Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
A volte mi sembra di parlare arabo....sanscrito....aramaico antico: " A monte di quella economica, c'è una crisi Valoriale " dicevo ieri. Dove leggi che il sottoscritto o la Chiesa o il Papa neghino fatti incontrovertibili come quelli che tu giustamente sottolinei? Si sta dicendo solamente che c'è dell'altro, Axe. Che c'è qualcosa di più profondo che sta impedendo alle Persone di essere felici.
vedi, tu pretendi affermare alla pari dei fatti documentati che io riporto, l'opinione della crisi dei Valori;
che c'è senz'altro come sempre nella storia; ma è la crisi di quei valori, non deI Valori;

è la tua, del papa o di chi altro, idea di felicità ad essere in crisi, non I Valori;
il tuo ragionamento è come quello di un gobbo, abituato a vincere a man bassa, anche coi rigori regalati al 90°, che la misuri in scudetti e consideri "crisi" la condizione dell'Empoli, i cui tifosi gioiscono solo per una promozione o una salvezza e ti piglia per il culo o ti esorta a tifare anche te Juve, così vinci e sei più felice; ma i valori tuoi sono diversi dai suoi, e lui non ti capisce;

E qui veniamo al secondo punto, la denatalità. Anche in questo caso si può e si deve intervenire per contrastare la tendenza in corso, sapendo però che invertirla resta difficile. Per due terzi le minori nascite sono dovute a ragioni strutturali: a causa dei tanti anni di denatalità oggi non ci sono abbastanza donne in età fertile per aumentare le nascite in tempi brevi. D’altra parte il contesto sociale e culturale non aiuta: anni di "storytelling" negativo e di esaltazione dell’individualismo hanno contribuito a logorare l’immagine della famiglia con figli come una prospettiva desiderabile per chi non è mosso da forti motivazioni anche spirituali. È sufficiente guardare due bei film del momento, "Figli" e "Storia di un matrimonio", per rendersi conto che l’emergenza non riguarda tanto il fatto che oggi vengono al mondo pochi bambini, ma che ovunque non nascono abbastanza genitori: la fine della famiglia è anche la crisi della capacità di essere per qualcun altro, non solo per se stessi.
appunto:
questa narrazione di Avvenire è condizionata dall'ideologia cattolica, rispettabile ma sociologicamente sbagliata, mistificatoria;

ed è sbagliata perché mette il carro davanti ai buoi, cioè considera il pensiero come causa lineare antecedente del comportamento e delle circostanze sociali, quando tutte le scienze sociali dimostrano che si tratta di un percorso circolare;
è comprensibile, perché un organo istituzionale del Cattolicesimo ha necessariamente la propensione a fare propaganda alla morale della Chiesa;
ma è tecnicamente sbagliato, induce in errore;
quella morale di esaltazione dell'individualismo cui si attribuisce l'origine dei comportamenti non produce mai la denatalità; gli americani - i principi di quell'individualismo, da secoli - fanno figli, più o meno tutti; e così i francesi, gli olandesi, i tedeschi, e pure gli stessi giovani italiani che vivono in quei paesi... quindi ?

quindi, il problema in Italia è che i giovani sono emarginati e sospinti verso quelle limitate prospettive ideali che vedi, e che sono l'effetto, non la causa della denatalità;
il tuo ragionamento è analogo a quello che certamente ricorderai, di Berlusconi, quando diceva: non è vero che c'è la crisi; infatti, i ristoranti sono sempre pieni !; era vero ? che i ristoranti fossero sempre pieni, sì; ma cosa significava quanto alla crisi ?
significava che le persone normali, dovendo rinunciare prima al mutuo per la casa, si concedevano il surrogato di cambiare auto o fare la vacanza; e se non potevano fare nemmeno questo compravano un vestito, cambiavano il cellulare con l'ultimo modello, oppure... andavano al ristorante !

analogamente, se tuo figlio si laurea in legge e a 30 anni vive ancora con te e Cona perché a studio gli danno 500 euro - ne conosco a vagonate di gente così, anche ben oltre i 40, e addirittura avvocati affermati che hanno dovuto licenziare praticanti ultra40enni e segretarie - difficilmente può pensare di metter su famiglia, per quanto possa essere animato da spirito di sacrificio; prima ancora che da valutazioni economiche, è, lui, moralmente mortificato da una società chiusa che no gli riconosce le competenze, lo fa dottore in qualcosa, più capace di chi comanda, e lo scarica in un call-center o lo demansiona; per te, fare il portiere di notte invece che il ragioniere d'impresa ad orario e retribuzione ordinaria è qualcosa che non incide sulla tua identità e le tue scelte; hai famiglia, interessi e personalità strutturata; ma per un giovane la negazione di qualsiasi ruolo sociale è devastante;

perché non è il laureato degli anni 50, come gli esimi De Rita e Galimberti, che potevano contare su una tendenza espansiva e su uno stato-mamma, che dava ai più derelitti, figuriamoci le possibilità di carriera per quelle élites di istruiti in una società da ricostruire, che chiedeva tutto e con la generazione precedente falcidiata o annichilita dalla guerra; quelli si sentivano come Messi invitato a una partita di scapoli contro ammogliati;

e allora che fa il Conino ? torna a casa dal lavoro e esce la sera; oppure si concede un viaggio a Parigi con la fidanzata, perché qualche gratificazione dovrà pur averla; solo che il pensionato tuo vicino di casa, fa il tuo stesso ragionamento, legge gli stessi illuminati pareri sull'edonismo e pensa: ma guarda che smidollati questi giovani, sempre a divertirsi e a 30 anni ancora a casa coi genitori, senza una famiglia e dei figli loro !
quello magari ha fatto l'agricoltore, votato comunista, e preso decenni di sussidi comunitari PAC - lo so perché mio fratello ha iniziato la sua carriera di funzionario di quelle normative proprio a Empoli - cioè ha campato e campa esattamente di quei soldi che non ci sono per il Conino a cui fa il predicozzo moralista dell'edonismo...

come fa quel ragazzo ad avere forti motivazioni spirituali se deve crescere in un ambiente in cui è la generazione precedente, quella tradizionale, ad averne fatto una nullità per l'egoismo di non cedere lo scettro e le responsabilità ?

nei paesi veramente individualisti, quelli poco affettuosi del calcio in culo a 18 anni, il prezzo che s paga è la competizione tra generazioni e, non di rado l'ospizio, che io non ammetterei nemmen dipinto;
si uccide il padre, metaforicamente, spodestandolo; se non c'è spazio, si fanno le rivoluzioni; da noi, i vecchi danno mancette affettuose, promettono l'eredità in cambio di obbedienza, salvo vedere poi i figli che si scannano;
infatti, nella nostra storia non abbiamo avuto mai nessuna rivoluzione, ma guerre civili quante ne vuoi...