no, lui fa un'altra cosa, metodicamente: ignora le circostanze di fatto che smentiscano le sue argomentazioni; non quelle di principio, ma quelle addotte a "prova"; es. attribuisce a me le contraddizioni sul libero arbitrio, quando ci sono tre millenni di storia a confermarle; ignora Esterno che gli dimostra con le Scritture come i principi evangelici non siano affatto "nuovi", ma del tutto già presenti nella dottrina del Gesù ebreo, ecc...
la creazione intelligente, l'esistenza di un dio, sono insindacabili; ma quando mi dici che la volontà divina è contenuta in quei determinati testi, l'esegesi strutturale di quelli è sindacabilissima; da studente di legge non dovresti confondere questi piani diversi; l'uguaglianza è un dogma, insindacabile, a meno di eversione; ma poi, i precetti contenuti nella legge che la dovrebbe realizzare sono discutibili e confutabili;il falso o il vero non sono categorie di ragionamento affidabili quando dall'ambito della logica si passa a quello della religione, che è per definizione non logicamente sindacabile.
non cambia il punto: se il Gesù/Dio è presciente e sa già da prima, il destino di Pietro è scritto, a prescindere dalla sua pretesa libertà di agire diversamente; ma ci sono infiniti altri passi nelle Scritture a confermare; lo stesso fatto che Paolo ammonisca: non vantatevi della fede, ché non è merito vostro, è strutturalmente inesorabile: il vostro buon agire dipende da Dio, non da voi...riguardo all'episodio del vangelo, direi che la predizione di gesù deriva da una inconsulta frase di pietro, il quale osservando il comportamento di giuda dice che lui mai, in quanto apostolo, tradirebbe il maestro. il maestro "gliela tira" dicendo quello che disse, per una sorta di soddisfazione "personale", per una idiosincrasia nei confronti delle vanterie.
se quel "Dio comune" non produce precetti comuni, che me ne faccio ? e, soprattutto, che predicano i predicatori ? loro opinioni e basta;come in politica e soprattutto con riguardo alla segnaletica stradale, le opinioni su dio si sprecano. ogni religione è in definitiva una "opinione collettiva", non però sull'essenza del principio divino, quanto sui suoi caratteri, che variano da religione a religione. è questo che la gente non capisce. siamo tutti figli di un unico dio, per quanto abbia nomi diversi, che hanno origine diversa e che non fanno né bene né male al principio di fondo, che è uguale per tutti i credenti, a qualsiasi credo appartengano...
perfettamente legittimo, purché quelle si atteggino ad opinioni, e non "verità ", visto che di quelle verità c'è pluralità ; se la gente osservasse 4 o 5 codici della strada diversi, il risultato sarebbe solo: guidate con prudenza estrema e non fidatevi di nessuno e di nessun segnale;
che me ne faccio della predicazione di uno che dica di fermarsi col rosso e passare col verde, se quelli in perpendicolare la vedono in modo opposto ?
più o meno nella misura in cui tu ed io siamo parenti dei ratti; è ovvio che tutto ciò che c'è nella Modernità - nazismo incluso - sia riconducibile alla Riforma; ma finisce lì, o ad alcune estemporanee circostanze sociali, che niente hanno a che vedere con la dottrina protestante, che è molto "ebraica";allora. il club, come tu lo chiami, è finito ad hammammet. secondo: pur essendo cristiano, sono però protestante, e penso che il nazismo sia in definitiva una filiazione del protestantesimo, cioè delle idee di lutero. e se vuoi, dato che ti interessa, ti spiego anche perché...
del resto, se tu fossi davvero protestante, avresti immediatamente sostenuto alcune mie osservazioni a proposito del libero arbitrio e dell'interpretazione di certi passi delle Scritture, perché di quello si tratta;
non guardare il dito, ma la luna; ti ho fatto quell'esempio a testimonianza dell'effettività di un principio; nonostante quello che puoi pensare, la nascita non ti dà alcun diritto gerarchico speciale;il cognome non c'entra un beneamato, e neanche la violenza. non era il nobile a bastonare il contadino ma il fattore. poi, il feudalesimo ha retto l'europa per millenni. si può dire lo stesso del liberalismo?
la fede non è un testo, ma un sentimento; quando si passa al testo, che dovrebbe sostanziare la volontà di quel dio, il significante convenzionale, la formulazione, deve tradursi in significato convenzionale; se non è possibile imporne uno per la forza di ridondanza del testo, concetti che si rafforzano, e non contraddicono, vuol dire che il testo è inadatto a far legge, ma, al più, poesia;il testo può essere interpretato se questa è la sua natura. se una verità di fede ti puoi prendere a testate sul muro, ma non è che cambi la sostanza.
la sacralità della libertà , in primis quella altrui; gli italiani amano la propria, ma a chi la pensa diversamente darebbero volentieri una saccagnata di legnate, indistintamente di destra, sinistra, ecc... eccezion fatta per uno sparuto gruppo di liberali, radicali, ecc...quale idea ti sembra fragile?
no, io non voglio vietare nulla; ho solo osservato la distanza enorme tra la forza intrinseca e rigida della dottrina cattolica "alta" e l'interpretazione che ne dà la religiosità popolare, "bassa", che assume toni neo-pagani e altro, tollerati malvolentieri dalla stessa Chiesa, per motivi di opportunità "politica".questo se permetti, è una stronzata...le credenze individuali sono qualcosa che non può, ti ripeto, essere giudicata sulla base della logica o del senso comune. le vorresti vietare?







Rispondi Citando