Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
ma questa non è una religione; il sentimento morale ce l'ha anche l'ateo, di necessità, visto che ci sono cose che nessuno farebbe, limiti morali, variabili, sebbene qualcuno possa affermare di non averne;
ma io sono il primo a dire che anche l'ateo "deifica la propria morale, perché si tratta pur sempre di un'allocazione di valori assoluti; ab soluto, cioè sciolti da na causa oggettive; e qui si arriva al punto successivo, essenziale:


lascia stare le profondità, che non rendono più valido un concetto;

il punto è che una religione, fondata su quello che ti pare, deve enunciare una morale coerente e condivisa; se i "religiosi cosmici" non sono d'accordo su ciò che è doveroso, morale, quella religione non vincola nessuno;


sì, tutto bellissimo;
ma poi il cristiano riformato divorzia e tu gli dici che va contro il volere divino, mentre lui sostiene il contrario; e appartenete alla stessa religione;

ripeto: il postulato per cui la creazione sia intelligente e contenga un precetto morale è una fede; non c'è nulla nella scienza e nel raziocinio che dimostri - o confuti - questa idea;
è stupido voler asserire una morale desumibile dagli elementi sensibili, se poi non si riesce ad imporla - logicamente, intendo;
se io fossi un marziano e vedessi i terrestri religiosi, dovrei concludere che le religioni sono tutte false; perché se un dio onnipotente volesse - coi comandamenti o con le leggi di natura o quelle della fisica - indicare un precetto morale ai terrestri lo farebbe in modo inequivocabile, mettendo d'accordo tutti sul senso;

se il cds dice che al rosso ci si ferma, tutti sanno che ci si deve fermare, pure i trasgressori; ma un musulmano non pensa di ciò che Dio gli chiede le stesse cose che pensi tu e questo non fa di voi una famiglia;
io posso capire il lato poetico di certe citazioni di Einstein, ma quello era bravo nelle teorie fisiche; come filosofo vale quanto me che mi metto a battere le punizioni con la barriera; ero bravino, ma qualsiasi terzino di interregionale è meglio di me; non è che il nome altisonante è buono per tutto, eh...
Ah beh...se pensi che Einstein, in fondo, ha fatto solo poesia sull'argomento....di cosa stiamo a parlare? Se mille altri Scienziati si definiscono credenti che facciamo? Li mettiamo nello stesso elenco dei poeti? Ahiahiahiahiahiahi Axe mio, ahiahiahiahiahi.

«Parlare di origine del mondo porta inevitabilmente a pensare alla creazione e, guardando la natura, si scopre che esiste un ordine troppo preciso che non può essere il risultato di un “caso”, di scontri tra “forze” come noi fisici continuiamo a sostenere. Ma credo che sia più evidente in noi che in altri l’esistenza di un ordine prestabilito nelle cose. Noi arriviamo a Dio percorrendo la strada della ragione, altri seguono la strada dell’irrazionale» (citato in C. Fiore, “Scienza e fede”, elledici, Leumann (TO) 1986, p. 23).

Il fisico Carlo Rubbia è il penultimo italiano ad aver vinto il Premio Nobel (1984), scienziato dotato di grande prestigio a livello internazionale, già direttore del CERN, dell’ENEA di Frascati, socio onorario dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della National Academy of Sciences americana, della Royal Society, della Pontificia Accademia delle Scienze e di tante altre accademie. Il Nobel italiano è in realtà uno dei grandi esempi di come un’altissima conoscenza scientifica possa contribuire ad una riflessione esistenziale molto profonda.