questo discorso, ha un senso non scientifico e, fondamentalmente, irrazionale; si presta alle strumentalizzazioni più disparate;
questo perché illustra ideologicamente una circostanza, e solo quella:
il pregiudizio deterministico del singolo, o di una società nei confronti di un singolo che appartenga ad una cultura diversa, a prescindere dalla manifestazione dei suoi comportamenti;
definire questo come "razzismo" è un'operazione impropria e mistificatrice sotto il profilo semiologico e ideologico, e ti spiego subito il perché:
il ragionamento che hai posto ad esempio, non è nient'altro che un pregiudizio probabilistico, per quanto esecrabile, iscritto in una dinamica interculturale ovvia e, in un certo senso "sana", di inversione dell'onere della prova:
se tu ribalti la prospettiva, e ti poni nella prospettiva di una turista che va a Rio, non affermi che tutti gli abitanti delle favelas siano delinquenti; ma in concreto non ti addentri in quell'ambiente, perché nutri un fondato e razionale pregiudizio che in quell'ambiente socio-culturale saresti a rischio;
qui la questione si sposta sulle dinamiche interculturali, che riguardano collettività , non determinismi biologici; e gli esiti ideologici sono parecchio controversi;
perché l'attribuzione di una personalità alle società /culture, implica esattamente quell'omogeneizzazione razzista che ripudi quando denunci il presunto "razzismo culturale";
l'esempio tipico è quell'ideologia trasversale e viziata di inconsapevole eurocentrismo che propugna un non definito e non definibile "rispetto delle altre culture", laddove queste sono espressione di semplici equilibri di potere;
cioè:
se la "cultura iraniana" prevede che i froci, siano impiccati, quella afgana che le adultere siano lapidate, o quella delle tribù somale l'infibulazione, tu potresti vantarti immacolata da razzismo culturale se ti astieni dal postulare la superiorità dei nostri costumi;
io potrei accusarti di razzismo, perché ammetti per "loro" una condizione che mai accetteresti per tuo fratello, tua sorella, tua figlia o i tuoi concittadini, "noi";
stabilire un vincolo di continuità concettuale e ideologica tra il determinismo biologico razzista e una fisiologica dinamica di diffidenza culturale - al di là di un contesto scientifico dove conduci un'operazione concettuale per mostrare ipotesi - è un'operazione mistificatoria poco intelligente;
per dire, chi accusi Salvini di essere razzista, è un cretino, perché si convince a sfruttare un argomento insensato pur di incassare un plauso acritico, ma si priva, e priva gli altri, degli strumenti concettuali per comprendere davvero la natura politica di quella posizione e i relativi accadimenti.