guarda che sei tu a non capire quello che scrivo:
sostenere una qualsiasi preferenza per i comportamenti altrui non è di per sé "anacronistico"; sostenere l'obbligatorietà di quei comportamenti po' esserlo;
nel tuo caso - non in quello dei pensatori che citi, almeno in line a di massima - per come declini tu le cose, si tratta di una mentalità pre-moderna;
il che è pienamente legittimo, beninteso; purché tu non faccia poi l'elogio della "libertà", perché si tratterebbe di una soppressione di questa;
vedi ?Anche quando lo dicono pensatori laici di fama mondiale, il massimo che sai scrivere è "Vabbè, lo sostiene lui...lo sostengono loro...."
tu vorresti negarmi la libertà di dissentire da quell'opinione e di constatare che è una tra tante; questa è la tua avulsione dalla realtà che regola la nostra società occidentale da te secoli;
il limite lo può porre solo la legge, nel senso di distinguere tra obbligatorio e facoltativo;Non si tratta di attendere o evocare un leader buono, Axe. Si tratta di conciliare libertà individuali e Bene Comune. Capire eventualmente cos'è più importante...cosa vuol dire senso del limite....
quindi, il moralista argomenta l'obbligatorietà della sua morale; se non lo fa, o non può, non è morale, ma preferenza;
se un moralista sostiene che sposarsi e fare figli è una questione morale, pubblica, e non una scelta privata demandata alle preferenze personali, DEVE esprimere una norma, che si atteggi a vincolante, a tutela della società;
se questo non avviene, vuol dire che quell'idea non ha forza morale, perché ne incontra di moralmente sovraordinate;
sono settimane che ti chiedo di farti parte responsabile e indicare un precetto vincolate: si DEVE fare così, per questo e quest'altro motivo, di rilievo pubblico: sono disposto ad appoggiare misure obbligatorie in questo senso, che operino in questo modo... ma non sei capace; eppure nessuno sta col fucile spianato; sei liberissimo d dire quel che ti pare;
che devo pensare ?
posto che Recalcati è una persona, le cui opinioni possono esser condivise oppure no, in quel passo parla di "istituzioni";Guarda, proprio ieri sera ne ha parlato Massimo Recalcati. Stai attento a cosa dice fra il minuto 25 e il minuto 28
beh, le istituzioni, tipicamente, normano, stabiliscono la differenza tra l'obbligatorio e il facoltativo;
al dunque, che sia Recalcati o un altro, la "responsabilità" significa indicare una legge; da padre ti sarai preso la responsabilità di porre dei limiti ai tuoi figli; non credo considereresti responsabile un genitore che non stabilisse delle regole certe per i propri figli;
guarda che tutto il discorso di Recalcati e dei testimoni che cita, verte esattamente su una necessaria limitazione della libertà, ma mediante la legge, istituzionale; parla proprio della legge;
il tuo svicolare continuamente dipende solo dal fatto che vorresti definire questa legge, ma percepisci immediatamente che non saresti in grado di sostanziarla;
vorresti pensare ad un obbligo di sposarsi e fare figli, ma ti accorgi che sarebbe impossibile argomentarlo senza rendere esplicita l'idea di una gerarchia tra le persone - il papa, Recalcati o Pinco palla, sono autorità cui sarebbe dovuta l'obbedienza, cioè la postulazione di una diseguaglianza pre-moderna;
sarebbe divertente un nostro confronto con Recalcati o chi pare a te; io mi divertirei parecchio a chiedergli una traduzione pratica; che è quello deve fare l'uomo pubblico: stabilire il confine tra il lecito e l'illecito e la relativa disciplina concreta;
il resto è fuffa, chiacchiere gratis, che non impegnano, ma fanno guadagnare i gettoni di presenza alle conferenze.