occhio, perché qui ti sfugge la gravità del genus ideologico:
il patriarcato che ci vedi è un assetto pragmatico e - in buona misura - funzionale e condiviso, piaccia o meno; a noi occidentali in una certa misura scandalizza, ma lo percepiamo come negoziabile ed emendabile;
ma la qualità ideologica dei carismi non è pragmatica, ma tassonomica; non si fonda su un criterio elastico di opportunità, ma su un principio di determinismo biologico, tipo razzismo gerarchico, col genere al posto della razza;
col patriarcato si afferma che conviene un certo assetto, ma si accetta che in via di principio siamo pari; sì, per la gente comune va bene la tradizione, ma tra le elites non è uno scandalo la donna competitiva e potente;
mentre coi carismi si sovverte il principio - per me, non-negoziabile - di uguaglianza per nascita; nel patriarcato, se tu sei forte e ti imponi, hai un certo margine di auto-determinazione;
coi carismi, in via di formulazione generale, no; vieni limitata nella capacità formale per il fatto di essere nata donna, indipendentemente dalle tue capacità e decisioni;
guarda che è un'enormità sotto il profilo ideologico; dalla Rivoluzione francese, finito il Nazismo, è l'unica ideologia che postuli un determinismo biologico-morale che intende produrre gerarchie.







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