Non ti avevo ancora letto, e ho risposto allo stesso modo! Inizio a preoccuparmi :asd:
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non te la faccio lunga, ma io trovo un punto di contatto umano quasi con chiunque; non è un caso che abbia pure studiato da diplomatico :asd:
le persone hanno quasi sempre un motivo "buono" - nel senso di neutro - anche al fondo delle cose più criticabili; e non è nemmeno troppo difficile capirlo, se le fai parlare e ascolti;
tipico: tu apri la strada, e la piccolina vede l'urto e impara ad aggirare :vCitazione:
Mah, io ad esempio non ho mai nascosto i miei tatuaggi, anche se so che lui li detesta. Anzi, più li critica e più mi diverto. Così come mi critica le minigonne. Mia sorella al contrario li ha sempre fatti di nascosto e senza dirgli nulla perché temeva il giudizio. Ci sono persone che hanno paura del giudizio altrui.
il lavoro sul corpo, piercing, tatuaggi, è caratteristicamente un investimento di identità sessuale, che ovviamente turba i genitori;
ho visto adulti progressisti che a 16 anni ne facevano felicemente di cotte e di crude - davvero pericolose o libertine - ragionare come vecchi arnesi di sagrestia, con tutto l'armamentario di cazzate di cartapesta a proposito delle figlie 16enni che chiedevano di appartarsi in camera col ragazzo; perché poi quello è...
non mi va, mi dà fastidio, lo facessero di nascosto, ma perché devo subire questa cosa ?
e io: ma come ? voi a 16 anni... e il padre de L. - avvocato - che vi diceva: che, annate a fa' ginnastica da camera ? m'ariccomanno, attenti...
che è successo nel frattempo ? che i due non sono più felici, ecco che è successo; quindi alle figlie in qualche modo arriva un sentimento non troppo lontano dall'invidia e un riflesso multiforme di quell'infelicità; e se sono personcine sensibili pure altro in termini di sensi di colpa.
No no, un'altra. Peraltro, entrambe le volte, persone con cui ero amica. Perché io mi fido troppo delle persone. Ma almeno la seconda volta l'ho sgamato immediatamente. Anzi, in realtà la seconda volta non è che mi ha lasciata, quando ha confessato che ci avevo visto giusto io e che aveva una relazione con l'altra, gli ho detto tanti saluti. Scema una volta ok, due no.
Dopo il perdono della prima volta comunque è andata con tanti alti e bassi. Innanzitutto, io non riuscivo più a fidarmi (e a ragione, considerando che, come ho scoperto solo negli ultimi tempi, faceva il cretino con tutte). Ci sono stati periodi sereni, ovviamente, altrimenti non ci sarei stata così a lungo ancora, ma non sono mancate le crisi. Nel 2021 io ero lì lì per lasciarlo, quantomai non l'ho fatto. Sempre perchè ho voluto combattere. E ho sbagliato: a volte semplicemente bisogna lasciar perdere.
Io ho cercato di smussare gli angoli, ma mi sono anche ripresa i miei spazi, dopo la prima volta che mi ha lasciato. Con lui avevo rinunciato a molte cose, per passare più tempo insieme. Dopo la prima rottura, mi sono rimessa in gioco con il teatro, ed è stata la cosa migliore che abbia fatto per me.
Io ho visto da vicino diverse situazioni così. Una nella mia famiglia d'origine, per esempio. Un'altra, mia sorella col primo fidanzato bugiardo patologico. Al contrario di quel che pensa Cono, le persone che provano a ricucire i rapporti sono tantissime, secondo me sono la maggioranza, non so da cosa ricavi la convinzione dell'usa e getta, forse dalle serie tv americane, boh... :asd:
E' la cosa più difficile del mondo, anche perchè chi perdona non è Gesù Cristo o un monaco zen, e nonostante la buona volontà di entrambi il clima cambia, cambiano i rapporti di potere, il tradito ha subito una ferita, anche narcisistica, e sviluppa dei meccanismi di rivalsa, di difesa, quando non diventa uno spacca maroni sempre arrabbiato (tipo mia madre :D). Quindi, anche la pecorella smarrita, il figliuol prodigo, come castigo del suo peccato si troverà accanto non la stessa persona che aveva tradito, ma una persona completamente diversa. E magari non la riconosce. Questo secondo me favorisce le ricadute. Peccato che non sia ancora diffusa (o economicamente più accessibile) la terapia di coppia, anche se - boh - forse neanche quella serve.
non so se riesco a spiegarmi, perché la questione è sottile e riguarda uno schema in effetti insidioso, surrettizio, perché combattere sembra sensato; ma sono curioso di sapere come ti figuri la questione:
se io ripenso alle mie crisi di coppia, la primissima sensazione che ho è quella di angoscia mia, oppure di infelicità palese dell'altra, insomma, generale malessere;
laddove il valore da perseguire dovrebbe essere il benessere alla presenza di quella persona, che stai rilassata, ridi tanto e spesso, commenti e ti racconti volentieri, ti risulta facile la pazienza e il sorriso; questo per me è l'oggetto dello stare in coppia;
se queste cose non ci sono più, è pure "normale" cercare la conservazione, per tanti motivi altri; ma quelli - un patto in sé - mi pare, siano diventati l'oggetto della coppia, buoni o cattivi che uno li voglia considerare; è "sano", perseguibile, questo ? pure volendo, che può produrre ?
nel tuo racconto il tradimento sembra essere stato dirimente, e lo capisco pure; ma davvero è così rilevante nel tutto ? poniamo non fosse avvenuto, e non si fosse posta una questione di fiducia - che poi, anche dei c.d. tradimenti si dovrebbe dire in modo un po' più approfondito - tutto il resto vale la conservazione ? è benessere ?
io non ho mai tradito sessualmente; ma se penso a come mi sentivo di fronte all'infelicità di una partner e all'inettitudine nell'affrontarla non è che mi senta tanto più leale o figo; e io sono uno piuttosto equilibrato, sia quanto a responsabilità, sia quanto a motivi di auto-indulgenza, se ci sono.
ma certo che è così, fatti certi distinguo; la società vera rielabora certi comportamenti; ma la cultura di massa propone sempre degli instant che stanno alla realtà come le quattro squinzie di Sex & the City stanno alle quattro amiche dell'ufficio postale di Ronco Scrivia :asd:
la cosa arriva sul rotocalco del parrucchiere o nella marchetta tv dello psicologo col ciuffo, dove si confonde il costume sentimentale degli studenti fuori sede, quello dei divi di Hollywood e la realtà dell'igienista dentale di Nichelino.
Io ho provato anche quella. Nel 2021, appunto, come ultima spiaggia prima di decidermi a lasciarlo. Solo che lui non l'ha voluta portare a termine, dicendomi che le cose andavano meglio, che aveva ricominciato a prendere i farmaci e stava meglio (si, perché lui ha anche parecchi problemi, tra depressione, attacchi di panico e credo pure qualche disturbo della personalità non ancora diagnosticato), ecc. Mi sono lasciata convincere, anche lì, stupidamente.
Come tu dici, in realtà la maggior parte della gente cerca di salvare fino alla fine. Il problema è che a volte semplicemente non si può. Io da quando sono tornata single sono letteralmente rinata.
Ma non è tanto il tradimento in sè, quanto la mancanza di rispetto (fare il provolone con le mie amiche, fino ad arrivare a tradirmi con esse) che ne consegue, e anche l'incapacità di fidarsi di nuovo. Poi è ovvio che tutto degenera. Anche il piacere dello stare insieme. Per me in un rapporto quando viene meno la fiducia, viene meno tutto. Ovviamente non siamo tutti uguali, ma per me potermi fidare dell'altro e sentirmi da esso rispettata sono condizioni sine qua non.
Ovviamente il problema non è stato solo il tradimento in sè. Quello semmai è la conseguenza di un clima che non è più sereno. Lui aveva problemi importanti, che lo portavano a sbalzi di umore, periodi, anche lunghi, in cui non gli potevi parlare insieme perché rispondeva sempre male, aveva attacchi di rabbia, ecc. Probabilmente se si fosse curato a dovere le cose sarebbero potute andare diversamente. O forse no, chi può dirlo. Io ho fatto dello stargli vicino e dell'aiutarlo una missione, probabilmente, con il mio spirito da crocerossina che prende sempre il sopravvento, sacrificando me stessa.
Col senno di poi, mi rendo conto che mi aveva spento completamente, uccideva la mia vitalità, la mia allegria. Era come procedere con una zavorra. Cosa di cui non mi rendevo conto quando ci ero dentro, ovviamente. Ma appena dopo che ci siamo lasciati, tutti quelli che ci conoscevano me lo hanno fatto notare.
Il percorso di ritornare a concentrarmi su me stessa è stato lungo e doloroso (e per fortuna avevo la psicoterapeuta accanto), ma mi è servito ad acquisire consapevolezza, a rimettere me stessa al centro della mia vita.
vabbè, è sempre così; io sono diventato un papà rompicoglioni e oppressivo con lei - 12 anni di meno - concentrata sull'analisi e su richieste di attenzione che ero poco capace di sostenere in quelle modalità di adolescente; ci siamo spenti entrambi, ma io non avevo l'analista :asd:
io quello che non capisco, perché si tratta degli altri, è se l'altro è stato visto in origine, continua ad essere visto, ma altre necessità ne rimuovono l'allontanamento, i problemi e la presenza di occuparsene e realizzare la situazione, oppure se opera più di frequente e in maggior misura un'identificazione di scopo, per cui quello è un provider a fronte di necessità, ma la cui espressione di bisogni è in grande misura dispensabile, almeno nella misura in cui non interferisce coi servizi;
capisci perché mi ero impuntato su quella cosa di elencare i caratteri di quella persona che lo fanno scegliere ? sono stati visti e poi rimossi, oppure proprio ignorati da subito come irrilevanti, perché tanto già bastava e quando quel tanto si è interrotto quella persona è evaporata, non riscuote più alcun sentimento, se non l'ostilità per aver interrotto il patto di servizio ?
Mah, in realtà i meccanismi che si instaurano in situazioni di questo tipo sono molteplici e non si può ridurre tutto a un discorso di rimozioni o meno. Parti dal presupposto che se scegli una persona è perché in quel momento risponde a determinati tuoi bisogni. Poi, nel tempo, i bisogni cambiano, le persone cambiano. E determinati ruoli probabilmente ti vanno stretti. Ma soprattutto il costo che devi pagare ad un certo punto diventa troppo alto.
Una delle domande che la psicologa mi ha fatto più spesso è stata "Quale è stato il costo di questo?". Perché alla fine tutto si rifà ad un bilancio di costi/benefici. Finché questo è positivo, vai avanti. Quando i costi diventano troppo alti rispetto ai benefici, ovviamente le cose non possono più andare bene.
Sono meccanismi che accadono spesso proprio per la differenza di maturazione delle due componenti, perché le esigenze di entrambi cambiano e non è detto che continuino ad incontrarsi. Le cose funzionano finché c'è il punto di incontro. Quando questo viene meno, tutto costa molta più fatica.
va bene, su questo sono d'accordo;
ma non risponde alla questione dell'aver identificato il partner o meno; i bisogni te li soddisfa anche un'automobile, se è quello che ti serve; ma in quel caso vedi e valuti; io ho posto la questione 10 pagine fa, ma senza risposte da nessuno, e avevo fatto il paragone con l'amico; di quello dici, è buono, leale, spiritoso, ma ha un carattere di merda e mi sta antipatica la sua donna;
lo stesso diventa difficilissimo con l'ex-partner; perché ? eppure, non dovrebbe;
tu mi dici che l'80% delle relazioni finisce in modo traumatico - cioè, ci si lascia male, con importanti recriminazioni sul comportamento dell'altro - che è una cosa che dovrebbe far riflettere parecchio; se ci aggiungi che durante il rapporto non sembra essersi fissata un'immagine di pregio del partner, che dovrebbe restare, io qualche domanda su come si avviano le relazioni me la porrei;
poi, si può giungere tranquillamente alla conclusione che Love is a losing game, un gioco a perdere, e va bene; io sono curioso
Ma tu ragioni partendo dal presupposto sbagliato, ossia che le cose restino inalterate nel tempo. Invece non è così. Nel momento stesso in cui cambi, cambiano le tue esigenze, ecc, ecc, se dall'altra parte non vi è una pari evoluzione è chiaro che poi le cose vanno a ramengo. Non ci si capisce più, non si parla più la stessa lingua, non si riesce più a comunicare. Poi si stratificano le incomprensioni, e quindi anche le cose potenzialmente belle dell'altro, o che ti erano piaciute, diventano meno importanti di quelle che invece non ti piacciono. Poi ogni storia è a sè, non si può neppure fare un discorso troppo generale.
Calo nel dettaglio della mia? Benissimo. Io mi sono innamorata di lui perchè mi faceva ridere, perché era una persona con cui riuscivo a comunicare bene e facilmente, perché aveva mille attenzioni per me, perché avevamo lunghi scambi. Ma all'inizio i suoi problemi psicologici e psichici non si sono presentati, quelli sono comparsi solo anni dopo. Ma all'inizio non mi hanno disturbato, anzi, mi hanno fatto venire voglia di stargli vicino, di aiutarlo, con il mio bello spirito da crocerossina del caxxo.
Poi ha iniziato a fare il cretino con le altre, a mancarmi di rispetto, e tante altre cose che non sto ad elencare. Sono usciti tutti i suoi problemi. E nel tempo tutto questo mi ha portato solo del peso. Per cui delle cose che mi erano piaciute di lui cosa è rimasto? Tutto è stato soffocato. Quindi è ovvio che poi quando la cosa finisce, dopo un vissuto che per parecchio tempo è stato un peso, non puoi vedere il bello di quello che c'è stato, ma ti sovviene soprattutto la parte finale. E quindi potrei mai consigliare a qualcuno una persona con mille problemi psichici, che ogni tre per due sgerla, che magari devi farla ricoverare in psichiatria ogni tanto? Potrei mai consigliare chi sta con te ma si guarda costantemente attorno? Certo, all'inizio no, finché dura la fase dell'innamoramento. Poi però partono le infatuazioni, per persone o per cose, che fanno parte anche loro della sua patologia. Quindi no, per quanto sia in fondo una bella persona, e come amico potrei consigliarlo, come partner mai e poi mai.
Dark, dalla descrizione che hai fatto io non ho capito nulla della personalità di questo, a parte che ad un certo punto si è messa a fare il cretino con le altre, e nemmeno troppo di nascosto; forse voleva farsi scoprire;
se io ti descrivo R, ti parlo di una persona buona e molto generosa, affidabilissima e leale; archeologa, molto religiosa, aveva sviluppato una notevole capacità di comprensione di mie irresolutezze su cui cercava di spronarmi, e un forte attaccamento; figlia di divorziati, si sentiva in colpa di questo, schiacciata tra un padre simpatico e gaudente e una madre lamentosa e rimasta sola; un classico mio :asd: potevo fungere da detonatore di felicità, ma lei subiva un ricatto morale inconsapevole da sua madre, per cui quella felicità che si poteva permettere in effetti era una moderata infelicità;
col che, boicottava inconsapevolmente la relazione per generare tensioni che non la facessero sentire in colpa; in sostanza, mi stava chiedendo di essere un poco di buono per poter star bene, ma senza farsi carico del suo desiderio; quindi il corto circuito tra una valorizzazione, e il suo contrario; era gelosissima e si diceva sicura che l'avrei abbandonata; se fossi rimasto con lei, avrebbe pilotato l'equilibrio in modo da sentirsi moderatamente mal-maritata e accontentata, mentre io avevo la necessità di essere un motore di felicità;
comunque, una bellissima persona a cui sono grato per tante cose;
insomma, la descrizione di una personalità e di un tema di relazione dovrebbe un po' seguire una traccia di questo tipo, prima di tutto nella testa di chi ha vissuto la storia, no ?
Spero che arriviate a risolvere tutte le possibili combinazioni di coppia e fornirci una legenda delle possibili soluzioni, comprese note sui varii tipi di comportamento OPPURE diventiate voi una coppia da poter "studiare" :D
Oggi uscita tra soli maschi, mia moglie a casa, è stanca, dice, io e il mio amico andremo a Floridia, un paesino in provincia di Siracusa, a mangiare un panino e bere una birra, sua moglie a Genova, in quanto da quest'anno, di ruolo, prima lavorava lui a Genova, adesso lei, lontano dalla famiglia... e pensare che io dovevo trasferirmi a Mestre.
Evvila le comunità di soli maschi!!!
Troppe donne non va bene... no, no, è una fatica a relazionarsi, oggi come oggi.
No, in realtà. Dipende dal vissuto. Se ti avessi descritto il mio ex nei primi anni in cui siamo stati insieme ti avrei descritto una persona. Se te lo descrivo adesso, ti descriverei una persona completamente diversa. Quando stai 17 anni con la stessa persona ne hai una vista più approfondita, probabilmente. E soprattutto, quando le cose non vanno bene la parte positiva tende ad essere soppiantata da quella negativa.
Ora se devo descriverlo, parlo di una persona fragile e a tratti depressa, incline a forti infatuazioni, spesso compulsiva. Una cartella clinica, in pratica :D
Serate fra uomini...
https://youtu.be/sbmnWST0VF8?si=jVuCYihaKLJ8IDtS
C'è anche il locale per Empoli:D
Io non entro nel merito, in quanto non conosco né, "il paesaggio", né "la storia", né "i personaggi". E non ho tutte le informazioni.
...ma...
:teach:
mi permetto un suggerimento, in base a quanto letto ("in diagonale"): prima di decidere per la coppia solipsista, hai considerato la "Dark-Cono" ?
:mmh?:
capisco, ma secondo me questa tua è una considerazione poco funzionale, che spiega poco:
questa cosa della parte negativa che soppianta quella positiva non è che mi convinca granché; nel senso che è un riflesso funzionale tuo, soggettivo, alla sostenibilità di una persona;
le cose che dici tu le potrei dire esattamente allo stesso modo anche io, e forse potrebbero essere dette di me, beninteso; anche diverse mie compagne avevano problemi psicologici e nevrosi, che magari mi hanno resa insostenibile la frequentazione; ma questo in nessun modo le priva di tanti caratteri bellissimi, compresenti alle nevrosi e che me le fanno restare amate;
chi "tradisce" dopo essere stato leale per tanti anni, è improvvisamente diventato una persona leggera e inaffidabile, oppure la relazione ha vissuto un percorso che ha stravolto l'identità e quella persona non si ritrova più, ma nel contempo non è riuscita a comunicare la cosa, perché permane un attaccamento o una dolorosa reticenza/timore ad esprimersi, magari per un equilibrio di potere che pesa ?
certo, a pag. 23 del manuale delle giovani marmotte è scritto che invece di tradire si dovrebbe lasciare il partner, lo sappiamo tutti :asd:
ma siamo davvero sicuri che la persona "tradita" non abbia fatto lo struzzo, trascurato l'accumularsi di segnali di deterioramento della relazione, magari per motivi comprensibilissimi ?
perché il nostro giudizio sulle cose - che è il punto di discussione che cerco invano di sollevare - si basa su uno schema incontestato e cristallizzato di "scatola/patto" che contiene non si sa bene che, ma accumula consuetudini materiali alla rinfusa;
ha'voglia te ad enunciare le belle parole della sincerità, lealtà, comunicazione, ecc... tipo telefilm americano con quelli che si lasciano perché un partner ha mentito su una cosa innocente, epperò ha tradito la fiducia; ma vaff... :asd:
gua', io non ho difficoltà a confessare che per indole sperimenterei sessualmente circa la metà delle donne del mio target, per curiosità umana; ma non ho mai effettivamente tradito nel momento in cui avevo un barlume di attenzione formale da una compagna, cioè non ci eravamo formalmente lasciati; proprio non è il mio, perché mi diverte comunque di più essere concentrato sulla vicenda, stare sul pezzo;
però, oramai alla mia età penso di poterlo dire, benché l'idea di una partner che tromba con un altro non mi entusiasmi, nemmeno mi impressiona più di tanto, perché comunque prevale che il mio sismografo interiore SICURAMENTE mi avrebbe segnalato allarme e preparato, anche se per qualche motivo ho voluto ignorarlo;
quindi, no; secondo me non è pacifico che di un partner di lungo corso ci si possa dimenticare motivi molto importanti di pregio umano permanente;
se questo avviene, è perché quei motivi non c'erano, ma ne funzionavano altri nascosti e inconsapevoli, che probabilmente restando ignoti continueranno a fare il loro lavoro nelle relazioni successive; una cazzata ? forse...
mai sentito parlare di coazione a ripetere ?
io ho la collezione di donne fantastiche con un "bel" rapporto quasi da amanti - una parte della malattia - con padri solari, gaudenti e giovialoni e conflitti con madri a cui mancano sempre 19 soldi pe'ffa 'na lira, come si diceva a Roma un secolo fa :asd: e queste donne fantastiche - non ironizzo, le amo tutte davvero - metabolizzano bene il loro conflitto con me, salvo poi che la relazione magari degenera;
ma quando succede non è che diventano iene :D
se stai 4 mesi con una persona puoi non vedere, ma se ci stai di più e non realizzi vuol dire che non vuoi vedere, perché il tuo bisogno corrisponde a quella roba, e magari sottotraccia sai pure il prezzo che dovrai pagare, ma tiri avanti;
col corollario che fare ground zero di una relazione lunga lasciando che il tracollo si trascini a fondo il resto produce quell'implicazione umiliante - e, ancor più grave, falsa - che uno abbia "fallito"; sul momento hai sollievo: colpa della stronza ! ma poi non capisci di che avevi bisogno e ti guardi allo specchio come uno che abbia pagato l'Iphone a metà prezzo per ritrovare una tavoletta di legno dentro la confezione.
no, guarda... io son uno che non litiga, che è un mio limite grosso, ma forse una salvezza proprio a fronte di selezioni sbagliate; lascio fare e sono iper-paziente e indulgente per le debolezze; mi radicalizzo solo nel momento in cui devo prendere atto di qualcosa che non posso reggere, tipo malafede o meschinità esercitate da una posizione di forza; ma non mi succede, perché queste persone le evito sin da subito, se non me le ritrovo in famiglia :D
semmai, il problema con te sarebbe che non ti servirei a nulla, esattamente come in questa discussione :asd:
Ma no, o almeno, non è quello il mio caso.
Sono ben consapevole delle qualità che aveva il mio ex quando ci siamo messi insieme. Ma nel tempo è cambiato, i suoi problemi hanno preso il sopravvento, ecc, ecc.
ti potrei dire che era una persona attenta e premurosa, dolce e vicina, aveva sempre quella gran voglia di imparare cose nuove, di scoprire, di viaggiare. Era ironico e divertente. Ma le cose cambiano, e se l'evoluzione del singolo è diversa da quella della coppia, le esigenze cambiano, i comportamenti cambiano, e qualcosa si rompe.
ecco, sei sicura che questo sia "cambiare", o piuttosto tornare un se stesso che per tanti motivi non è riuscito a fissare una conquista e fare uno step ?
ora ci siamo già di più, ma parecchio di più;Citazione:
ti potrei dire che era una persona attenta e premurosa, dolce e vicina, aveva sempre quella gran voglia di imparare cose nuove, di scoprire, di viaggiare. Era ironico e divertente. Ma le cose cambiano, e se l'evoluzione del singolo è diversa da quella della coppia, le esigenze cambiano, i comportamenti cambiano, e qualcosa si rompe.
a me non dispiacerebbe affatto essere descritto così; forse potresti ricordarti dei difetti che gli avevi visto e che consideravi tollerabili, o addirittura simpatici, al netto delle successive degenerazioni di quelli, o dell'emergere di altri;
e, secondo te, tu cosa hai imparato da(lla frequentazione con) lui che ti ha migliorata, sempre che ciò sia avvenuto ? che opportunità non fungibili ti ha offerto quella relazione ?
deh, col poco tempo che hai tra mille impegni credo che ci troveremmo appena per una fumatina, tipo frizione che sincronizza due velocità diverse :rotfl:
Certo che è cambiare. Evolviamo, sempre, che ci piaccia o no.
Cosa ho imparato? Cosa non devo fare, quali uomini non scegliere, a mettere me stessa al centro e a darci un taglio con lo spirito da crocerossina :asd:
Che poi "imparato" è una parola grossa. Continuo a non essere capace di non farmi impietosire dai casi umani, a scegliere uomini sbagliati...
Però sì, ho imparato a mettere me stessa al centro, quello di sicuro. I miei obiettivi, i miei sogni, le mie passioni.
Dagli errori si impara, sempre.
Il fumo lo porto io :asd:
però, per come la vedo io - e ci ho riflettuto parecchio - l'ordinario è che una persona che entra in una relazione ha una botta di adrenalina e prova a fare un salto di qualità, che magari non riesce o riesce solo a metà, e poi si rivela all'altro con le sue zavorre che quella condizione di meraviglia aveva messo in secondo piano;
io mi riferivo più a modi di essere che ci sono piaciuti dell'altro e che ci sono rimasti attaccati addosso come conseguenza; sempre per non restare troppo nell'astratto, la fiducia che mi hanno dato alcune partner, o loro prerogative di temperanza, sempre, bontà, o autoironia, pietà, sentimento del sacro - cioè lealtà assoluta per alcune cose - sono divenute parti molto più stabili della mia identità, e senza la sponda di quelle persone non avrei avuto testimonianza tale da crederci;Citazione:
Cosa ho imparato? Cosa non devo fare, quali uomini non scegliere, a mettere me stessa al centro e a darci un taglio con lo spirito da crocerossina :asd:
Che poi "imparato" è una parola grossa. Continuo a non essere capace di non farmi impietosire dai casi umani, a scegliere uomini sbagliati...
Però sì, ho imparato a mettere me stessa al centro, quello di sicuro. I miei obiettivi, i miei sogni, le mie passioni.
Dagli errori si impara, sempre.
ripeto: io sono cresciuto educato ad essere il simpatico cazzone intelligente quanto si vuole, ma sostanzialmente egoista e inaffidabile, vanesio; quelle donne, nel pieno delle loro facoltà, ché sceme non erano di certo, mi hanno contemplato come padre di un loro figlio, con testimonianze diverse nei modi, ma la fiducia era quella; insomma, non è una cosa da poco, perché poi effettivamente quella postura responsabile è diventata una parte importante di me;
non credo mi sarei preso cura di mio padre da 4 anni - ti assicuro che nelle circostanze specifiche è una fatica sovrumana, per tanti motivi - senza che quelle persone mi avessero riflesso aspettative di un certo livello; quando ogni giorno evito di mettere le mani in faccia a mio fratello, un po' lo faccio per rispetto a mia madre, ma molto per essere all'altezza della filosofia di esistenza di una determinata persona alla quale mi allineo volentieri, per essere con lei , comunicarle una sorta di adesione, riconoscimento di cose importanti che diventano ridondanti in un nostro mondo comune;
non so come dire altrimenti: io mi comporto per cercare di essere degno di quello che ho ricevuto - da tante persone; è una cosa strana, poco chiara o poco sensata, inconcepibile, fuori dal mondo ?
ubi maior... :vCitazione:
Il fumo lo porto io :asd:
oh, per me erbina, ché altro mi fa male; son di pancino delicato e mi stomaca tutto; e poi non ho quella frequentazione, se non sporadicissima da decenni :D
poi però penso io alla fame chimica; non sarà come rdc, ma cucino davvero molto leggero :D