"Persone incantevoli come pescatori, pastori, aratori, contadini e simili non sanno niente dell'arte e sono il vero sale della terra.”
(Oscar Wilde)
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Aut hic aut nullubi
Il “vate” così descrive il "Trabocco Turchino": “Dall’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale” (Gabriele D’Annunzio, dal romanzo "Il trionfo della morte").
Il "Trabocco Turchino" è prospiciente il promontorio di Capo Turchino, nei pressi di San Vito Marina nel territorio del Comune di San Vito Chietino.
E' aperto per visite turistiche (prenotazione necessaria presso l’Ufficio informazioni turistiche) e può essere utilizzato per celebrare matrimoni, organizzare mostre ed eventi.
I trabocchi sono ora uno dei simboli dell’Abruzzo marittimo. Infatti “Costa dei Trabocchi” è la nuova denominazione del litorale Adriatico della provincia di Chieti, così chiamato per la presenza di numerosi “trabocchi”: macchine da pesca sparse lungo la costa, tra i Comuni di Francavilla a Mare e Ortona e termina a sud della foce del fiume Trigno che per un tratto segna il confine tra l’Abruzzo e il Molise.
Il trabocco è composto da una piattaforma di legno con due (o più) lunghi bracci, ai quali viene legata una rete a maglie strette per la piccola pesca sotto-costa. L'argano permette di immergere la rete in acqua e poi di tirarla su con il pescato, poco o nulla.
Trabocco nel tratto di costa della riserva naturale di Punta Aderci, nel territorio di Vasto.
Trabocchi ce ne sono anche a più a sud, sulla costa molisana e nel Gargano. Li stanno trasformando in ristoranti…
Oltre i trabocchi, lungo la costa c’è la pista ciclopedonale denominata “via Verde”, da Ortona a Vasto. Nel passato c’era il tracciato della precedente linea ferroviaria adriatica, dismessa nel 2005. Il percorso è dedicato a ciclisti e camminatori e permette di osservare le bellezze paesaggistiche della fascia costiera.
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Ultima modifica di doxa; 14-10-2023 alle 14:09
Salve doxa,
Grazie per le preziose informazioni.
Ho potuto vedere e fotografare quattro di questi trabocchi. Nessuno era in funzione, anche se quello della foto fa bella mostra della rete. Nel dettaglio si vedono dei clienti seduti a tavola, quindi pronti a consumare dei piatti di pesce che dubito siano il frutto della pesca con questo attrezzo. Degli altri tre, uno organizza visite guidate, un terzo è attrezzato a ristorante ma era chiuso e infine l’ultimo, ripreso con il teleobiettivo per la difficoltà di raggiungerlo a piedi, era al momento deserto.
Anche se è solo l’impressione di una visita occasionale, mi è sembrato che ormai abbiano perso la loro funzione originale per essere trasformati in una curiosa attrazione turistica.
Resta il fascino di una costruzione singolare, testimonianza di una attività del passato e prova del genio artigianale delle generazioni che ci hanno preceduto.
Aut hic aut nullubi
Foto e immagini fantastiche! Bravi KK e Doxa!
Quella del bilancione mi riporta alla mente Caorle o la diga di Sottomarina con i capanni (casoni) sulla laguna di Venezia, luoghi dove Hemingway ha vissuto e di cui ha scritto su tanti suoi libri
...disteso come un vecchio addormentato
La noia, l′abbandono, il niente son la tua malattia...
(Francesco Migliacci)
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Aut hic aut nullubi
Silenziosa, svettante,
la luce del primo autunno
ha brillato fuori dalla finestra.
(Ryszard Krynicki)
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Aut hic aut nullubi
Molto belle, King Kong, a me piace soprattutto l'ultima!
Buonasera King. A quanto hai scritto permettimi di aggiungere che Pacentro dista circa 10 km da Sulmona ed è compreso nel perimetro del Parco Nazionale della Maiella.
Pacentro prospetta sulla Valle Peligna
Originari di Pacentro furono i bisnonni dell’ex segretario di Stato americano ed ex capo della CIA, Mike Pompeo.
Prima di Pompeo era stata la 'pop star' Madonna a rivendicare le sue origini abruzzesi. Da Pacentro, nel 1901 erano partiti i nonni paterni Gaetano Ciccone e Michelina Di Iulio.
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Grazie per le informazioni. Sempre benvenuto.
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Aut hic aut nullubi
“Il maratoneta è un samurai senza spada.”
Mauro Covacich
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Aut hic aut nullubi