Non sono bravo a mantenere i legami, quando perdo interesse per le cose che faccio poi tutto mi si sfilaccia via e amen. Inoltre in città è davvero difficile reincontrarsi se si cambiano frequentazioni, ma quando dico questo è solo per autoassolvermi.
Lo stesso mi è successo sempre anche con le ex, con le quali avevo trascorso qualche settimana o qualche anno: i rapporti sono sempre finiti così, almeno da parte mia: senza rimorsi, senza grandi rimpianti. Tranne in un caso.
Dopo quasi vent’anni di legame senza promesse, senza giuramenti, né matrimonio né figli ci si era lasciati.
Ma non era la prima separazione, talvolta era durata un mese, una settimana e persino un’ora sola. Invece questa volta era definitiva. Troppo difficile capirsi, malgrado gli sforzi. Troppo difficile continuare a litigare, malgrado le pacificazioni. Troppi altissimi e bassissimi.
Era complicato coniugare l’io con il noi, senza che una cosa soffocasse l’altra. Confesso che presi io l’iniziativa.
Passano mesi: è normale avere nostalgia.
Passano un anno e poi un altro: mi manca, glielo dico anche. Ma nessuno è così stupido da ricominciare.
Al terzo anno torno da lei, troncando la relazione in corso.
Be’, ho avuto la fortuna di non averla persa, ma poco ci mancava… Poi è stato difficile ricominciare a fare ulteriori sforzi per comprendere l’altro, riconoscersi nei difetti altrui e accettare gli altri. Difficilissimo migliorarsi solo un po’, poca roba ma conta anche quella.
Adesso, dopo un’altra ventina d’anni abbondanti di ulteriore rodaggio qualcosina abbiamo un po’ imparato.
Non so se ci sia una morale, se non che vivere il confronto e anche la tensione aiuta, anche se ci si contrasta.
Senza contraddizione non c’è vita, dico sempre per darmi l’idea di aver capito tutto, ma non c’entra né questo né altre ricette spicciole che potrei sparar fuori.
La realtà è che mi è andata solo di culo. Perlomeno fino alla prossima litigata.