Non ho capito. La magia offrirebbe questo, la leva sul desiderio o bisogno di qualcosa eventualmente sperato come reale, possibile, mentre le religioni, tipo quella di casa nostra, no?
Intendi che una roba tipo la resurrezione non ha un immaginario, nel senso che non c'è un fenomeno a cui fare riferimento nella vita reale?
Sono di coccio anche io, ma non comprendo bene il discorso del non poter immaginare qualcosa e della mediazione di un costrutto di rimando, non uguale al credere del credulone.
Per quanto riguarda il discorso cognitivo, è quell'andare alla ricerca e alla radice dei meccanismi del credere, che sia la psicologia intuitiva, ingenua, la tendenza ad attribuire nessi di causa, i bias, la teoria della mente, quindi attribuire stati mentali agli altri, cosa che si amplia anche all'esterno dei membri della specie umana e agli oggetti ecc..., quello che, insomma, ci troviamo come bagaglio innato e che probabilmente ha influito ed influisce anche adesso sulle credenze e la loro formazione, le spiegazioni sui fenomeni nel mondo e la creazione di entità magiche, sovrannaturali dotate di mente ed intenzioni. Aggiungiamoci poi la parte emotiva di ciascuno che gioca il suo ruolo.
Son cose che già sono venute fuori altre volte in discussioni simili.