ma i miliardi di lettori e spettatori di Bovary, Karenina, Bel-Ami ed epigoni sono realtà, passata da un'élite del tempo in cui le storie sono state pensate, alla massa;
in realtà, l'uomo preistorico, cioè, pre-agricolo, faceva in media due figli, e la popolazione infatti era bene che non crescesse, perché il sostentamento era ad alta intensità di consumo del territorio; cioè, per una comunità di 50 persone servivano spazi enormi di caccia e raccolta; la crescita demografica, assieme alla nozione di proprietà e di famiglia nucleare ha avuto inizio con l'agricoltura;Non credo di aver detto che i paesi evoluti non fanno figli in senso assoluto, ma ne fanno molti meno, mi pare dalle statistiche ne nascano sempre meno, dei paesi sottosviluppati.
La frase in grassetto:
la realtà dei fatti (per me) è che l'uomo preistorico nonostante non avesse tutele sul lavoro faceva figli,probabilmente più di quelli che si fanno oggi nei paesi evoluti,
e non è evoluzione, questa ? una politica sociale è anche quella che rende sostenibile la vita a famiglie ricomposte, con retribuzioni adeguate, ammortizzatori, edilizia, ecc...per altri motivi certamente. Le generazioni passate, prebelliche, soprattutto povere, addirittura facevano 6-7 figli. Da noi anzi, paese evoluto, spesso le donne devono scegliere se mettere al mondo figli o lavorare. Mi dirai che nei paesi del nord le politiche favorevoli alla famiglia e alla maternità consentono di avere da uno a quattro figli tranquillamente e di questo ne do atto.
Ma secondo me non dipende dall'evoluzione o meno, ma nella società moderna dalle politiche attente a questo problema sociale.
la stessa questione dell'istruzione, lavoro e remunerazione femminile incide fortemente nell'autodeterminazione e capacità di sottrarsi ad un matrimonio infelice; snza lavoro, casa, soldi, dove vai ?
perché la definizione di pippe mentali è effettivamente un giudizio, forse dal sen sfuggito; ma piuttosto rivelatore; altri qui hanno parlato di "egoismo" di "rifiuto di combattere", ecc...Non capisco perchè mescoli un post diretto a Dark con il discorso generalizzato che ho fatto sulla contrapposizione tra culture differenti, civiltà come la nostra che si fa"pippe mentali" inteso come ci facciamo tanti problemi che gli immigrati non si fanno( mi ci sono inclusa anch'io nelle pippe neh, non era intenzione giudicare scelte personali, ma solo di fare un discoso generale contrapposto).
Non è mia intenzione giudicare le scelte personali,naturalmente ognuno ha le sue ragioni e non è che per forza si debbano mettere al mondo figli per sentirsi realizzati, ma la natura fa comunque il suo corso, cioè quello di perpetrare la specie(umana in questo caso) e bilancia quindi non vedo perchè leghi le due cose insieme.
il paragone con le società povere cui si attribuisce la forza della fame, è un filone tradizionale del pensiero, da millenni: i romani erano barbaros, balbuzienti, per i greci, salvo poi grecizzarsi a loro volta e avere vati che rimpiangevano le antiche virtù, ma di seconda mano;Come già esposto non era mia intenzione giudicare scelte personali ma guardare il fenomeno inquadrato in un contesto più ampio, tu hai legato le due cose che si trovano in due discorsi e contesti separati.
Se un giudizio generalizzato mi tocca, mi colpisce forse, perchè mi immedesimo, se evito d'immedesimarmi ma lo guardo con distacco in un contesto più ampio fa un effetto diverso, ok probabilmente è sbagliato dire "pippe mentali" , meglio dire "farsi problemi", problemi diversi delle società occidentali, da quelle più povere
difficilmente una cultura sociale che vive nel reale riesce ad immaginarsi potente e mitica, perché è la realtà stessa, multiforme, ad evidenziare solo i lati spiacevoli, dando per scontati quelli positivi; di solito, si accorge dell'inghippo solo chi sia abituato a confrontare i dati di realtà; oggi ci lagniamo di una crisi, di un impoverimento, delle invasioni di immigrati; magari tra un secolo gli europei avranno ricominciato a massacrarsi, come nei millenni passati, e questa verrà ricordata come un'età dell'oro di pace e libertà, circolazione di persone, idee: pensa che nella Milano di un secolo fa potevi trovare gente di tutti i tipi, mangiare come in Giappone o Etiopia, trovare prodotti di tutti i tipi, che oggi sono proibiti; le persone vivevano come volevano, senza dover rendere conto a nessuno, purché rispettassero la legge...
no, anzi; sono interessanti tutti i punti di vista;Mi rendo conto che anch'io "non so parlar d'amore" e capace di farmi comprendere, forse meglio che mi taccio.
certo che se uno se ne uscisse con discorsi tipo: ah, la famiglia tradizionale... quella roba in cui i coniugi a 30, 35, 40 anni sono morti alla passione, trombano, se va bene, una volta al mese e passano la vita a sognare l'avventura col collega d'ufficio; magari qualche volta la vivono pure e più sognano, più evitano l'intimità, che è il momento di verità, in cui ognuno si accorge dei pensieri dell'altro, e li rimuove... poi fanno figli che educano alla stessa morte, che avviene per depressione e somatizzazione di quell'infelicità;
questa è più o meno l'arrière pensée di una persona da pippe mentali standard, incentrate esattamente su questa percezione, mutuata dalla propria storia famigliare e da ciò che si vede attorno, e che i "tradizionalisti" a loro volta si raccontano come debolezza, egoismo, ecc...
allora, come sempre, forse sarebbe più utile partire dall'osservazione del dato reale, al netto delle osservazioni e dei commenti di natura valutativa:
cosa succede nella realtà osservabile, che vediamo tu ed io allo stesso modo, fatti, numeri ? a cosa si può imputare in termini causali ? ecc... e solo dopo esprimere valutazioni, giudizi...