certo, ci vuole il suo tempo, ma nemmeno troppo; del resto, non vedo alternative; la conservazione è dettata dalla paura, il cambiamento dalla speranza, ma vince sempre;
tu sei divorziata, no ? ora, può darsi che tu abbia subito l'abbandono, e abbia nostalgia dell'ex-marito; o forse no; ma in nessun caso - credo - se tu avessi una relazione appagante vorresti tornare al matrimonio precedente, come nessuno; se gli ex partner fossero tutti serenamente riaccoppiati, non sarebbe difficile la famiglia allargata del Mulino bianco;
quindi, la difficoltà sta proprio nell'incapacità culturale di gestire la crisi della coppia; che è un po' come la differenza tra invecchiare bene, accettando le rughe, o male, volendo apparire giovani a forza;
la realtà è che a 30, 40 o 50 anni puoi anche decidere di tumularti in una famiglia senza amore e passione; tutto si può fare; ma quanto reggi ? ha un senso ? che società "buona" e felice, che educazione pensi di consegnare ai figli ? quelli ti odieranno perché hai trasmesso loro una nevrosi, un modello di relazione sacrificato e piagnone a cui saranno nevroticamente vincolati: la famiglia è quella roba in cui due nevrotici si tengono reciprocamente prigionieri: uno fa il carcerato, l'altro il carceriere, entrambi nella stessa prigione;
ammesso che ci si riesca, a che serve ? neanche a dire: sai, così fanno come me, e comunque si va avanti; no, con quella roba alla fine i figli non si sposano e non procreano, proprio perché hanno orrore di quella condizione;
perciò, se vuoi la famiglia, devi attrezzare alle circostanze reali, sulla base di aspettative ragionevoli, di desiderio, ma anche di limiti prevedibili dell'impresa "famiglia".