allora. ti ho già spiegato che la percezione della realtà delle cose è "soggettiva". insomma "statistica". il metodo scientifico non risolve nulla in proposito. se la maggioranza delle persone crede nell'esistenza di un dio buono, ciò è automaticamente "verità". perché? perché la c.d. "fede" non costituisce, per quanto detto, uno strumento "veritativo" meno efficace dell'osservazione di batteri al microscopio. spero di essere stato chiaro.
e tu per così poco mi daresti dello "psicotico"? gobineau ha detto la sua come hitler la sua. e come loro tanti altri. la teoria "della razza" non ha e non deve avere minor legittimità della teoria e del metodo "scientifico". sempre di scienza si parla.
allora. alle grosse: se io non sono in grado di provare la "pietà" è perché il sentimento "pietà" mi manca. se ho un qi di 50, probabilmente ho alcune mancanze anche per altri versi. occorre a mio avviso "catalogare" gli individui sulla base delle loro caratteristiche "interiori" e dire a ciascuno che, in base a determinati parametri, può svolgere "questa" o "quella" attività o funzione sociale. insomma a mio avviso la meritocrazia basata su ciò che ogni individuo è, dovrebbe permeare la realtà sociale. ci sono però delle controindicazioni. se vuoi te le rispiego...
si. tuttavia la razza è anche essa una categoria "abbastanza" generica. diciamo che, al giorno d'oggi, le differenze toccano gli individui singoli e non "gruppi di persone". il test alla cieca, ti ripeto, non serve. non è in questione l'esistenza delle "razze". è in questione il calcolo delle abilità individuali ai fini della attribuzione dei ruoli e delle funzioni sociali...
si. i meridionali che, in base alla teoria della razza, erano più "propensi al crimine", furono deportati in america. quanto alla questione "se" le loro progenie siano ancora dei "potenziali" criminali, beh bisognerebbe verificare "in loco", cioè nelle americhe.
il probabilismo ha fatto il suo tempo. la statistica è tra tutte le scienze la più puttana...