume Yarmuk che la Giordania stava costruendo
dando inizio al conflitto arabo* israeliano per le risorse idriche. Nella
Guerra dei Sei Giorni nel 1967 il primo obiettivo bombardato da Israele è stato
il cantiere per la derivazione dei fiumi.
Con questa guerra Israele ottiene il Golan ed un reale controllo del
Giordano e delle acque del bacino. Da quel momento impedirà ai palestinesi
perfino la costruzione di nuovi pozzi che devono avere l’autorizzazione delle
autorità militari israeliane. Nel 1981 Israele impedisce a Siria e Giordania la
costruzione di una diga sullo Yarmuk e la realizzazione del progetto Maquarin.
Nel 1991 è stato istituito il Water Resource Working Group (WRWG)
con il compito di avviare tra gli Stati del bacino forme di cooperazione.
Nel 1993 la Dichiarazione dei Principi firmata tra Israeliani e Palestinesi
prevedeva la costituzione del "Programma congiunto di sviluppo
dell'Acqua" finalizzato ad un utilizzo equo delle risorse.
Nel 1994 il WRWG ha ottenuto la stipula di un primo trattato tra
Giordania ed Israele. Nel 1995 il Taba Interim Agreement fra Israele e Palestina ha per la prima volta riconosciuto il diritto all’acqua dei palestinesi.