Non sono così presuntuoso da poter determinare in assoluto cosa sia "male" e "bene". "Al di là del bene e del male" è un'opera famosa di Nietzsche...Naturalmente appare banale e risaputa l'affermazione secondo cui, ad esempio, un preteso male come la morte di una persona a noi vicina, può farci alla fine maturare, renderci più indipendenti ecc..
La storiella che ho trascritto ovviamente era un banale esempio anche quello tratta da antichi raccontini. La questione invece non è semplice da esporre. Quando si parla di argomenti così complessi (ma in fondo assai semplici da vivere, senza doverne parlare) ognuno parte necessariamente da una sua visione soggettiva, risultato di studi, ricerche, esperienze personali. Per esperienza personale e studio io sono portato a credere nell'eternità dell'essere umano, in una sua evoluzione che lo porterà all'unione con l'Assoluto da cui era stato separato. In questo quadro ogni tappa del nostro vissuto rappresenta una tappa di questa evoluzione, quale che sia la sensazione personale che uno può avere nel momento in cui vive una determinata esperienza. Non esiste per me il concetto di "peccato", quindi di "male", ma quello di esperimento, proprio come lo scienziato ha bisogno di cento esperimenti sbagliati per arrivare a quello giusto. L'esperimento "sbagliato" NON rappresenta il male, in quanto di esso c'è bisogno per arrivare ad ottenere quello giusto.
Ora dover parlare di certe cose non è certo facile, ridicole mi sembrano quelle persone che pretendono in questi campi delle "prove" di quanto stai dicendo. Che stiamo parlando di teoremi geometrici? Si discute di argomenti per i quali ovviamente nessuno potrà addurre delle "prove". Però essi fanno parte dell'eterna ricerca dell'uomo, ognuno cerca affannosamente delle risposte, tanto più lontane quanto più si convince di averle trovate... E' bello solo parlarne. Non serve a nulla, ma è bello...







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