non hai capito cosa ho scritto;
dunque, tutti, credenti o meno, hanno una moralità, a meno di non essere stati cresciuti dalle bestie della giungla, come il Mogwli di R. Kipling;
il ladro ha una moralità, e non negativa; ruba, ma si sentirebbe ingiustamente penalizzato se qualcuno rubasse a lui; sa che è male e non vorrebbe; trasgredisce, ma non è amorale;
adotterebbe una morale negativa, come la chiami tu, se ammettesse in buona pace la liceità di derubarlo;
il cattolico ha una morale per cui si devono fare figli; altri sostengono, in modo pienamente morale, che il pianeta è sovrappopolato; entrambi possono in buona fede considerare immorale l'altro; hanno morali diverse;
però... ci sarebbe un però:
se uno crede davvero in un dio-giudice, onnipotente e onnisciente, non può essere morale, per il semplice fatto che obbedisce per mera convenienza; chi sarebbe tanto idiota da disobbedire ad un dio come quello, a cui nulla sfugge ?
mentre un ateo che si comporti con rettitudine è effettivamente mosso da un empito morale;
è per questo che Lutero decide per la predestinazione; vuole che il credente sia retto per sua convinzione, e non per obbedienza e remunerazione;
ma tu sei troppo polemico per capire una cosa così semplice e devi sempre cerare nemici diabolici; posto che a tua volta saresti ritenuto tale dalla maggioranza degli altri credenti;
è difficile fare peggior propaganda alla religiosità di quanto si legge su queste pagine...