Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
scusa eh, ma quando scrivi che uno che ammazza per amore innanzitutto non ama stai esattamente introducendo un vincolo di tipo razionale - che, infatti, indica una ratio - nel senso che implica un limite convenzionale, per cui amare corrisponde a determinati comportamenti e ne esclude altri;

e allora siamo sulla strada buona; ma è solo il primo passo, perché poi, nella stessa logica, dovresti escludere tanti altri comportamenti motivati analogamente, anche se molto più attenuati; non è che se, invece di ucciderti, ti pesto di botte o ti mollo anche solo un ceffone, con lo stesso stato d'animo e per lo stesso motivo, questo può rientrare nell'"amore";

ti resta il punto che ho sollevato: come distingui l'amore per una persona da quello per le gratificazioni che quella persona ti può dare, con tutte le attribuzioni dello status di coppia ?
se non si affronta il punto in positum, esplicitamente, rimane sempre quell'impianto ambiguo e fragilissimo di rimozione della realtà.
Beh sai com è qui di parla di patologie. Uno che "ammazza per amore" è una persona patologica.
Noi stiamo parlando di gente normale non di gente malata.
E non è vero che la cultura c'entra. Il dolore è qualcosa di irrazionale e non c'è nulla che ti metta al riparo dal provarlo. Se muore qualcuno che ami soffri, anche se hai passato la vita a ripeterti che la morte è solo una condizione transitoria, anche se fai parte di una religione che celebra la morte come qualcosa di positivo (e ce ne sono). Lo stesso quando vieni lasciato. Se ami una persona e quella ti abbandona, soffri. Come soffre il figlio abbandonato dai genitori. Sono pulsioni ancestrali queste, non certo culturali. Non esiste cultura che ti faccia dire, quando vieni lasciato "Oh, che bello, ora si ricomincia da capo". Se lo dici è solo perché evidentemente la storia in questione era finita anche per te. Se sei realmente coinvolto soffri, non ci si scappa.