il PD è un partito di stretta osservanza europeista, in stretta sintonia con l'asse Macron-Merkel-Schultz;
l'intento era quello di chiedere ossigeno nel quadro di una maggiore integrazione ed un appoggio in politica estera, soprattutto riguardo alla presenza russa nei Balcani, e per altre questioni spinosissime, la Merkel è incazzata come una biscia con gli austriaci, perché agli interni e agli esteri a Vienna ci sono i liberali di estrema destra, un partito dichiaratamente simpatizzante di Putin, il quale fa di tutto per sobillare i paesi di Visegrad al nazionalismo anti UE, e ostacolare la candidatura serba;
Giggetto e Salvini sono dichiaratamente euro-scettici, in vario modo, e simpatizzanti di Putin e favorevoli ad un disallineamento in politica estera; il tradizionale atteggiamento italiota che ci ha fatto prendere tante bastonate nella storia: crederci nipotini di Machiavelli e voler giocare gli uni contro gli altri, finendo per essere invisi agli alleati naturali, in quanto levantini inaffidabili, e disprezzati e scaricati dagli alleati per opportunismo;
con questi due personaggi, che risvegliano la tradizionale diffidenza dei nordeuropei, sarà parecchio difficile alla Merkel chiedere agli stati finanziariamente più conservatori le aperture di credito e l'elasticità che avrebbe incassato Gentiloni, e che sono il presupposto essenziale per una riforma del welfare;
anche perché per farla, serve un governo che ne abbia l'intenzione; se c'è Salvini, il diniego alla richiesta UE se lo appunta sulla giacca, come una medaglia.