Originariamente Scritto da
conogelato
La gente ascolta chi è competente. Chi non si gonfia di superbia. Chi, alla fine, si dichiara piccolo di fronte al Mistero immenso che ci circonda.
Quelli che rendono un pessimo servizio alla Scienza, dichiarando che l'Uomo e il Cosmo sono accidenti casuali, fanno come le bugìe: Hanno le gambe corte.
“La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza”.
Queste parole di Albert Einstein mi hanno sempre incuriosito, perché “emozione” e “mistero” sono due parole che difficilmente ti aspetteresti di sentire da uno scienziato.
Tantomeno se quello scienziato si chiama Einstein, che è stato e probabilmente è il più grande luminare del XX secolo: colui che ha sconvolto la fisica classica rivelando l’ignoto, il padre della relatività, della meccanica quantistica, l’icona dell’intelligenza e della creatività. In una parola sola, un genio.
Un genio che però non è mai rimasto imbrigliato nelle trame dei suoi razionalissimi diagrammi, calcoli ed equazioni.
Tutt’altro! Einstein è sempre stato affascinato dal mistero, dai segreti della vita e, nonostante il suo ingegno straordinario, non perse mai la curiosità e la capacità di meravigliarsi, di stupirsi, di contemplare i misteri dell’eterno e della realtà.
Perché, diceva “gli occhi di un uomo devono vedere come quelli di un bambino, collegati al cuore, un cuore capace di sorprendersi, un cuore sempre limpido ma allo stesso tempo aperto a tutto e a tutti”.
E aveva capito benissimo che il sapere non supera il mistero ma semplicemente lo approfondisce.
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