Citazione Originariamente Scritto da Arcobaleno Visualizza Messaggio
Tu dai per scontato che Francesco traesse gioia dalla vita che conduceva. Per me non è assolutamente vero. Aiutare e amare il prossimo poteva dargli una certa gratificazione, ma la gioia guardava al futuro, altrimenti non avrebbe chiamato sorella la morte, dimostrando che questa vita non gli dava nessuna gioia, ma ambiva ad andare oltre.
Ti pare che se uno traesse gioia dalla vita che conduce morirebbe serenamente o addirittura sarebbe contento di morire?
non escludo che la tua interpretazione abbia qualche fondamento, benché l'iconografia e il senso francescani sono generalmente intesi ad uno stato di beatitudine in vita;
La gioia di Paolo fu questa: Ecco, sono arrivato al traguardo e ho mantenuto la fede!
Non fu: Ecco, ho gioito in vita e adesso gioirò pure dopo morto!
La morte per il credente non è il passaggio da una gioia terrena a una celeste, bensì il passaggio da una sofferenza terrena a una gioia celeste.
beh, se dice "ho gioito in vita", o anche "non puoi dare gioia agli altri se non l'hai dentro di te" la tesi della sola sofferenza è poco sostenibile;

ma non è questo il punto, nel merito;

io ti facevo presente, quanto a metodo dialettico in relazione al senso, che se assumi la sofferenza e la privazione come segno di pregio morale e devozione, indici più o meno consapevolmente una gara alla surenchère quasi senza fine, su cui non hai alcun controllo;

basta che ci sia un qualsiasi altro predicatore che trovi un modello più ascetico del tuo e la tua credibilità è distrutta per sempre; qualunque distanza - non necessariamente tua personale, ma di enunciato - dalla santità ti relega - relega la tua predicazione - all'indifferenza; per questo hanno dato fuoco a Savonarola;
quando hai uno così, a parte le sue ragioni, non hai più alcuno spazio di agibilità;
ti accuso pure del tuo piatto di spaghetti, asserendo che dovresti contentarti di un pugno di riso al giorno; la tua casa diventa una reggia perché non è una capanna di fango, ecc...
perché questo è avvenuto tra le prime eresie pauperistiche e le guerre di religione, fino alla rincorsa di pietisti e pauperisti, giunta pure in America;
quando si producono queste dinamiche - bada, a prescindere dalle questioni di merito dottrinario - l'effetto certo è la distruzione del (prestigio del)la religione;

se vedo litigare o competere i religiosi, l'effetto è quello dei combattimenti tra cani; infatti, i religiosi intelligenti hanno smesso di beccarsi, anche se fanno fatica.