fosse come dici, gli schemi dovrebbero riprodursi immutati nei secoli dei secoli;
invece, parrebbe che i modelli culturali producano cambiamenti nell'autorizzare ciò che è accettabile;
Cono, esci dal corpo di MagiostrinaOggi le coppie si sfasciano appena inizia ad andare male
a parte i ragazzini, questo non è affatto vero, se non nei rotocalchi di gossip; le coppie di gente che va a convivere o si sposa hanno fortissime motivazioni alla conservazione, perché cambiare abitudini e confort è veramente pesante, soprattutto per chi "soccombe" in termini di logistica;
lo stigma sociale e il range delle "convenienze" è molto più multiforme e sottile del dito puntato dei benpensanti; ci sono tutte le esortazioni e le aspettative dell'ambiente di prossimità, degli amici, parenti, ecc...e se non lo fanno è perchè, per un motivo o per un altro, vi trovano una convenienza, non certo per sfuggire alla stigmatizzazione sociale
tutte persone che magari in buona fede sono affezionate alla coppia, che oramai vedono come un unico, e anche rassicurate dalla conservazione, intimorite dai cambiamenti, un po' per genuina preoccupazione, un po' perché la circostanza è destabilizzante anche per loro;
senza fare una regola della mia esperienza, ho vissuto in prima persona circostanze di questo tipo, in cui una valutazione ragionevole della situazione avrebbe dovuto suggerire ad un esterno almeno di neutralizzarsi, laddove le circostanze mostravano situazioni compromesse;
sì, nella testa di Signorini(tanto oggi l'amante ce l'hanno quasi tutti).
va bene, accetto la tua ipotesi; però, allora, saresti capace di mostrarmi come si manifesterebbe - in coppia - quella che chiami "capacità di amare", oblativa e priva di tornaconto, nel frangente ordinario in cui il periodo di passione è finito e due persone fanno i conti col desiderio divergente e i bisogni non coincidono più ?
io non so dove tu veda tutta 'sta gente mentalmente organizzata per affrontare la crisi di coppia, e mi sembra proprio che tutto l'armamentario morale che informa i comportamenti delle persone sia dominato dalla colpa, dalla giustificazione - chi lascia, o spesso si fa lasciare, proprio perché dire "non ti amo più" è vissuto come un tradimento, un tabù;
io, se avessi dei figli, non vorrei che le loro decisioni siano influenzate dalla paura, a rimuovere i prevedibili esiti di situazioni compromesse.