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si chiamano chiese peraltro, ma la classificazione è logica, in base alla dottrina; non una mia invenzione;
e non lascia certo il tempo che trova;
peraltro, fai parecchia confusione, tra gruppi, sottogruppi, ecc...
il calvinismo è una delle branche principali, di cui fanno parte i valdesi, per esempio; poi ve ne sono altre, distinte da sfumature dottrinarie, tradizione, ecc...
si. non conosco ovviamente i criteri di classificazione, né l'autorità che li adotta, ma mi pare "abbastanza" temerario considerare il protestantesimo, quanto meno quello luterano, una "confessione" anziché una religione vera e propria. e i motivi sono ovviamente tanti e attengono non solo alle verità "di fede", tipo il rifiuto della "transustanziazione" come "dogma" insieme a molti "sacramenti", l'introduzione della dottrina della "grazia" e di quella della "giustificazione per la sola fede", il rapporto con le gerarchie, con il denaro, e quindi con il senso degli affari. insomma direi che, se tanto mi dà tanto, allora anche i musulmani sono una derivazione dello stesso "cristianesimo", posto che il discrimine, se si tralascia la "dottrina", rimane quello "cronologico" insieme ai testi di riferimento, che sono ovviamente, e almeno in parte, gli stessi.

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la dottrina cattolica è nata nei concili, con i messi dell'imperatore che votavano a maggioranza sulla natura di Cristo...
questa mi giunge nuova. lo dici davvero o è una battuta?

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Lutero, semmai, ha liberato lo stato dall'ingerenza clericale, come effetto collaterale della disputa dottrinaria e poi teologica;
no. allora lutero politicamente non fa altro che tentare di sostituire alla chiesa cattolica romana, nei suoi rapporti e nelle commistioni di interesse con l'impero dell'epoca, un'altra equivalente se pur diversa commistione di interessi tra la sua chiesa e i potentati germanici dell'epoca, che per parte loro auspicavano una maggiore indipendenza dal potere centrale. insomma la politica c'entra sempre, nelle questioni "di fede". perché queste ultime fanno leva in sostanza su qualcosa che tutti "desiderano" e che è per l'appunto la prosecuzione "ad libitum" della vita "biologica". e questo ovviamente si presta a "muovere" un giro di soldi immenso. e gestire quei soldi dà luogo alla contrapposizione tra gruppi di individui che si contendono il "potere" che da quei "soldi" può derivare. insomma ti ripeto, "niente di nuovo sotto il sole".

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esatto, ma questo è proprio il guaio di sostituirsi allo stato, cbn tutti gli inevitabili compromessi;
no. nessun compromesso. solo carità.

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beh, no; è il contrario; la Riforma libera le chiese dal coinvolgimento politico, proprio perché toglie potere al clero;
vedi supra...

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il suo onesto mestiere pastorale, se necessario in modo intransigente, ma senza cointeressenze terrene;
la carità vuol dire anche "alleviare" le sofferenze che derivano "proprio" dalla vita quotidiana.


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appunto: se hai la prospettiva di un condono/perdono, sei incentivato a trasgredire;
no. questo vale per i reati. la chiesa si occupa dei peccati, che spesso sono la causa di un atteggiamento mentale tale da "favorire" la commissione di reati.


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la consapevolezza manca perché si male educati, proprio dall'ipocrisia; ti faccio due esempi:
la famiglia: la gente non si sposa più e non fa figli; il modello tradizionale di famiglia è inadatto alle aspettative e all'educazione delle persone nella realtà sociale; ma la difesa di una certa forma, cara ai tradizionalisti, impedisce di affrontare la questione, preparare le persone giovani ad amministrare in modo maturo e rispettoso il proprio desiderio e la libertà altrui;
una chiesa può benissimo e legittimamente essere intransigente nella sua dottrina; ma non dovrebbe alimentare ambiguità, che strizzano l'occhiolino con un fate come vi pare tollerante, purché rispettiate un po' di forma; perché questo impedisce l'organizzazione pubblica dei problemi, la comprensione delle violenze e della cultura del possesso; e non è nemmeno utile alla Chiesa stessa in termini di seguito;

secondo esempio: Cono cita spesso la cd. "cultura dello scarto", e in questo sono assolutamente d'accordo con lui;
la Chiesa si oppone fieramente all'eutanasia e, benché io la pensi diversamente, la trovo una posizione assolutamente legittima; però... c'è un però:

l'eutanasia è la disposizione della persona interessata, per decidere della propria fine; ci sarà forse un caso ogni 5/10 milioni di cittadini, anche se potrebbero essere di più;
nella realtà, cosa avviene alla fine della vita di moltissimi ? che gli anziani vengono ospedalizzati, abbandonati, rincoglioniti di farmaci che - in questo caso senza richiesta della persona - davvero accelerano o determinano la fine; passano così le ultime settimane di vita, in un ambiente estraneo, con persone estranee, in un'attesa senza senso, laddove dovrebbero avere il diritto di spegnersi a casa loro, in famiglia;

Cono è senz'altro in perfetta buon fede, e fa bene a seguire le indicazioni della sua chiesa sull'eutanasia;
tuttavia, quella che non gli viene raccontata è proprio la storia scandalosa di questo fine vita ordinario, che è una vera eutanasia imposta; perché la sua chiesa non si ribella a questa circostanza, evidente da decenni ?

la cosa avrà in qualche modo a che fare con la circostanza che tanti nosocomi - religiosi e no - percepiscono 300 euro al giorno di denaro pubblico per paziente ?

certo, andare dai milioni di fedeli con genitori anziani e porre la questione in modo schietto e deciso, come per l'eutanasia e l'aborto, oltre alla questione spinosa delle entrate degli ospedali, crea diversi fastidi e avversioni in molti, così come la questione dei naufraghi, dei rosari esibiti, ecc...

allora. se permetti ti rispondo "brevemente" perché il discorso sarebbe "molto lungo". allora eutanasia come oggetto di legge credo sia abbastanza "poco" concepibile e questo perché in definitiva ce ne sono tante di "eutanasie", di fatto e non serve certo un riconoscimento "legislativo". c'è quella "da droga", perché questo è in definitiva la tossico/dipendenza. c'è il suicidio, il quale mi pare che non sia reato, almeno non ancora.
sugli anziani. ovviamente andrebbero curati nel migliore dei modi. ovviamente per capire questo concetto serve una serie di "requisiti" che sono quelli che ti dicevo. purtroppo non tutti, anzi quasi nessuno, pensa che un giorno, se tutto va bene, allora occorrerà occuparsi anche di lui. e questo è un problema, ovviamente, perché al fine vita non ci si pensa di regola se non appunto alla fine. gli ospedali sono quelli che sono. ma se, mettiamo a bologna, dove i servizi sono quelli che sono, cioè eccellenti, le famiglie lasciano i propri figli negli asili da cui se li ritrovano "maltrattati", "destabilizzati" a livello emotivo ecc. perché "non possono fare altro", allora a maggior ragione si creano situazioni in cui gli "anziani" vengono, per "necessità", lasciati negli ospizi, perché altrimenti sarebbe peggio, e anche perché non si hanno i soldi per accudirli a casa. questa è la situazione e se fossi, e grazie a dio non lo sono, "chi di dovere", non saprei davvero come fare. abbi pazienza.