cerchiamo di essere ordinati: la mia postulazione originaria è che un sistema giuridico che disciplini negozi giuridici di qualsiasi tipo deve necessariamente implicare la libertà della volizione; tu mi hai obiettato il matrimonio come qualcosa di "non libero", cosa che ovviamente non è;
ti spieghi, e hai ragione; tuttavia, i partiti non sono istituzioni, certamente non in Italia; se dici una cosa del genere ad un esame, non va bene;i partiti axe, sono in definitiva sempre gli stessi. ciò che muta sono le idee. il partito partecipa della natura dello stato nei limiti in cui è in grado, il partito, di intercettare e soddisfare bisogni dell'elettorato che lo sceglie, come il parlamento che da un partito o da più partiti è sostanziato, rimane in carica perché è in grado, divenendo legislatore, di soddisfare gli interessi, i bisogni e le aspettative concrete di quello stesso popolo che lo ha eletto. e che ovviamente ha creduto nel partito. sono i partiti che fanno le istituzioni e non viceversa. non so se mi spiego...
beh, il diritto privato serve proprio per prevenire e disciplinare eventuali conflitti, perché questo è il fine di ordine pubblico, e non il contenuto del contratto; tornando alla questione originaria del matrimonio, lo stato non promuove questo, non ti dice: sposati, come faceva il Fascismo tassandoti se restavi scapolo; semplicemente, disciplina i rapporti tra i contraenti nel momento in cui questi manifestino la volontà che ciò avvenga;la norma serve a sancire qualcosa che di fatto già esiste, come l'interesse del gelataio che è di vendere il gelato. rimedio alla situazione patologica è il ricorso al giudice, che è diverso, ed è cmq una extrema ratio.
non c'è modo, né fondamento giuridico per farlo; non in un ordinamento fondato sull'uguaglianza e la libertà , come il nostro; si può solo intervenire nel momento in cui vengano ravvisati comportamenti contrari alla legge;la patria potestà è un dovere che, ti assicuro, è poco attuato. ecco perché il controllo non serve a niente "dopo" che le violenze o quant'altro si sono verificati, ma prima. e ti dicevo che la chiesa ad esempio, questo tipo di controllo, sebbene in minima parte e misura, lo mette in atto prima.
nessuna delle due; la libertà va definita come facoltà di essere ed agire; poi, evidentemente in un consesso sociale sono necessarie delle regole, poste le quali si può misurare il grado di libertà ; per esempio, il matrimonio civile e il divorzio non inficiano la libertà del cattolico di sposarsi canonicamente e non divorziare; al contrario, una nozione esclusivamente cattolica del matrimonio limiterebbe la libertà di chi non la condivida, privandolo delle tutele alla vita famigliare per la sola motivazione di non aderire a quella dottrina religiosa;si. sicuramente. ma per intendersi occorrerebbe capire il concetto. tu cosa intendi per libertà ? l'assenza di regole, o il rispetto di queste ultime?
la legge sancisce un'allocazione autoritativa di valori etici; puoi contestarli, ma devi contestare tutto il sistema; allora ha un senso: esponi un fondamento che ti pare, e poi si discute di quello; ciò che è tecnicamente "sbagliato" è la contestazione della norma - es. il divorzio - quando questa è espressione inevitabile del sistema di norme fondamentali;questo credo sia pacifico. oltre al matrimonio solo civile, che per la chiesa è una mera convivenza di fatto, c'è a parte quello solo canonico che non rileva civilmente; c'è dicevo il matrimonio "concordatario" che è un matrimonio con effetti civili celebrato però da un ministro del culto. insomma ce n'è per tutti. il problema ti ripeto: è etico e non legislativo.
per onestà , va detto che fu beccato mentre cercava di scappare in Svizzera, dopo aver sacrificato le vite di milioni di europei, italiani e no;beh, per onestà ti devo dire che anche mussolini pagò con la vita...
mio zio Alberto, l'unico fratello di mio padre, è caduto 18enne in combattimento in Trentino, per riprendere i territori irredenti proprio dove aveva combattuto suo padre, territori che Mussolini aveva ceduto alla Germania;
in tutta la tradizione politica italiana degli ultimi due secoli, l'avversario storico è sempre stato "il tedesco", per un'infinità di motivi; il nostro modello di stato è franco-napoleonico, il Risorgimento e l'Unità si sono compiuti - questione romana a parte - con l'assistenza decisiva della Francia; i territori irredenti erano sotto occupazione di un impero germanofono; in tutti i documenti politici dalla Triplice in poi emerge sempre un grande e diffuso disagio per le alleanze coi germanofoni, percepite come una forzatura; con tutti i distinguo e i conflitti marginali, la nostra classe dirigente è sempre stata francofona, a partire dai regnanti, sia i piemontesi, sia i borbonici; fino a tutti gli anni 60, la lingua straniera insegnata nelle nostre scuole era quasi esclusivamente il francese;adesso mi sono perso. puoi chiarire?
i tedeschi ci hanno sempre fatto paura;
non c'entrano nulla gli ebrei, ma il tradimento di quella stessa idea di Patria che Mussolini rivendicava; e proprio quei lutti che neghi, e cioè 600mila morti italiani caduti nella Prima guerra per quelle terre, proprio contro "i tedeschi" (furono loro a sfondare a Caporetto, Rommel era capitano);sono d'accordo. solo sulle venezie sai bene che o hitler o mussolini non avrebbe fatto differenza. gli ebrei che abitavano quei luoghi avrebbero fatto cmq, con l'uno o con l'altro, la fine che sappiamo.
io ho solo detto quello che penso senza offendermi né pretendere di offendere nessuno. ho il diritto di scrivere quello che ritengo giusto. non avrei il diritto di mettiamo "sparare" a qualcuno perché è ebreo, ma se questi provasse a conculcare la mia identità e anche se non fosse ebreo, non esiterei a lottare per il mio personale concetto di vita e di libertà .
...
ti ripeto che, per fortuna o purtroppo io sono italiano axe. non avrei, in quanto tale, abbastanza fegato per fare quello che i tedeschi fecero agli ebrei, o anche soltanto per propagandarlo. anche per quanto riguarda i down, che personalmente non mi hanno fatto nulla di male. soltanto mi impensierisce la propaganda che ne fa esempi di gente che ce l'ha fatta anche se affetta da gravi deficienze. insomma quel tipo di propaganda che tenta di appiattire i giudizi di valore delle persone su un anonimo indistinto, che non giova alla verità , che io penso "paghi" in ogni circostanza, se la si pone, essa verità per quello che è: la verità appunto.[/QUOTE]
questione di valori; per me, la tutela dei più deboli e svantaggiati è non negoziabile, e non avrei alcuna difficoltà a tirare di fucile su chi attentasse in qualsiasi modo alle persone down, se necessario;
ma sono disposto a discutere con chi in modo franco ed esplicito esponga sue idee in proposito, senza ambiguità .







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