Risultati da 1 a 15 di 490

Discussione: Una conferma sulla saggezza di non sposarsi e non avere figli negli ultimi tempi.

Visualizzazione Ibrida

Messaggio precedente Messaggio precedente   Nuovo messaggio Nuovo messaggio
  1. #1
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,610
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ma che c'entra mai il destino dell'Unione con la questione morale che pretendi di mettere in agenda, riguardo alla gente che si dovrebbe sposare e far figli ?

    visto, soprattutto, che l'UE è principale entità politica che blinda letteralmente quei diritti individuali che tu ritieni abusati;

    a me sembra evidente che la morale "tradizionalista" sia esattamente il vessillo di chi vuole distruggere l'Unione, un po' dappertutto; tutti i sovranisti sono anche tradizionalisti, filo-confessionali e fanno esattamente i discorsi che fai tu; vedo una schisi ideologica nel tutto.
    E' ora di parlare chiaro fra noi, Axe: Te mi ritieni tradizionalista? Ritieni che Papa Francesco sia un tradizionalista quando parla di Nuovo Umanesimo per l'Europa? Sincero, per favore. Non me la prendo. Basta che rispondi. Tornare ad essere più naturali, recuperare quei Valori trasversali alla Società, antitetici all'edonismo, all'isolazionismo, all'individualismo...secondo te è essere intolleranti, reazionari e sovranisti? Leggi bene, per favore.

    "Senza la cultura cristiana il nostro mondo sarà destinato a fallire lo sostiene con forza il grande studioso e storico delle civiltà inglese Christopher Dawson, nel suo “La crisi dell’istruzione occidentale”, pubblicato da D’Ettoris Editori. Attraverso l’istruzione e quindi rendendo integrante del nostro sistema educativo lo studio della cultura cristiana, potremmo far ripartire la nostra società. Ma questo vale non solo per i cattolici, ma anche per quelli che non lo sono, “dal momento che sono eredi della stessa tradizione culturale, benché non siano più consapevoli della sua relazione con l’attuale crisi della società occidentale sotto la pressione esterna delle ideologie totalitarie e delle forze dissolvitrici del materialismo secolarista”. Per Dawson è convinto che occorre riorientare gli studi superiori verso gli studi umanistici attraverso la cultura cristiana, trovando i modi di studiarla, e non tanto verso gli studi classici o quelli della scienza della tecnologia.
    Negli ultimi due secoli siamo stati educati a pensare allo Stato-nazione e quindi anche l’istruzione è stata progressivamente nazionalizzata e diretta allo studio della cultura nazionale. Oggi questo tipo di cultura sta scomparendo, e lo scrittore inglese lo scriveva nel 1961, si sta sviluppando una organizzazione mondiale. Però né la prima, né la seconda, sono capaci sono capaci di dare una base soddisfacente per la comunità culturale. Certo rimangono le sei religioni mondiali che costituiscono le unità sociali: tre sono in Occidente e tre in Oriente. Ognuno di esse ha la sua storia, la sua letteratura, la sua filosofia.
    Per Dawson la civiltà moderna non può ignorare queste società culturali che hanno avuto una influenza enorme. “Eppure l’istruzione moderna le ha trascurate e ha ignorato la loro importanza fondamentale, cosicché la tradizione spirituale del mondo moderno si è sconvolta e persa”. Impossibile per chiunque conoscerle tutte, ma questo non è una ragione perché “non dobbiamo studiare la nostra tradizione spirituale, che ha creato la nostra civiltà e specialmente i valori spirituali superiori da cui siamo moralmente dipendenti”.
    La civiltà moderna, per Dawson, “è moralmente debole e spiritualmente divisa”, tuttavia, “la scienza e la tecnologia sono in sé moralmente neutrali e non forniscono alcun principio guida spirituale”, qualsiasi potere può usarle per i propri fini, per controllare la società. Lo fanno gli Stati totalitari, ma anche quelli democratici. Tutte le società hanno bisogno di qualche principio superiore, anche il nostro mondo moderno, nonostante rifiuti le religioni tradizionali e neghi la verità o il sistema teologico. Eppure il nostro cristianesimo, anche se è stato gradualmente privato d’influenza intellettuale e sociale sulla cultura moderna, può offrire moltissimo alla nostra moderna società tecnologica, che ha una disperata necessità di “un principio di coordinamento spirituale e un principio di unità”.

    https://www.imgpress.it/culture/82001/
    amate i vostri nemici

  2. #2
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    21,044
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    E' ora di parlare chiaro fra noi, Axe: Te mi ritieni tradizionalista? Ritieni che Papa Francesco sia un tradizionalista quando parla di Nuovo Umanesimo per l'Europa? Sincero, per favore. Non me la prendo. Basta che rispondi.
    se chiedi, ti rispondo volentieri; anche se è un po' difficile, perché manchi un po' delle categorie pe inquadrare il punto, sebbene sia una cosa comunissima;

    il problema è che la tua idea di società e di "menu" è come quella di una mensa di caserma, in cui la questione è la qualità, quantità del cibo, ecc... decisa dall'aiutante maggiore e dal capitano che comanda la Comando & Servizi; tu pensi - e questo è perfettamente legittimo - che alcuni piatti siano più buoni e sani di altri, e misuri il tuo giudizio su quello;
    la società moderna, da alcuni secoli, non è più una caserma; la gente, alla pausa pranzo, esce dal negozio o dall'ufficio e si sceglie la propria tavola calda; ora, io posso mangiare sano e deplorare il fast food, ma non posso litigare con chi ci va perché gli piace così;
    tu rimuovi proprio il punto:
    Tornare ad essere più naturali
    questa è una colossale sciocchezza, vuota, inutilizzabile, a meno di non chiamare in causa Nietzsche; tutta la nostra cultura, i "Valori", a maggior ragione il Vangelo, sono un costrutto diretto a combattere la "naturalità"; è assurdo che un cattolico che firma con "amate i vostri nemici" chiami in causa la naturalità, che suggerisce di sopprimere precauzionalmente quelli che nemici nemmeno sono, ma potrebbero diventarlo;

    recuperare quei Valori trasversali alla Società, antitetici all'edonismo, all'isolazionismo, all'individualismo...secondo te è essere intolleranti, reazionari e sovranisti? Leggi bene, per favore.
    oh Cono… certo che ho letto bene; io sono formato ad orientarmi tra le idee;

    "Senza la cultura cristiana il nostro mondo sarà destinato a fallire lo sostiene con forza il grande studioso e storico delle civiltà inglese Christopher Dawson
    bene, lo sostiene lui; quindi ?

    il problema di discutere con te è che tu contempli solo il merito, l'unico che ti piace, e rimuovi il metodo, che invece è la struttura della nostra società, che così non capisci;
    io i rendo pure conto che la tua idea di cittadinanza possa essere quella dell'attesa di un "leader buono"; è un'idea comune;

    ma quando tu pensi ad un'idea di Bene comune, verso il quale la società dovrebbe orientarsi, non contempli nemmeno l'idea che quell'idea potrebbe essere opposta alla tua; è successo nella storia;
    la società sovietica, quella cinese, avrebbero oppresso il tuo diritto al culto, ad avere quanti figli credi, anche quelle in nome di un Bene comune opposto all'individualismo, egoismo, edonismo, ecc...

    qui però la rimozione è, diciamo, poco onesta intellettualmente; perché la circostanza che quell'individualismo tutela anche le tue libertà individuali non può sfuggirti;

    posto che la "cultura cristiana" effettivamente prevalente è proprio quella che ha prodotto l'individualismo che critichi, nella sua versione riformata;
    ma qui mi fermo, perché dovrei fare "brevi cenni sull'universo".
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #3
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,610
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    se chiedi, ti rispondo volentieri; anche se è un po' difficile, perché manchi un po' delle categorie pe inquadrare il punto, sebbene sia una cosa comunissima;

    il problema è che la tua idea di società e di "menu" è come quella di una mensa di caserma, in cui la questione è la qualità, quantità del cibo, ecc... decisa dall'aiutante maggiore e dal capitano che comanda la Comando & Servizi; tu pensi - e questo è perfettamente legittimo - che alcuni piatti siano più buoni e sani di altri, e misuri il tuo giudizio su quello;
    la società moderna, da alcuni secoli, non è più una caserma; la gente, alla pausa pranzo, esce dal negozio o dall'ufficio e si sceglie la propria tavola calda; ora, io posso mangiare sano e deplorare il fast food, ma non posso litigare con chi ci va perché gli piace così;
    tu rimuovi proprio il punto:

    questa è una colossale sciocchezza, vuota, inutilizzabile, a meno di non chiamare in causa Nietzsche; tutta la nostra cultura, i "Valori", a maggior ragione il Vangelo, sono un costrutto diretto a combattere la "naturalità"; è assurdo che un cattolico che firma con "amate i vostri nemici" chiami in causa la naturalità, che suggerisce di sopprimere precauzionalmente quelli che nemici nemmeno sono, ma potrebbero diventarlo;


    oh Cono… certo che ho letto bene; io sono formato ad orientarmi tra le idee;


    bene, lo sostiene lui; quindi ?

    il problema di discutere con te è che tu contempli solo il merito, l'unico che ti piace, e rimuovi il metodo, che invece è la struttura della nostra società, che così non capisci;
    io i rendo pure conto che la tua idea di cittadinanza possa essere quella dell'attesa di un "leader buono"; è un'idea comune;

    ma quando tu pensi ad un'idea di Bene comune, verso il quale la società dovrebbe orientarsi, non contempli nemmeno l'idea che quell'idea potrebbe essere opposta alla tua; è successo nella storia;
    la società sovietica, quella cinese, avrebbero oppresso il tuo diritto al culto, ad avere quanti figli credi, anche quelle in nome di un Bene comune opposto all'individualismo, egoismo, edonismo, ecc...

    qui però la rimozione è, diciamo, poco onesta intellettualmente; perché la circostanza che quell'individualismo tutela anche le tue libertà individuali non può sfuggirti;

    posto che la "cultura cristiana" effettivamente prevalente è proprio quella che ha prodotto l'individualismo che critichi, nella sua versione riformata;
    ma qui mi fermo, perché dovrei fare "brevi cenni sull'universo".
    Sono deluso: stavolta credevo proprio avresti risposto chiaramente, con un SI o con un NO. Ma per l'ennesima volta non ce la fai a dire se parlare di Nuovo Umanesimo, di crisi morale della Società occidentale sia anacronistico. Anche quando lo dicono pensatori laici di fama mondiale, il massimo che sai scrivere è "Vabbè, lo sostiene lui...lo sostengono loro...."

    Non si tratta di attendere o evocare un leader buono, Axe. Si tratta di conciliare libertà individuali e Bene Comune. Capire eventualmente cos'è più importante...cosa vuol dire senso del limite....
    Guarda, proprio ieri sera ne ha parlato Massimo Recalcati. Stai attento a cosa dice fra il minuto 25 e il minuto 28

    https://www.raiplay.it/video/2020/04...be3facf51.html
    Ultima modifica di conogelato; 28-04-2020 alle 00:28
    amate i vostri nemici

  4. #4
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    21,044
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Sono deluso: stavolta credevo proprio avresti risposto chiaramente, con un SI o con un NO. Ma per l'ennesima volta non ce la fai a dire se parlare di Nuovo Umanesimo, di crisi morale della Società occidentale sia anacronistico.
    guarda che sei tu a non capire quello che scrivo:
    sostenere una qualsiasi preferenza per i comportamenti altrui non è di per sé "anacronistico"; sostenere l'obbligatorietà di quei comportamenti po' esserlo;
    nel tuo caso - non in quello dei pensatori che citi, almeno in line a di massima - per come declini tu le cose, si tratta di una mentalità pre-moderna;

    il che è pienamente legittimo, beninteso; purché tu non faccia poi l'elogio della "libertà", perché si tratterebbe di una soppressione di questa;

    Anche quando lo dicono pensatori laici di fama mondiale, il massimo che sai scrivere è "Vabbè, lo sostiene lui...lo sostengono loro...."
    vedi ?
    tu vorresti negarmi la libertà di dissentire da quell'opinione e di constatare che è una tra tante; questa è la tua avulsione dalla realtà che regola la nostra società occidentale da te secoli;

    Non si tratta di attendere o evocare un leader buono, Axe. Si tratta di conciliare libertà individuali e Bene Comune. Capire eventualmente cos'è più importante...cosa vuol dire senso del limite....
    il limite lo può porre solo la legge, nel senso di distinguere tra obbligatorio e facoltativo;

    quindi, il moralista argomenta l'obbligatorietà della sua morale; se non lo fa, o non può, non è morale, ma preferenza;

    se un moralista sostiene che sposarsi e fare figli è una questione morale, pubblica, e non una scelta privata demandata alle preferenze personali, DEVE esprimere una norma, che si atteggi a vincolante, a tutela della società;
    se questo non avviene, vuol dire che quell'idea non ha forza morale, perché ne incontra di moralmente sovraordinate;

    sono settimane che ti chiedo di farti parte responsabile e indicare un precetto vincolate: si DEVE fare così, per questo e quest'altro motivo, di rilievo pubblico: sono disposto ad appoggiare misure obbligatorie in questo senso, che operino in questo modo... ma non sei capace; eppure nessuno sta col fucile spianato; sei liberissimo d dire quel che ti pare;
    che devo pensare ?

    Guarda, proprio ieri sera ne ha parlato Massimo Recalcati. Stai attento a cosa dice fra il minuto 25 e il minuto 28
    posto che Recalcati è una persona, le cui opinioni possono esser condivise oppure no, in quel passo parla di "istituzioni";
    beh, le istituzioni, tipicamente, normano, stabiliscono la differenza tra l'obbligatorio e il facoltativo;

    al dunque, che sia Recalcati o un altro, la "responsabilità" significa indicare una legge; da padre ti sarai preso la responsabilità di porre dei limiti ai tuoi figli; non credo considereresti responsabile un genitore che non stabilisse delle regole certe per i propri figli;

    guarda che tutto il discorso di Recalcati e dei testimoni che cita, verte esattamente su una necessaria limitazione della libertà, ma mediante la legge, istituzionale; parla proprio della legge;

    il tuo svicolare continuamente dipende solo dal fatto che vorresti definire questa legge, ma percepisci immediatamente che non saresti in grado di sostanziarla;

    vorresti pensare ad un obbligo di sposarsi e fare figli, ma ti accorgi che sarebbe impossibile argomentarlo senza rendere esplicita l'idea di una gerarchia tra le persone - il papa, Recalcati o Pinco palla, sono autorità cui sarebbe dovuta l'obbedienza, cioè la postulazione di una diseguaglianza pre-moderna;

    sarebbe divertente un nostro confronto con Recalcati o chi pare a te; io mi divertirei parecchio a chiedergli una traduzione pratica; che è quello deve fare l'uomo pubblico: stabilire il confine tra il lecito e l'illecito e la relativa disciplina concreta;

    il resto è fuffa, chiacchiere gratis, che non impegnano, ma fanno guadagnare i gettoni di presenza alle conferenze.
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #5
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,610
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    guarda che sei tu a non capire quello che scrivo:
    sostenere una qualsiasi preferenza per i comportamenti altrui non è di per sé "anacronistico"; sostenere l'obbligatorietà di quei comportamenti po' esserlo;
    nel tuo caso - non in quello dei pensatori che citi, almeno in line a di massima - per come declini tu le cose, si tratta di una mentalità pre-moderna;

    il che è pienamente legittimo, beninteso; purché tu non faccia poi l'elogio della "libertà", perché si tratterebbe di una soppressione di questa;


    vedi ?
    tu vorresti negarmi la libertà di dissentire da quell'opinione e di constatare che è una tra tante; questa è la tua avulsione dalla realtà che regola la nostra società occidentale da te secoli;


    il limite lo può porre solo la legge, nel senso di distinguere tra obbligatorio e facoltativo;

    quindi, il moralista argomenta l'obbligatorietà della sua morale; se non lo fa, o non può, non è morale, ma preferenza;

    se un moralista sostiene che sposarsi e fare figli è una questione morale, pubblica, e non una scelta privata demandata alle preferenze personali, DEVE esprimere una norma, che si atteggi a vincolante, a tutela della società;
    se questo non avviene, vuol dire che quell'idea non ha forza morale, perché ne incontra di moralmente sovraordinate;

    sono settimane che ti chiedo di farti parte responsabile e indicare un precetto vincolate: si DEVE fare così, per questo e quest'altro motivo, di rilievo pubblico: sono disposto ad appoggiare misure obbligatorie in questo senso, che operino in questo modo... ma non sei capace; eppure nessuno sta col fucile spianato; sei liberissimo d dire quel che ti pare;
    che devo pensare ?


    posto che Recalcati è una persona, le cui opinioni possono esser condivise oppure no, in quel passo parla di "istituzioni";
    beh, le istituzioni, tipicamente, normano, stabiliscono la differenza tra l'obbligatorio e il facoltativo;

    al dunque, che sia Recalcati o un altro, la "responsabilità" significa indicare una legge; da padre ti sarai preso la responsabilità di porre dei limiti ai tuoi figli; non credo considereresti responsabile un genitore che non stabilisse delle regole certe per i propri figli;

    guarda che tutto il discorso di Recalcati e dei testimoni che cita, verte esattamente su una necessaria limitazione della libertà, ma mediante la legge, istituzionale; parla proprio della legge;

    il tuo svicolare continuamente dipende solo dal fatto che vorresti definire questa legge, ma percepisci immediatamente che non saresti in grado di sostanziarla;

    vorresti pensare ad un obbligo di sposarsi e fare figli, ma ti accorgi che sarebbe impossibile argomentarlo senza rendere esplicita l'idea di una gerarchia tra le persone - il papa, Recalcati o Pinco palla, sono autorità cui sarebbe dovuta l'obbedienza, cioè la postulazione di una diseguaglianza pre-moderna;

    sarebbe divertente un nostro confronto con Recalcati o chi pare a te; io mi divertirei parecchio a chiedergli una traduzione pratica; che è quello deve fare l'uomo pubblico: stabilire il confine tra il lecito e l'illecito e la relativa disciplina concreta;

    il resto è fuffa, chiacchiere gratis, che non impegnano, ma fanno guadagnare i gettoni di presenza alle conferenze.
    Ci rinuncio. Ormai è palese che non intendi e nemmeno vuoi intendere: Non c'è coercizione...non c'è obbligo di niente nel Cristianesimo e dunque non dev'essere la Legge a stabilire ciò che è giusto, Axe. Ciò che è migliore per la Società, capisci? Faccio un ultimo tentativo. Lo prometto davanti a tutti gli altri amici del Forum. In occasione del 25 aprile Don Luigi Ciotti ha scritto un magnifico articolo sul significato di Libertà, Bene Comune e Nuovo Umanesimo. Ora: Se mi dici che anche la sua è un'opinione come tante, dalla quale dissenti e che dunque non riveste alcun valore (!?!?) io getto la spugna e mi dichiaro vinto. Senza possibilità di repliche. Promesso.

    Resistere per costruire insieme un nuovo umanesimo di libertà





    Perché questo 25 aprile – vissuto ieri con grande e intensa partecipazione – non sia presto dimenticato come ogni celebrazione puramente retorica, bisogna ripartire da una consapevolezza scomoda ma necessaria: abbiamo fatto un cattivo uso della libertà che ci è stata donata.

    Per costruire un vero cambiamento bisogna allora innanzitutto ripensare la nostra idea di libertà. La libertà è un bene comune, prima che individuale. È un bisogno di tutti. Per questo è da sempre il motore più potente della Storia, quello che spinge a lottare contro le ingiustizie, le violenze, le dittature. Quello che ha animato la Resistenza e ci ha consegnato la democrazia.
    Ma l’ideale di libertà che ha animato i partigiani e ispirato le pagine della Costituzione è stato corrotto. La libertà si è degradata da bene comune a bene individuale. Della libertà è stato fatto un cattivo uso: esclusivo e a volte criminale. Allora il punto fermo, imprescindibile, è che la libertà di ciascuno comporta quella degli altri. La libertà è di tutti o non è libertà. Si è liberi con gli altri e per gli altri. Non saremo liberi finché un solo uomo sulla Terra sarà ancora sfruttato, umiliato, oppresso. La libertà comporta l’impegno a liberare chi ancora libero non è.

    Allora questo “25 aprile” celebrato in una contingenza difficile e drammatica come quella della pandemia, deve essere un’occasione per rileggere la libertà alla luce della responsabilità. Sì, perché la libertà senza responsabilità degenera in arbitrio, in egoismo, in affermazione di sé contro gli altri o a scapito loro. È la logica che muove questo sistema economico, sistema «ingiusto alla radice» – come dice papa Francesco – ingiusto perché selettivo. Un sistema che ha distrutto i diritti e i beni comuni, trasformandoli in privilegi di chi detiene potere o possiede ricchezza.

    Per uscire davvero da questa crisi sanitaria non basta allora trovare un vaccino contro il virus: bisogna trovarne uno anche contro gli egoismi. Altrimenti, se saremo colpiti da un altro virus, da un’altra crisi di questa portata, la logica dell’intervento sarà inevitabilmente quella del mors tua, vita mea, della sopravvivenza garantita solo ai ricchi, ai potenti, ai corrotti, ai mafiosi. E negata ai deboli, ai poveri, agli immigrati, agli anziani non “produttivi”. Già abbiamo visto qualche agghiacciante avvisaglia di questa selezione disumana.
    Allora l’eredità che ci lascia questo settantacinquesimo 25 aprile è etica e insieme pragmatica: impegnarci di più, insieme, per costruire un Nuovo Umanesimo, un nuovo paradigma dell’umano, come anche esorta la Laudato si’ di papa Francesco. È una questione culturale, prima che politica. Dobbiamo avere il coraggio di lasciare la strada distruttiva e suicida dell’individualismo per riconoscere la nostra comune appartenenza all’”umano”, a partire dai suoi bisogni fondamentali: casa, lavoro vero, istruzione, cura del corpo e dell’anima. È questa la premessa per liberarci dalle mafie e dalla corruzione, dalla produzione e dal commercio di armi, da un’informazione asservita a poteri forti – industriali e non solo – che tace o deforma la realtà. Più in generale, per liberarci da un sistema economico che arricchisce pochi a spese di tutti gli altri, alimentando la povertà, la disoccupazione, la disperazione. Pensiamo ai giovani in cerca di lavoro, agli anziani soli e abbandonati, al vergognoso Olocausto dei migranti, vittime dell’egoismo e dell’indifferenza globali.

    La parola “libertà” vada dunque interpretata con occhi nuovi, libertà come coraggio e impegno per contrastare le disuguaglianze e denunciare una politica incapace di pensare e operare oltre la logica dei profitti, e prima ancora di distribuire quei profitti in modo equo. Un Paese non è un’azienda. Un Paese è una comunità di vite, di speranze, di culture che diventa tanto più grande quanto più accoglie, si relaziona agli altri Paesi, stabilisce rapporti, abbatte muri e diffidenze. Si parla tanto in questi giorni della solidarietà come di un principio fondante dell’Europa unita. È così, ma i Padri della Comunità Europea – come i partigiani della Resistenza – sognavano un mondo dove la dignità e la libertà della persona fosse il valore fondamentale, valore inestimabile, non valutabile con i parametri del “mercato”. Un mondo dove l’economia fosse servizio al bene comune e non, come si è ridotta, strumento di ricatto e di potere.
    Ricordiamolo quando parliamo di solidarietà europea, e facciamo in modo che la memoria di questo “25 aprile” diventi davvero impegno.

    Don Luigi Ciotti Sacerdote, fondatore del Gruppo Abele e presidente di Libera

    https://www.avvenire.it/opinioni/pag...imo-di-liberta
    amate i vostri nemici

  6. #6
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    21,044
    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Ci rinuncio. Ormai è palese che non intendi e nemmeno vuoi intendere: Non c'è coercizione...non c'è obbligo di niente nel Cristianesimo e dunque non dev'essere la Legge a stabilire ciò che è giusto, Axe. Ciò che è migliore per la Società, capisci?
    se non c'è obbligo, si parla di comportamenti facoltativi, quindi di indifferenza morale;

    puoi concepire l'obbligo che tuo figlio faccia il tifo per la tua stessa squadra, osservi il tuo stesso regime alimentare, si vesta con i tuoi colori preferiti ? no; questo significa che tutto ciò è indifferente in termini di morale e ordine pubblico;

    puoi concepire l'obbligo che tuo figlio non rubi, o alla guida rispetti il codice della strada ? certamente; infatti, tali obblighi sono riconosciuti da chiunque;

    tu sostieni che sposarsi e fare figli sarebbero valori morali, di pubblico rilievo, ma non sai esprimere una norma che effettivamente li contempli come tali, quindi obbligatori; così come nessuno dei tuoi illustri pensatori;

    poi, sarei io che non capisco...
    Ultima modifica di axeUgene; 29-04-2020 alle 12:20
    c'� del lardo in Garfagnana

  7. #7
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    60,610
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    se non c'è obbligo, si parla di comportamenti facoltativi, quindi di indifferenza morale;

    puoi concepire l'obbligo che tuo figlio faccia il tifo per la tua stessa squadra, osservi il tuo stesso regime alimentare, si vesta con i tuoi colori preferiti ? no; questo significa che tutto ciò è indifferente in termini di morale e ordine pubblico;

    puoi concepire l'obbligo che tuo figlio non rubi, o alla guida rispetti il codice della strada ? certamente; infatti, tali obblighi sono riconosciuti da chiunque;

    tu sostieni che sposarsi e fare figli sarebbero valori morali, di pubblico rilievo, ma non sai esprimere una norma che effettivamente li contempli come tali, quindi obbligatori; così come nessuno dei tuoi illustri pensatori;

    poi, sarei io che non capisco...
    Solo negli Stati confessionali la norma morale potrebbe divenire Legge. In Democrazia la si recepisce come giusta trasformandola in Vita vissuta, in pane quotidiano....
    Se anche dopo questa pandemia faremo spallucce e continueremo a vivere privilegiando il bene individuale e non quello collettivo (come afferma Don Ciotti e come propongono gli altri citati in queste 30 pagine) la fine della Civiltà occidentale sarà certa e sicura.

    Comunque, come da promessa, per me la cosa è THE END. Parlerà la Gran Nobildonna: Parlerà la Storia. Come sempre.
    amate i vostri nemici

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato