Citazione Originariamente Scritto da LadyHawke Visualizza Messaggio
Cono è ANCHE un discorso economico, NON SOLO. Si vive nella realtà e non nelle chiacchiere da bar o salotto di programma televisivo o teorie da predicatore.Certo è questione di scelte e di possibilità concrete, reali non chiacchiere e teorie.
Non possiamo continuare a lasciare i nostri figli soli?
Dove sta la relazione tra figli di genitori che lavorano e bullismo, sadismo, pedopornografia?
Mica tutti i figli di genitori che lavorano crescono come figli disgraziati e delinquenti.
I figli di chi lavora solitamente sono affidati a scuola, asilo, nonni. I nonni non contribuiscono forse alla crescita e all'educazione pure loro?
Abbiamo a che fare con un'emergenza educativa pazzesca, Hawke! Non possiamo continuare a delegare gli altri, anche se virtuosi come i nonni o la scuola....
I Figli hanno principalmente bisogno dei loro Genitori. E se questi dedicano gran parte delle loro giornate al lavoro, alla carriera e ai soldi, difficilmente sarà possibile una relazione, un dialogo attraverso il quale trasmettere indirizzi, priorità e Valori in grado di guidarli e orientarli nella Vita.

"La vita oggi è una straordinaria corsa. Per arrivare alla meta occorrono capacità, passione, creatività, merito e non solo furbizia. Ai giovani vengono invece proposte molteplici scorciatoie. Gli educatori sono chiamati pertanto ad invertire la rotta con una educazione al difficile, alla libertà ed all’autonomia.

Ai genitori, in particolare, è chiesta una presa di coscienza delle responsabilità educative mediante seminari, conferenze e focus group organizzati dalle stesse scuole. E’ in gioco il rapporto tra le generazioni ed un futuro migliore per tutti. Troppe famiglie registrano un fallimento nell’educazione dei propri figli che appaiono viziati dal troppo benessere. Bisogna ripartire dalla comunicazione emotiva e dai legami affettivi per affrontare il terremoto attuale nella relazione tra genitori e figli. La famiglia di oggi è troppo fragile. Occorre una politica organica per la famiglia ed un serio progetto di scuola per genitori.

Obiettivo comune delle agenzie educative non può non essere la crescita del senso di responsabilità dei giovani. Ad essi vengono riconosciute oggi enormi libertà. Si tratta però di una evoluzione che anticipa le tappe della crescita. In altri termini la crescita non corrisponde a maturazione e responsabilità. Aumentano le aspettative nei loro confronti e diminuiscono le opportunità di inserimento stabile nel mondo del lavoro e nella vita pubblica. Da qui una gigantesca solitudine che deriva da una grande sproporzione tra aspettative e quotidianità. Il risultato finale è l’incomunicabilità in un deserto di relazioni superficiali. Il mondo si è ristretto emotivamente e sullo sfondo appaiono sempre più adulti egoisti e lontani dalle giovani generazioni.

Di fronte ai molti ragazzi viziati dobbiamo interrogarci sulle enormi facilitazioni esistenziali che non incoraggiano l’autonomia e la crescita dei figli. Dobbiamo comprendere le cause della incomunicabilità emotiva tra le generazioni. Essendo troppo fragile la comunicazione emotiva in famiglia e nella scuola, dobbiamo avviare veri e propri percorsi formativi per apprendere a comunicare. All’amore latino, di tipo egoistico urge sostituire un serio accompagnamento lungo le vie difficili della vita per aiutare una piccola persona a crescere con i suoi tempi.

Serve una grande iniezione di autorevolezza. Quanto sono patetiche certe figure genitoriali e di alcuni docenti inesperti! Non c’è progetto educativo senza regole e senza l’autorevolezza necessaria a declinarle. Essere adulti implica credibilità, coerenza, buon senso, autorevolezza. Dobbiamo ricreare spazi per un dialogo educativo: oratori, scuole aperte di pomeriggio con attività interessanti, aule didattiche decentrate nel territorio.

Rimane importante l’educazione fra pari ma determinante è dare l’esempio nel rispetto delle regole da parte degli adulti.

Contro l’omologazione culturale e degli stili di vita serve poi una forte educazione al pensiero critico, alla libertà reale, al sogno, alla curiosità, all’utopia. Troppo appiattimento educativo si può notare con il rischio della sclerotizzazione della personalità dei ragazzi. Dobbiamo farli uscire dalla normalizzazione del gruppo, ascoltarli, entrare in sintonia, simpatia, empatia con loro.

Resta sullo sfondo il problema principale che è alla base del disagio giovanile: ogni progetto di crescita implica fatica e dolore ineliminabili .Il messaggio che arriva agli adolescenti è invece del tutto illusorio come se fosse possibile anestetizzare la vita. Da qui traggono origine un senso di onnipotenza ed una certa irresponsabilità. Il disastro educativo nasce da questa pretesa di eliminare la fatica di crescere. Una fatica che implica anche uno svincolo progressivo dalla comodità del dipendere dai genitori. Aumento di autonomia e di autostima rappresentano vie obbligate. I genitori devono riappropriarsi con determinazione della loro funzione educativa soprattutto sul piano della educazione emotiva, per far crescere figli forti, capaci di far fronte ad eventi buoni e cattivi. In termini molto semplici dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a veleggiare nella vita."

http://www.edscuola.it/archivio/parl..._educativa.htm