Originariamente Scritto da
axeUgene
che le persone libere siano più infelici è una supposizione che può essere interpretata anche come invidia di quella libertà, ma ti riconosco un fondamento:
poter scegliere implica l'angoscia della rinuncia a ciò che non si sceglie; è un tratto umanissimo sul quale non ho alcuna censura in via di principio; però, accontentarsi può implicare dei prezzi poco sostenibili alla lunga; pragmaticamente, io valuto così:
secondo me, una persona risolta nella fede, dovrebbe comunicare serenità, affetto, comprensione e indulgenza; sono sentimenti che si tagliano col coltello, quando li incontri;
al contrario, devo constatare che nelle sue posizioni Cono comunica angoscia, anche quando fa discorsi formalmente affettuosi; come una persona che sorrida con la bocca ma abbia uno sguardo irato;
percezione mia ? parrebbe di no, visto che tantissime persone qui, normali, madri e padri di famiglia, per niente eccentrici, avvertono la stessa aggressività e pena;
lungi da me giudicare, tanto meno chi esprima una fragilità; ma se pretendi di testimoniare una cosa bella, forse funziona meglio se il tuo essere comunica quella bellezza;
te la metto alla rustica, anche se magari da terragno non coincidono le predilezioni alimentari:
se tu stai davanti a 'na bella frittura di pesce fatta ben bè, non guardi e critichi i piatti degli altri; la libertà:
Cono pare un bambino in spiaggia che ha paura dell'acqua dove non si tocca; vede gli altri bambini felici che bevono, hanno gli occhi rossi e i polpastrelli a righe;
vorrebbe anche lui, ma ha paura, e allora grida ai compagnucci che è pericoloso quello che fanno, è male; così, la sua condizione gli pesa di meno e la mamma che lo tiene in maglietta e berretto da marinaretto sotto l'ombrellone è contenta e gli compra il gelato;
questo è quanto vediamo tutti qui: paura e angoscia, bisogno di controllare e svalutare ciò che smentisce le sue scelte, le quali, evidentemente, non si promuovono da sole.