Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
Ammesso che abbia tutto questo desiderio di ammmmore e condivisione, ha senso che, vista l'onniscienza, faccia questa creazione dove sa già che appare il male e tutta questa ggggioia non c'è?
L'annoso problema del male è sempre lì che aleggia "nell'aire" e scansato in vario modo.
Eppure sarebbe tanto semplice. Una volta detto che esiste un unico dio che crea tutto, che sa la differenza fra bene e male, è ovvio sapere da dove origina quest'ultimo.
Purtroppo la religione cristiana ha da sempre gettato cacca addosso all'uomo deresponsabilizzando l'unico essere che sarebbe il vero responsabile di tutto essendo il creatore ed avendo deciso le regole e le caratteristiche della creazione e del suo funzionamento.
Rispondo subito alle tue obiezioni per correggere un mio errore: anche la condivisione della gioia è scritturale. A volte penso che alcuni pensieri siano originali miei, mentre invece sono la conseguenza delle mie letture. Preferisco fare la correzione qui e lasciare l'errore nell'intervento precedente, per permettere anche a chi già letto l'errore di vederne la correzione.
Nella Brhadaranyaka Upanisad, testo induista:

In principio l’universo era il solo Atman (1) (assoluto) in forma di purusa (2) (uomo cosmico). Guardandosi attorno, non vide nulla all’infuori di sé. Disse per prima cosa: - Questo son io! - e da ciò nacque il vocabolo “io”.
...
Poiché egli prima che ogni cosa esistesse bruciò tutti i mali, per questo è chiamato purusa. Colui che così sa brucia chi vuol precederlo.
Egli ebbe paura; per questo chi è solo ha paura. Poi pensò: - Dato che nessun altro esiste al di fuori di me, di chi debbo temere? - E allora il suo timore si dissolse. Di chi avrebbe dovuto temere? E’ quando c’è un altro che nasce la paura.
Egli non provava gioia; per questo chi è solo non prova gioia. Allora desiderò un secondo. Ora egli occupava tanto [spazio] quanto un uomo e una donna insieme abbracciati. Egli si divise in due e quindi sorsero il marito e la moglie. Per questo Yajnavalkya diceva: - Noi siamo ciascuno una metà. - Per questo il vuoto è riempito dalla donna. Egli si congiunse con lei e ne nacque la stirpe umana.
La femmina pensò: - Come mai dopo avermi da sé generata s’unisce con me? Orsù, bisogna che io mi nasconda. - Diventò vacca, l’altro [si fece] toro, s’unì con essa e nacquero i bovini. Diventò giumenta, l’altro stallone; diventò asina e asino l’altro: si unì con essa e nacquero i monoungulati. Diventò poi capra e l’altro becco; diventò pecora e l’altro montone: si unì con essa e nacquero capre e pecore. Così generò tutte le coppie fino alle formiche.
Egli fu conscio di ciò: - In verità io sono la creazione, poiché io ho creato tutto questo universo. - Così si realizzò la creazione. Quando si dice: - Sacrifica a questo o a quest’altro dio. - e così via per tutte le divinità, [c’è un errore]: di lui soltanto è la creazione, egli soltanto è tutte le divinità. Colui che così sa diventa partecipe di questa sua attività creatrice. (I, 4:1-5)

Note:
1. Propriamente pronome riflessivo, “se stesso”, indica il principio della vita nell’individuo, l’anima individuale, che è identica con il principio della vita cosmica ossia con il Brahman. (Nota a Upanisad - Ed. U.T.E.T.)
2. “Uomo, spirito”. Indica sia il macrantropo originario da cui tutto l’esistente si genera, sia lo Spirito Supremo in cui tutto si risolve e che tutto domina, sinonimo pertanto di Atman, Brahman, Visnu, Siva; è anche sinonimo talvolta dello spirito individuato. (Nota a Upanisad - Ed. U.T.E.T.)

Non penso sia il caso di prendere alla lettera questo testo, però... l'uomo cosmico è presente anche in altri testi. Anche in un apocrifo biblico. Non sottovalutiamo.

Perchè ti riesce così difficile ammettere che il principio del male fu Satana? Per il motivo che questo ti impedirebbe di incolpare Dio? Nessun testo sacro incolpa Dio del male. Nessun credente ammetterà mai quello che credi tu. Poi tu sei atea, per te Dio nemmeno esiste...