
Originariamente Scritto da
axeUgene
il disastro cognitivo di quelle tesi è nell'assunto - assurdo - per cui non chiudendo le attività avrebbero lavorato lo stesso, e la clientela avrebbe continuato ad accedere come se il covid non ci fosse;
chi abbia un minimo di esperienza commerciale sa che, in media, con un utile che oscilla tra il 9 e il 14% del fatturato dei dettaglianti che pagano le tasse, e con costi fissi - tasse varie, personale, magazzino, utenze che possono superare anche l'80% della differenza tra 100 e 9/14 - il costo totale d'impresa - basta un minimo calo di clientela per andare sotto il break-even - l'equilibrio - e rendere più conveniente tenere chiuso che aprire;
e questo vale anche per la ristorazione, che ha margini più elevati di utile; se hai una pizzeria, puoi restare aperto, ma per il covid perdi anche solo il 20 % della clientela che spontaneamente decide di non uscire, lavori già in abbondante perdita e ti conviene star chiuso;
finché sta cosa delle chiusure la ripete spirit, è solo ingenua; se la dice un commerciante, è in malafede; oppure è uno talmente inetto che è destinato a fallire comunque; o forse anche un riciclatore di denaro di provenienza illecita, ripulito nel commercio finto, in perdita cronica; si fa anche questo; fatti due conti, spesso conviene.