a parte il fatto che nella mia esperienza - qualificata - di caserma non è che abbia sperimentato questo, anche tu alleni i tuoi figli al controllo delle loro emozioni quando li educhi a non fare capricci, ad apprendere a gestire le frustrazioni e modificare le loro reazioni, distinguendo ciò che è giusto ed equo aspettarsi dagli altri da ciò che è il loro desiderio, senza diventare prepotenti;
se fossi in cerca di una fidanzata quello che dovrei fare è proprio dire quello che penso, per selezionare le persone con cui ho affinità; se facessi come suggerisci tu, compirei esattamente l'errore originario di cui scrivo in questo 3d, e cioè: fingere, mentire su me stesso per un obiettivo di conquista, ritrovandomi poi ad aver conquistato una persona che resterà delusa da come sono in realtà; poi ti meravigli che la gente si lascia... se sono educati alla seduzione secondo il tuo modello, è inevitabileGuarda che se vai in giro a dire queste cose alle donne, non la trovi più la fidanzata.![]()
il tenore generale è quello, cioè il libertinaggio è divenuto un feticcio di prestigio sociale - in verità, lo è sempre stato, solo che la maggior parte delle persone ne era ignara; allora, preferisco il principio del vaccino: essere io ad inoculare quel principio perché "l'organismo" si attrezzi a gestire quella condizione ambientale-culturale, anziché fantasticare di un'improbabile campana di vetro, evidentemente inefficace; ma vale per tante cose;Insegnare il libertinaggio è passare da un estremo all'altro,
certo non rollerei una canna per i figli, ne avessi; ma se ti sei fatta, o ti fai le canne e lanci anatemi poco credibili, quelli non capiscono la distinzione tra una cannetta tra amici una o due volte l'anno e pippare coca tutti i giorni; il messaggio che arriva loro - anche se sei in perfetta buona fede - è che si può fare tutto e va bene tutto, purché si sia "grandi" come la mamma, che non lo dice ma lo fa; e magari lo fanno proprio per sentirsi "grandi";
appunto; se tu insegni a fingere per conquistare, così come suggerisci a me, il risultato sarà esattamente quello di insegnare a selezionare persone sbagliate, inadeguate, perché tratte con l'inganno;meglio insegnare a selezionare persone di spessore adeguato.
guarda, io non parlo dal piedistallo, credimi; ho impiegato più della media - credo - ad imparare ad essere me stesso; ben oltre i 30 anni comunque cercavo di comunicare un'immagine di me stesso diversa dalla realtà, probabilmente per insicurezza, timore di non piacere - qui, forse, sarebbe davvero centrale un ruolo delle madri, soprattutto per i figli maschi;
e i risultati erano miseri;
man mano che ho cominciato ad accettare i miei difetti e spigoli e fregarmene, il mondo è cambiato e ho riscosso un successo inatteso; l'unica cosa che mi fa girare le balle è di non esserci arrivato prima; fare tanti sforzi per piacere succhia tante energie a quelle attività vitali e creative, alla gioia di vivere che davvero può piacere ad un'altra persona; al massimo, ti puoi atteggiare a provider di qualcosa di finto;
ancora oggi ogni tanto mi capita di essere frainteso, anche da belle persone, che però vedono in me cose che non ci sono o inessenziali, pensando che queste possano soddisfare le loro esigenze; e ora so come evitare di deluderle;
giustissimo !L'etica dell'impegno serve per insegnare che qualsiasi cosa uno voglia, deve rimboccarsi le maniche perché probabilmente non gli pioverà dal cielo.
però, vedi, inconsapevolmente vieni proprio incontro al mio ragionamento, mostrando quanto sia incistato nella mentalità comune, quasi fosse scontato, il fraintendimento di fondo: il discorso che fai vale appunto per le "cose"; una laurea, un lavoro, uno stipendio adeguato, una casa, qualsiasi "cosa"...
ma una persona non è una cosa, né lo è una relazione con una persona;
l'estensione dell'etica dell'impegno, lavorare per un fine, di cui le cose sono l'oggetto, è esattamente alla base della reificazione delle persone, la loro riduzione a stato di cose, e di tutti i casini che ne conseguono quando si manifesta la circostanza che quelle persone non sono cose, oggetti al nostro servizio esistenziale.