axeUgene ... mi hai preso per il tenente Colombo?
Ancora una volta una topica!
Mi sembrava nei miei due post precedenti di essere stato coerente ed adeguato al discorso topico da me iniziato ma la tua retorica sembra inconsistente ed insostenibile allo stesso tempo.
Ma ad essi tu rispondi così:
risposta che assume i connotati di un’autentica squalifica transazionale…che non pensavo di meritarmi…ed a cui ancora una volta è impossibile rispondere se non trascinando l’interlocutore e chiunque altro ad una inevitabile, asfittica quanto inutile polemica.… per riscuotere un possibile successo, il primo passo sarebbe individuare chi dovrebbe fare cosa, in nome e per conto di chi, perché e come, cioè con quali mezzi, peso politico e sostegno.
Se interpellato non rispondi…se rispondi preso per i capelli…ancora peggio…se rispondi senza che ti sia richiesto risulti assurdo ed incomprensibile con risposte inconsistenti.
Nei miei due post inerenti al modello perseguito dall’Italia dopo la seconda guerra mondiale ed a quello che cerca di individuare i problemi da risolvere con i fondi del “Recovery found”, scritti con generoso impegno, meritevole di aprire un dialogo costruttivo, intervieni in maniera impropria, non mi importa di eventuali obiezioni e confutazioni nel merito purché congruenti e proporzionali con quanto ho scritto, tu dai l’impressione di voler liquidare il discorso “tout court”… apparendo non solo distopico…ma squalificante, indecifrabile, ermeticamente oscuro.
axeUgene …non provarci ..con me non funziona! …la polemica fine a se stessa non è nelle mie corde!.
Ultima modifica di gillian; 11-01-2021 alle 19:37
sono modesto e me ne vanto!
Gil
Ma infatti tutti questi luminari e pensatori più che dire la loro, dopo aver esaminato cifre, dati e numeri, non possono fare: Ognuno di noi rimane libero di autodeterminarsi....
Te parli di progresso, di sviluppo e di benessere materiale, ma esiste anche (nella nostra bellissima Costituzione) la nozione di benessere SPIRITUALE! Le due cose sono legate! Se hai tanti soldi e tanti beni a disposizione, ma dentro sei morto, la Società non evolve. Anzi: Torna indietro. La dimensione individuale non annulla quella collettiva, le due dimensioni si integrano. Tra il singolo e la collettività esiste un legame inscindibile. Quel che fa girare il mondo è l'Amore, Axe. Non il denaro! E l'Amore, per sua natura, genera.
amate i vostri nemici
guarda che io ti ho solo invitato ad approfondire i motivi di una tua stessa considerazione:
cioè, tu per primo constati che dietro al "banner" tricolore - una soggettività che, evidentemente, risulta fittizia - manca armonia, collaborazione, unicità di intenti, e poi te la prendi con me se ti invito ad osservare i motivi le dinamiche di questa scissione, pluralità di soggetti, come fosse una provocazione ostile ?
boh... se questo ti fa sentire sminuito, evito di rispondere altro.
c'� del lardo in Garfagnana
veramente, non io, ma tutte le ricerche sociologiche mostrano proprio che è quel benessere materiale a incentivare la procreazione;
i figli li fanno gli agiati, le donne con un buon lavoro, è un dato statistico; e si fanno spesso in seconde nozze, sempre di più; il che, è ovvio, visto che per farli serve un minimo di "entusiasmo" e che questa è la nostra naturale propensione alla diversificazione genetica della prole;
quello con tanti soldi, che paga tante tasse e manda il figlio al campus sarà pure morto dentro; ma se non avesse quell'agiatezza, non mandasse il figlio dove c'è bisogno del tuo lavoro e non pagasse le tasse per finanziare la tua cassa integrazione quando lo perdi, la sanità e gli studi anche per i tuoi figli, tu saresti mortissimo, fuori; dentro non lo so; ma non esulteresti nemmeno al goal dell'Empoli, perché le calorie non sarebbero abbastanza.
c'� del lardo in Garfagnana
Ancora un consiglio, se posso permettermi, AXE... in un dibattito o dialogo, che dir si voglia...siccome non si vede l'esprressione salvo emogij, è meglio essere sempre connessi (parlo dal punta di visto sintattico), chiari ed espliciti, altrimenti se ti capita uno come me che ha una punta di paranoia ereditaria, teme di essere preso in giro.
E mi dispiace...che ciò succeda,.... perchè il tuo dire è interessante ed intrigante allo stesso tempo.
Buona giornata!
Ultima modifica di gillian; 12-01-2021 alle 11:58
sono modesto e me ne vanto!
Gil
conogelato!...ieri ho ascoltato quarta repubblica...il programma su rai4 condotta da Porro, con presente il Dr. Bassetti primario del San Martino di Genova.
Porro sosteneva che se le vaccinazioni continuassero col ritmo attuale saremmo tutti vaccinati nel 2024.
Intervistato Bassetti ha replicato che se il ritmo di vaccinazioni ...per vari motivi...(mancanza di vaccini, di personale sanitario disponibile, siringhe etc.) continuasse col ritmo attuale bisognerebbe passare al piano B, intendendo con ciò che diventerebbe prioritario il vaccinare tutti gli anziani...sia quelli a rischio in primis che gli altri a scalare per raggiungere l'obiettivo di svuotare gli ospedali dall'emergenza sanitaria, sopratutto le aree di terapia intensiva, permettendo così la cura di altre malattie altrettanto gravi anche se non contagiose come il cancro, che sembrano essere rimaste al palo.
Ha inoltre auspicato che se venisse approvato entro la fine del mese anche il vaccino Astrazeneca...che ha un sacco di scorte ed ha il vantaggio di essere un vaccino tradizionale e monodose come quello dell'influenza...potrebbe essere gestito anche da farmacie o dagli stessi medici della mutua o comunque generici... il vaccino influnzale mi è stato consegnato dal medico e l'ho fatto direttamente io a mia moglie!
Altri vaccini potrebbero arrivare come il vaccino Janssen, dell'azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson che ha già avviato la rolling submission presso l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) per il suo candidato vaccino a dose singola...per il vaccino italiano ...beh! ci riempe d'orgoglio...ma sembra troppo in ritardo rispetto agli altri.
Io confido che una volta avviato il meccanismo di vaccinazione questo dovrebbe sempre più accelerare ...per poter presto ritornare alla nostra vita normale...io per esempio non vedo l'ora di riabbracciare la mia nipotina di 11 anni senza alcun timore e di poter studiare insieme a lei...quando è in difficoltà!
Ultima modifica di gillian; 12-01-2021 alle 18:27
sono modesto e me ne vanto!
Gil
Che devo fare con te benedetto figliolo? La matematica non è un'opinione: Ci sono tantissime seconde nozze oggi, tantissimi affetti allargati e storie di breve brevissima durata: Eppure i Figli, egualmente, non vengono generati. Evidentemente c'è bisogno d'altro....
Le politiche familiari, i sussidi, gli asili-nido, la cassa integrazione....tutte cose buone, ma che da sole non bastano, Axe mio. E' necessario, FONDAMENTALE, "pompare" Vita nella Società, "iniettare Vita" nelle vene delle Persone. Non se ne esce, altrimenti.
amate i vostri nemici
ragionare sui dti di fatto, da persona intelligente;
infatti, non sono abbastanza;La matematica non è un'opinione: Ci sono tantissime seconde nozze oggi, tantissimi affetti allargati e storie di breve brevissima durata: Eppure i Figli, egualmente, non vengono generati. Evidentemente c'è bisogno d'altro....
Le politiche familiari, i sussidi, gli asili-nido, la cassa integrazione....tutte cose buone, ma che da sole non bastano
dici che la matematica non è un'opinione: giusto;
ma la matematica - statistica - ti dice che a fare i figli sono le coppie agiate, dove lavorano entrambi i coniugi e nei paesi dove la retribuzione e la carriera femminile è di pari livello a quella dell'uomo;
avresti ragione se il problema fosse di tutto l'Occidente; invece è essenzialmente un problema italiano; in Francia c'è stato un boom demografico quando è stata decretata la settimana lavorativa di 35 ore;
tu davvero pensi che la gente che, per un motivo l'altro, abbia deciso di non avere figli o non tenere in piedi una famiglia che trova sbagliata e opprimente si convinca coi discorsi di qualcuno - pure intellettuale o papa - come se quei motivi fossero superficiali e/o spregevoli ?Axe mio. E' necessario, FONDAMENTALE, "pompare" Vita nella Società, "iniettare Vita" nelle vene delle Persone. Non se ne esce, altrimenti.
la società adulta non è un mega-catechismo ad uso dei pargoli; bene, ma bene, che ti vada, ottieni l'effetto opposto.
c'� del lardo in Garfagnana
L’Italia, sta invecchiando,…ma i motivi di tale fenomeno sono molteplici.
Nelle società moderne, i genitori tendono a investire maggiormente sui bisogni dei propri figli in termini sia economici sia di tempo. Questo investimento ha portato, rispetto al passato, a uno scambio tra quantità (numero dei figli) e qualità (tempo e denaro impiegato per la loro crescita).
Un altro fattore di cui tenere conto si evince dalle norme che si instaurano all’interno della famiglia e nella società. L’idea è che ci sia una relazione tra tasso di fecondità totale ed equità di genere rappresentato dal passaggio da una società caratterizzata da un modello patriarcale “classico” , in cui i ruoli di genere sono tradizionali e dove la maggioranza della popolazione (donne comprese) accetta una divisione del lavoro disuguale e il tasso di fertilità è alto ad uno più attuale dove la rivoluzione femminile ha raggiunto uno stadio avanzato, ma la società non si è ancora adattata e le donne adottano la strategia di exit, riducendo il numero dei figli per competere maggiormente nel mondo del lavoro.
Le istituzioni hanno accettato questa visione della divisione equa dei ruoli sia all’interno della famiglia sia all’interno del mondo del lavoro e ciò si riflette in una società che offre pari opportunità e nella quale, di conseguenza, le donne riescono maggiormente a conciliare vita e lavoro.
Per spiegare il declino della fecondità si può ricorrere ad un’altra argomentazione: la popolazione giovanile sperimenta sempre più tardi l’uscita da casa dei genitori, la formazione di un’unione stabile e, quindi, il diventare a propria volta genitori. In tutti i Paesi occidentali, i giovani-adulti tendono a intraprendere percorsi di studio più lunghi e a entrare, quindi, nel mondo del lavoro più tardi. Inoltre, il rinvio della formazione della famiglia può portare alla rinuncia a diventare genitori .
L’età media delle donne al parto infatti è salita negli ultimi anni in tutti i Paesi e, secondo Istat, in Italia è pari a 31,7 anni.
Questo continuo rinvio della data di natalità in alcuni Paesi, come l’Italia, dove i servizi per l’infanzia sono scarsi, distribuiti in modo disomogeneo sul territorio e relativamente costosi, si manifesta con particolare evidenza anche a causa della difficoltà nel conciliare il lavoro extradomestico con la cura verso i figli, e ciò porta inevitabilmente al fenomeno delle culle vuote. Nel sud Europa, il ritardo in tutti gli eventi cruciali del corso di vita, è infatti particolarmente intenso ed è acuito dagli alti tassi di disoccupazione, dalla carenza nell’offerta di alloggi a prezzi accessibili, e dalla mancanza di politiche di supporto alla natalità.
La popolazione residente non solo diminuisce ma, contemporaneamente, è sempre più vecchia, sempre a causa del calo della natalità.
In questo contesto, a causa sia della riduzione delle nascite sia della numerosità delle nascite del cosiddetto “baby boom”, ovvero degli individui nati intorno alla metà degli anni ’60 continuano a rappresentare la parte quantitativamente più consistente della popolazione.
Questo non è un fenomeno solo italiano. Le proiezioni mostrano infatti come in Europa il “rigonfiamento” dovuto ai baby boom stia cambiando le proporzioni delle fasce d’età, lasciando sia la fetta della popolazione in età lavorativa sia la base di una ipotetica piramide ( le persone di età compresa tra 0-14 non possono essere occupate) sempre meno numerose. Tutto ciò comporterà sempre di più una pressione sui sistemi di protezione sociale (come il sistema pensionistico e il sistema sanitario) dovuta da una parte a un incremento della popolazione anziana e dall’altra a una diminuzione della popolazione attiva su cui ricadranno oneri sempre maggiori.
Le sfide crescenti della conciliazione alla luce dei mutamenti in atto comportano fenomeni come quelli per cui, in Italia, oltre 1 mamma su 2 affida regolarmente i propri figli ai nonni e quasi 1 mamma su 3 rinuncia a mandare i figli all'asilo nido perché la retta è troppo cara.
Molte ricerche hanno dimostrato che la disponibilità di enti statali e non di cura dei figli (come gli asili e i dopo-scuola) è associata negativamente col coinvolgimento dei nonni come fonte principale nella cura dei nipoti. Gli investimenti pubblici nei servizi di cura della prima infanzia, tuttavia, variano notevolmente da Paese a Paese così come le politiche che incentivano l’occupazione delle donne. Negli Stati in cui l’occupazione materna è favorita e il ruolo dei nonni limitato a casi particolari, la cura degli infanti è abbondante e il welfare è sostenuto.
Tuttavia il ritardo nell’età di pensionamento potrebbe impedire agli anziani un così pieno coinvolgimento in futuro. Inoltre, poiché i nonni oggi sono mediamente più anziani di qualche decennio fa, anche un peggioramento dello stato di salute potrebbe ridurre le loro capacità di svolgere un ruolo di cura. Per questo motivo, nonostante i nonni fino ad ora abbiano sostituito o siano stati complementari all’offerta pubblica, né le famiglie né il sistema di welfare devono darli per scontati.
Nei Paesi scandinavi, per esempio, lo Stato si assume una larga quota di responsabilità, specialmente di cura, presentando quindi un alto grado di defamilizzazione perché fornisce servizi pubblici, o finanziati con denaro pubblico, sia per bambini piccoli sia per anziani fragili. Nel caso di bambini piccoli, inoltre, vi è anche un livello elevato di familismo sostenuto, soprattutto tramite congedi relativamente lunghi e remunerati.
Al polo opposto, ci sono i Paesi (tra cui l’Italia) in cui le misure di defamilizzazione sono ridotte, per cui il sostegno intergenerazionale è cruciale. Inoltre, la ridistribuzione di tempo/cura sono sia di tipo discendente (dai genitori e dai nonni verso i figli e nipoti), sia di tipo ascendente (dai figli adulti verso i genitori anziani). Per questo motivo, la generazione di mezzo, soprattutto le donne, è chiamata “generazione sandwich”, a indicare che suddivide il proprio tempo e cura fra i due estremi della catena generazionale. In Italia, quindi, se non ci fossero i nonni, le madri e i padri avrebbero ancora più difficoltà nel conciliare famiglia e lavoro e questo causerebbe ulteriormente un decremento del tasso di fecondità delle giovani coppie.
Inoltre, se i nonni rimangono l’unica possibilità per la cura dei nipoti ed esistono poche altre alternative, siamo di fronte a una diseguaglianza sociale creata da un welfare fai-da-te, dove solo chi ha i nonni, e dove questi siano anche disponibili a offrire il loro tempo, è in grado di raggiungere le proprie intenzioni di fecondità; gli altri devono rimandare la nascita di un figlio, attendendo circostanze economiche più favorevoli, rischiando di essere parte del fenomeno delle culle vuote. Infatti, se è vero che un welfare generoso non indebolisce la solidarietà familiare è anche vero che, dove manca il supporto intergenerazionale, lo Stato deve attuare politiche che permettano alle famiglie, che non possono affidarsi agli anziani, eguali diritti. Il sistema sociale non può e non deve essere esautorato dalla solidarietà intergenerazionale.
Ultima modifica di gillian; 13-01-2021 alle 20:19
Abbiamo visto precedentemente, la dinamica di come l’invecchiamento progressivo in Italia, si sia manifestata a seguito dei cambiamenti economico-sociali, l’impatto e le problematiche che esso genera sul tessuto connettivo del sistema Italia.
Ma il problema dell’invecchiamento sociale coinvolge in varia misura le comunità di tutto il mondo.
Ma quali sono le prospettive e le soluzioni che occorre analizzare e come gli altri paesi affrontano questo fenomeno ormai diventato di portata planetaria.
La chiave sembra essere in primis quello di finanziare la vecchiaia nei prossimi decenni: progettare trasferimenti, beni e lavoro.
Nei paesi con bassi trasferimenti intergenerazionali, l'invecchiamento della popolazione eserciterà una pressione sostanziale sulle persone anziane affinché siano autosufficienti. Con l'invecchiamento della popolazione, i paesi del cluster di finanziamenti dominanti (Cambogia, El Salvador, India, Indonesia, Filippine, Sud Africa e Thailandia) sperimentano riallocazioni di asset crescenti per finanziare i consumi in età avanzata. In particolare, si prevede che le riallocazioni di attività del reddito da lavoro raddoppieranno nel 2050. Oltre il reddito da lavoro, un’altra fonte secondaria di reddito, acquisirà un'importanza proporzionale, mentre le quote dei trasferimenti privati e pubblici dovrebbe rimanere modesti.
In Europa e in America Latina, l'invecchiamento della popolazione metterà alla prova la sostenibilità fiscale dei sistemi di trasferimento pubblico a lungo termine. I sistemi dei paesi nelle aree dove l’intervento pubblico è dominante (Austria, Brasile, Costa Rica, Ecuador, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Perù, Slovenia, Svezia e Uruguay) dovranno affrontare crescenti pressioni a causa della crescente importanza dei trasferimenti pubblici per finanziare i consumi di vecchiaia. Negli agglomerati a dominio pubblico, la quota dei trasferimenti pubblici sul reddito da lavoro totale dovrebbe quasi raddoppiare. Le quote di attività e trasferimenti privati rimarranno relativamente piccole. Misure come l'aumento del gettito fiscale attraverso l'innalzamento dell'età pensionabile effettiva, l'adeguamento dei benefici o l'aumento delle altre entrate pubbliche (non fiscali) potrebbero bilanciare il bilancio fiscale e smorzare gli effetti macroeconomici negativi dell'invecchiamento della popolazione.
In Asia orientale, dove i trasferimenti privati sono importanti, l'invecchiamento della popolazione creerà pressioni di bilancio per le famiglie. I paesi o le aree comprendenti (Cina, Repubblica di Corea e Taiwan Province of China) continueranno a fare affidamento su tutte le fonti, con i trasferimenti pubblici che contribuiscono per la quota maggiore al finanziamento della vecchiaia, seguiti da beni, trasferimenti privati e lavoro.
Nei paesi in cui i trasferimenti pubblici sono moderati, si prevede che sia i trasferimenti pubblici che i beni finanzieranno principalmente la vecchiaia. I paesi delle aree a trasfermento bilanciato (Australia, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti) continuano ad avere risorse e trasferimenti pubblici come principali fonti di sostegno. Si prevede che beni e trasferimenti pubblici raddoppieranno entro il 2050.
Più realisticamente, si prevede che gli attuali profili di età ai fini fiscali e previdenziali cambieranno a causa delle riforme pensionistiche che ci si può aspettare saranno attuate in molti paesi in Europa e in America Latina, compresi gli aumenti di età pensionabile e adeguamenti dei benefici pensionistici. Queste riforme porteranno a uno spostamento significativo del peso dell'invecchiamento della popolazione dai programmi pubblici e verso i guadagni individuali, i risparmi e le risorse familiari. Inoltre, i profili di età dell'assistenza sanitaria e dell'istruzione potrebbero cambiare in alcuni paesi a causa di investimenti aggiuntivi con l'invecchiamento della popolazione.
In un mondo destinato a invecchiare sempre di più - con una popolazione anziana che raggiungerà il miliardo e mezzo entro il 2050, contro i 703 milioni del 2019 - è necessario adeguare le misure nazionali al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Liberamente tradotto dall’inglese da:
https://www.un.org/en/development/de...Highlights.pdf
Ultima modifica di gillian; 14-01-2021 alle 09:39
sono modesto e me ne vanto!
Gil
Basta così. Ogni volta ci ricasco. Siamo incomunicabili. Accettiamolo.
Le motivazioni non sono religiose. Dei 50 esperti postàti, solo il Papa è credente!!!!!
La Società è in crisi non solo perchè ha perso Dio, occultato Dio, eliminato Dio dal dibattito civile. E' in crisi perchè mancano tutti gli Ideali, Axe. Si vivacchia fruendo dell'oggi: Delle cose, degli oggetti e ahimè delle Persone di oggi. A un certo punto non ci vanno più bene? Si cambiano!
amate i vostri nemici