
Originariamente Scritto da
axeUgene
capisco: tu chiami "affabulazione" il pensiero che ti contraddice;
quello che proprio non sei capace di accettare è l'altrui auto-determinazione, la libertà; immagini una società che vada in una certa direzione da te auspicata e isoli i conflitti che confermano il tuo ordine di valori;
quindi, la società è sofferente perché l'autodeterminazione individuale fa emergere - come sempre nella storia - i conflitti tra visioni diverse, e non per il conflitto; le violenze in famiglia, fino al femminicidio, per te sono il risultato della disobbedienza, non dell'iniquità; ti scandalizza il divorzio, non l'assetto iniquo e la sopraffazione; quelli che non hanno figli, e non la scarsa attrattività della famiglia tradizionale che quelle persone hanno ereditato come lascito; soffri e consideri sofferenza il fatto che crep non viva nella stessa casa con l'ex-moglie, anche se loro stanno benissimo così;
io, queste vie d'uscita che tu affermi essere indicate non le vedo negli scritti che posti; ti ho chiesto più volte: se una persona non vuole figli, o vuole separarsi, che fai ??? lo costringi ? come ?
che vuol dire il "perdono" ? se abbiamo un'auto, tu vuoi andare alla partita e io al centro commerciale, e tutte le sante domeniche io sono alla guida e mi dirigo al centro commerciale, che minchia vuoi "perdonare" ???
chi ti dice così ti sta dicendo di rinunciare al tuo desiderio per assecondare la mia prepotenza altrui e consolidare un equilibrio di potere; certo, a me piace la "società in cui comando io", grazie arca

ma prima o poi si finisce male; meglio due auto e ognuno va dove gli pare;
la vita è mossa dal desiderio: se tu non vuoi che un ragazzo si abboffi al fast-food, devi offrirgli una cosa più sana, ma buona e attraente; probabilmente per un certo periodo vorrà andare lo stesso al McDonald's con gli amici, ma poi inevitabilmente il desiderio verrà orientato diversamente;
ma se tu gli fai il predicozzo e gli proponi la pastina in brodo col formaggino industriale che ti mangi tu da sdentato, oramai privo di pulsioni, che pensi di ottenere ?
non hai ancora nemmeno 60 anni ma ragioni come un centenario, incapace di accettare la circostanza che la società non è un essere mitologico che segue i tuoi desideri, ma l'insieme di individualità e desideri diversi, retta della legge, per la quale certe decisioni riguardo alla sfera privata sono insindacabili;
se non interiorizzi il senso morale di questa postulazione, oltre ad alimentare l'inevitabile frustrazione dell'anziano di fronte al mondo che cambia, produci ulteriore conflitto, dove questo non è indispensabile e dove è già stato disciplinato.