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crepuscolo
Infatti nonostante sia cristiano la penso diversamente da cono, ed indirettamente anche da te.
Quando il Vangelo parla di purezza dice che Gesù rispose ai farisei ipocriti e girando il discorso disse chiaramente: " Razza di vipere ( perché li conosceva bene) o sepolcri imbiancati, site belli fuori ma dentro di voi c'è la putredine ". Gesù non parlava come se la purezza fosse un ideale ma era proprio la purezza dei sacerdoti o chi per loro, comprese le spie come Giuda, che venivano messe in dispregio. Quei personaggi lì o simili vengono sbeffeggiati da Gesù perché ipocriti.
l'esempio di Giuda mi sembra azzardato, perché non si tratta della mediocrità dell'ipocrita, bensì di un ruolo tragico, l'iperbole del peccatore, quasi un'astrazione, proprio da tragedia teatrale, tipo i cattivi di Shakespeare, che sono talmente cattivi e l'inferno di se stessi da indurre in comprensione, visto che si fanno carico del ruolo di catalizzatori dell'odio, almeno nelle esegesi delle persone e delle società mature.
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axeUgene
l'esempio di Giuda mi sembra azzardato, perché non si tratta della mediocrità dell'ipocrita, bensì di un ruolo tragico, l'iperbole del peccatore, quasi un'astrazione, proprio da tragedia teatrale, tipo i cattivi di Shakespeare, che sono talmente cattivi e l'inferno di se stessi da indurre in comprensione, visto che si fanno carico del ruolo di catalizzatori dell'odio, almeno nelle esegesi delle persone e delle società mature.
Giuda era una spia. Gesù l'aveva detto chiaramente che esiste il peccato in questo caso di spionaggio come esistono le spie; le spie ci sono sempre state, ci sono e ci saranno sempre; ma Gesù li ha messi in guardia, i suoi apostoli, a non personificarlo il male, quindi a non essere spie, uno dei più spregevoli peccati.
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Originariamente Scritto da
axeUgene
l'esempio di Giuda mi sembra azzardato, perché non si tratta della mediocrità dell'ipocrita, bensì di un ruolo tragico, l'iperbole del peccatore, quasi un'astrazione, proprio da tragedia teatrale, tipo i cattivi di Shakespeare, che sono talmente cattivi e l'inferno di se stessi da indurre in comprensione, visto che si fanno carico del ruolo di catalizzatori dell'odio, almeno nelle esegesi delle persone e delle società mature.
Certo quella di Giuda non è stata una bella fine ma probabilmente è l'epilogo di una vita egoistica e senza valori, gli unici valori che maneggiava erano i denari della cassa del gruppo e badava agli affari con la scusa di darlo ai poveri; per questo suo carattere " che cazzo non je va bé mai niente!:asd:", ha rimproverato, anche se indirettamente, Gesù per lo spreco di un balsamo che era servito ad alleviare la stanchezza dei piedi del maestro, la cui vendita, non dei piedi ma del balsamo:D, avrebbe fruttato diversi soldini.
Uno come Giuda che è arrivato a rifiutare i trenta denari evidentemente doveva essere molto agitato in quei momenti successivi alla cattura di Gesù , e si può capire dalla sua fine da isolato, considerato spia dal sinedrio e traditore del maestro dagli ex amici.
Se a quei tempo c'era il 113 lo avrebbero legato in un reparto neuropsichiatrico:rotfl:.
Un bel carattere non che che dire:rolleyes:.
Una volta nelle società meno mature, per catalizzare l'odio, mandavano a morire nel deserto una povera pecora nera:asd:.
Evidentemente per chi sa leggerla la storia si ripete quasi sempre.....in peggio:mahciao:.
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crepuscolo
Certo quella di Giuda non è stata una bella fine ma probabilmente è l'epilogo di una vita egoistica e senza valori, gli unici valori che maneggiava erano i denari della cassa del gruppo e badava agli affari con la scusa di darlo ai poveri; per questo suo carattere
questo dove l'hai letto ?
stona un po' col suicidio, e non mi pare sia nei vangeli e con tutto il tenore della narrazione; non è un fumetto di Tex, ma una tragedia che, evidentemente, si doveva compiere, e qualcuno aveva l'onere tragico;
sempre che si voglia dare alla narrazione evangelica il senso di grandezza che si intende;
altrimenti è altro; nulla vieta di raccontarla come storia triviale, certamente più realistica, di zeloti combattenti, e traditori; ma se è la Passione del Figlio, i carnefici sono agenti del Padre, e difficilmente li puoi liquidare come soggetti scarichi di significato pesante, Caifa, Pilato, Longino, nessuno escluso...
se li leggi con un minimo di distacco, vedi bene che sono archetipi letterari della tragedia.
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Nel vangelo apocrifo di Giuda il tradimento dell'apostolo è dipinto come un "atto di obbedienza" e poiché «il sacrificio del corpo carnale di Gesù è la chiave della redenzione» in effetti Giuda nel testo si profila come un eroe, che finisce per essere invidiato ed addirittura maledetto. Su questo punto, questo apocrifo mi sembra avere più buonsenso dei quattro vangeli canonici.
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Originariamente Scritto da
crepuscolo
Giuda era una spia. Gesù l'aveva detto chiaramente che esiste il peccato in questo caso di spionaggio come esistono le spie; le spie ci sono sempre state, ci sono e ci saranno sempre; ma Gesù li ha messi in guardia, i suoi apostoli, a non personificarlo il male, quindi a non essere spie, uno dei più spregevoli peccati.
Non è tanto la spiata finale, che condanna Giuda. Quanto l'aver equivocato fin da subito la figura del Maestro. Giuda aveva sperato e immaginato un Messìa terreno. Politico. In grado di liberare Israele dall'oppressione romana. Qua parliamo di "dolore". Ecco, il suo dolore più grande (che alla fine l'ha condotto al suicidio) fu rendersi conto che non gli importava niente di quell'altra, Liberazione. Liberazione dal Peccato e dal Male. A differenza di Pietro (che pure lo rinnegò per paura) non credette nemmeno al Perdono di Gesù Cristo.
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Mica solo lui, Le parole di Gesù "chi di spade ferisce..." è rivolta a Pietro che ha appena tagliato un orecchio, non sarebbe stato armato se non fosse stata presente l'idea che la predicazione fosse solo l'inizio, non dico che gli apostoli fossero una banda armata, ma l'opzione violenta era sul tavolo anche per il primo dei dodici.
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La differenza l'ha fatta Woodstock.
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axeUgene
questo dove l'hai letto ?
stona un po' col suicidio, e non mi pare sia nei vangeli e con tutto il tenore della narrazione; non è un fumetto di Tex, ma una tragedia che, evidentemente, si doveva compiere, e qualcuno aveva l'onere tragico;
sempre che si voglia dare alla narrazione evangelica il senso di grandezza che si intende;
altrimenti è altro; nulla vieta di raccontarla come storia triviale, certamente più realistica, di zeloti combattenti, e traditori; ma se è la Passione del Figlio, i carnefici sono agenti del Padre, e difficilmente li puoi liquidare come soggetti scarichi di significato pesante, Caifa, Pilato, Longino, nessuno escluso...
se li leggi con un minimo di distacco, vedi bene che sono archetipi letterari della tragedia.
Se tiri di mezzo il padre devi considerare che la visione di Dio nel mondo è Gesù e viceversa, ma il padre è più grande del figlio.
Questo discorso mi rimanda e si conclude con l'idea del tempo e che senso abbia per noi esseri umani.
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Pazza_di_Acerra
Nel vangelo apocrifo di Giuda il tradimento dell'apostolo è dipinto come un "atto di obbedienza" e poiché «il sacrificio del corpo carnale di Gesù è la chiave della redenzione» in effetti Giuda nel testo si profila come un eroe, che finisce per essere invidiato ed addirittura maledetto. Su questo punto, questo apocrifo mi sembra avere più buonsenso dei quattro vangeli canonici.
E ci voleva proprio una spia ed un traditore come chiave del regno? Non riesco a crederci.
Ho seguito la storia del ripristino del Vangelo di Giuda, ma mi dice di più il Vangelo di Tommaso.
E' il solito discorso di Dio che essendo regista e romanziere non lascia libero nessun personaggio-attore di essere veramente un delinquente; una creazione del genere farebbe acqua da ogni parte a meno che ci fosse un Dio che dicesse: "Abbiamo scherzato tutti, sembrava vero?", come nel film con Michael Douglas o con Carrey.
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crepuscolo
Se tiri di mezzo il padre devi considerare che la visione di Dio nel mondo è Gesù e viceversa, ma il padre è più grande del figlio.
Questo discorso mi rimanda e si conclude con l'idea del tempo e che senso abbia per noi esseri umani.
https://www.youtube.com/watch?v=pNUp-2Ji_Eo
:rotfl:
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Originariamente Scritto da
crepuscolo
E' il solito discorso di Dio che essendo regista e romanziere non lascia libero nessun personaggio-attore di essere veramente un delinquente; una creazione del genere farebbe acqua da ogni parte a meno che ci fosse un Dio che dicesse: "Abbiamo scherzato tutti, sembrava vero?"
a rigor di logica, almeno questa spiegazione avrebbe un senso; soprattutto se concepisci la Passione come una necessità che si deve compiere, e che richiede dei cattivi nel progetto;
mentre quella di un dio creatore presciente, il quale crea disobbedienti, sapendoli tali; poi, siccome è un pasticcione e non voleva, si fa figlio di se stesso per morire in croce e redimere coloro che ha inteso e condannato come peccatori, ti pare una cosa credibile ? :asd:
secondo me, non conviene giocare ai sofisti su queste contraddizioni; il risultato è rendere ridicolo il tutto; meglio accettare che le narrazioni bibliche sono parabole poetiche, e quindi accettare anche il lato fittizio di certe figure, come espediente narrativo d'epoca per semplificare per il volgo;
nel nostro tempo, di istruzione e riflessione, prendere sul serio la lettera, come fosse un teorema, non è un buon affare; lo dice pure Ratzinger, che non è un ateo dispettoso :D
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axeUgene
https://www.youtube.com/watch?v=pNUp-2Ji_Eo
:rotfl:
a rigor di logica, almeno questa spiegazione avrebbe un senso; soprattutto se concepisci la Passione come una necessità che si deve compiere, e che richiede dei cattivi nel progetto;
mentre quella di un dio creatore presciente,
E' sulla prescienza che non condivido il condizionamento di Dio al tempo; già i Greci con Giove padre degli dei avevano risolto: è solo il capriccio degli dei.
Un Dio soggetto al tempo, perché prescienza vuol dire questo, che non può cambiare quello che ha pensato perché lo ha pensato prima, forse non assomiglia neanche ad un uomo, che pur soggetto al tempo cambia spesso idea.
Non sei tu che hai sostenuto che Dio non può pentirsi perché ha fatto le cose nel migliore dei modi? E dov'è allora la nostra libertà da Dio? Non c'è.
Persa di giocare a carte alla cantina di Dio, il padrone ci spiega le regole, ma chi gioca sono io; oppure tu pensi che ogni mio pensiero ed ogni mia mossa venga pensata prima ( ecco il paradosso del tempo) da Dio eliminando ogni benché minima libertà di pensare e di agire? Non credo perché sarebbe una grossa stupidità pensare Dio in quel modo, ma peggio pure noi umani pensarci così impotenti di essere liberi. Non credo proprio caro Axe.
Sembra che la volontà sia il principale requisito di Dio. Poi ci sono altri aspetti come, la tenerezza, la forza, la compassione ed infine la condivisione con noi, tramite Gesù uomo, più umano che che divino; come uomo, uomo che ha insegnato a Dio come siamo fatti.
Comunque tutti i giocatori che giocano alla taverna di Dio, a furia di giocare sono diventati bravini:asd:.
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crepuscolo
E' sulla prescienza che non condivido il condizionamento di Dio al tempo
sai, il suffisso "pre", implica necessariamente una collocazione temporale riferita alla nostra dimensione di tempo, quantunque tu possa attribuirne di diverse a Dio;
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Non sei tu che hai sostenuto che Dio non può pentirsi perché ha fatto le cose nel migliore dei modi? E dov'è allora la nostra libertà da Dio? Non c'è.
la perfezione divina non sono io a sostenerla;
una volta attribuita questa qualità, ogni costrutto che contempli circostanze in divenire, in qualche istante ignote a Dio e non predestinate, è una smentita a quella perfezione;
se non ti fidi di me, cosa che posso capire, almeno domandati come sarebbe altrimenti possibile che la metà dei cristiani che era libera di leggere le Scritture ha concluso nel senso del servo arbitrio; mentre l'altra metà è quella vincolata al Catechismo;
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il padrone ci spiega le regole, ma chi gioca sono io; oppure tu pensi che ogni mio pensiero ed ogni mia mossa venga pensata prima ( ecco il paradosso del tempo) da Dio eliminando ogni benché minima libertà di pensare e di agire? Non credo perché sarebbe una grossa stupidità pensare Dio in quel modo, ma peggio pure noi umani pensarci così impotenti di essere liberi. Non credo proprio caro Axe.
per me va bene; ma in tal caso, devi riformulare un dio piuttosto diverso da quello della tradizione, altrimenti non torna più nulla;
tu non te ne rendi conto, perché vedi quello che ti pare, tutta la storia come un pezzetto alla volta;
ma se vai a mettere tutto a sistema non torna nulla, anche se per me la cosa è irrilevante;
convincere è un problema dei predicatori, che predicano proprio perché vogliono convincere; io mi limito a far presente cose elementari che quelle narrazioni suscitano come obiezioni;
se il cristiano sostiene che la Passione è essenziale alla redenzione, vuol dire necessariamente una di queste due cose:
a) Dio si è sbagliato e ha dovuto correggere qualcosa che inopinatamente non è andato come pensava, intervenendo successivamente; e perciò non sapeva, è imperfetto; oppure
b) Dio è perfetto e quindi ogni cosa sotto il Suo controllo, in ogni momento; quello doveva necessariamente accadere, e gli agenti di quegli accadimenti, buoni o cattivi che fossero, suono Suoi emissari e agenti della Sua volontà;
non vedo alternative, ma se ne hai di consistenti e logiche, ti leggo volentieri.
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axeUgene
sai, il suffisso "pre", implica necessariamente una collocazione temporale riferita alla nostra dimensione di tempo, quantunque tu possa attribuirne di diverse a Dio;
la perfezione divina non sono io a sostenerla;
una volta attribuita questa qualità, ogni costrutto che contempli circostanze in divenire, in qualche istante ignote a Dio e non predestinate, è una smentita a quella perfezione;
se non ti fidi di me, cosa che posso capire, almeno domandati come sarebbe altrimenti possibile che la metà dei cristiani che era libera di leggere le Scritture ha concluso nel senso del servo arbitrio; mentre l'altra metà è quella vincolata al Catechismo;
Di te mi fido ma chi lo ha detto è arrivato con la sua testa fino ad un certo punto, poiché, come ti dissi un tempo, la sua perfezione di Dio è fondata soprattutto o del tutto, sul contrario delle negatività umane sperimentate o meno. Allora potrei dire, a contrappeso delle teorie che hai citato, che Dio non possiede negatività, quindi qual'è il contrario di cattivo? Buono, e come se buono non racchiudesse tutte le bontà: buonissimo.
Dio ingiusto? No, solo gli uomini possono essere ingiusti, un Dio no; allora Dio è più della giustizia umana che può sbagliarsi, quindi Dio deve essere: giustissimo; e così via, infatti si dice soprattutto di non essere e di non fare per dire quello che Dio è e fa.
Quelle regole fissate, religiose o non, sono a fondamento di una eventuale società civile dove ciò che è ovvio per i laici è un obbligo per i credenti, come ad esempio non uccidere. Soprattutto perché non c'è alcun rimedio alla morte.
Se Dio è essere e divenire insieme, poiché è sempre Lui, come si possono spiegare le teorie di perfezione et pre-scienza?
Se poi Dio fosse essere e Gesù fosse divenire potremmo avvicinarci al concetto di Padre e Figlio, di alfa ed omega, ecc, se poi ci mettiamo anche la via per giungere a noi che potrebbe essere lo spirito di Dio e Gesù uniti per farlo giungere e conoscere a noi.
Se levi il libero arbitrio Gesù non ha alcun senso; casomai il credente pensa quando e come Gesù è in Dio per cercare una congiunzione..
...astrale:D
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crepuscolo
Di te mi fido ma chi lo ha detto è arrivato con la sua testa fino ad un certo punto, poiché, come ti dissi un tempo, la sua perfezione di Dio è fondata soprattutto o del tutto, sul contrario delle negatività umane sperimentate o meno. Allora potrei dire, a contrappeso delle teorie che hai citato, che Dio non possiede negatività, quindi qual'è il contrario di cattivo? Buono, e come se buono non racchiudesse tutte le bontà: buonissimo.
captivo vuol dire prigioniero; il suo contrario è libero; in effetti, Dio è libero, e l'uomo cattivo, non libero, poiché nasce peccatore, già solo per questo predestinato, come uno che nasca con 10 milioni di debito; ha'voja a fadiga'... sempre 'n cagnarolo resti... :asd:
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Se Dio è essere e divenire insieme, poiché è sempre Lui, come si possono spiegare le teorie di perfezione et pre-scienza?
al solito: non l'ho scritta io l'equazione; ho solo fatto presente che è sbagliata, e che il risultato è che la gente lo vede e non crede a quella roba, oppure ci crede ma poi rimane impicciata in quegli errori, proprio nel concreto delle questioni che le dottrine vanno a dirimere;
non è che con i sofismi improvvisati e le frasi ad effetto si sanano le contraddizioni, per cui devi definire una morale che opera come una legge, col si può fare, non si può fare, si deve fare, su ogni questione quotidiana;
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Se levi il libero arbitrio Gesù non ha alcun senso; casomai il credente pensa quando e come Gesù è in Dio per cercare una congiunzione..
...astrale:D
questa è solo una suggestione, priva di logica;
il sospetto dovresti averlo, dal momento che metà del fan-club di Gesù nega il libero arbitrio, in sostanza seguendo Paolo di Tarso quando dice dei vasi e del Vasaio, che non c'è merito, ecc....
è una cosa difficile da accettare; in parte perché abbiamo la percezione individuale della libertà, anche se tu saresti stato poco libero di essere quello che sei ora e qui, tu fossi nato nelle campagne iraniane;
è difficile anche perché se si nega il libero arbitrio, cade anche quella possibilità di salire sul pulpito puntare il dito contro il peccatore, che è un gran conforto a fronte delle frustrazioni dei più;
pensaci un momento: qual è lo sport preferito delle persone infelici e meschine ? l'invidia, la maldicenza e poi la schadenfreude, il piacere delle sventure altrui, soprattutto delle persone felici e invidiate; il mercato fornisce prodotti specifici e di massa, come il gossip, sui giornali e tv; i "famosi" di cui si raccontano infelicità e miserie private, ecc...
se viene meno il libero arbitrio, ognuno è così come Dio lo ha fatto, e nessuno si può sostituire alle intenzioni divine guardando nel piatto, o nell'occhio, altrui, anziché nel proprio; soprattutto per i preti e accoliti è una gran perdita di potere.
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axeUgene
questa è solo una suggestione, priva di logica;
il sospetto dovresti averlo, dal momento che metà del fan-club di Gesù nega il libero arbitrio, in sostanza seguendo Paolo di Tarso quando dice dei vasi e del Vasaio, che non c'è merito, ecc....
A me sta benissimo vivere la vita come se fosse mia, ma non è questo il problema visto che io non credo troppo ad i vasi quanto al loro contenuto, sono fatti apposta per contenere, magari un buon Lambruschetto:birre:. Che fa Dio crea vasi che non conterranno nulla:mumble:?
Che non ci sia merito vallo a dire a tutti quelli che nella vita si sono impegnati, sentirai che cosa ti risponderanno; vallo a dire ad un capo azienda.
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Originariamente Scritto da
crepuscolo
Che fa Dio crea vasi che non conterranno nulla:mumble:?
non conosci la Romani ? vasi di perdizione, e vasi di misericordia...
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Che non ci sia merito vallo a dire a tutti quelli che nella vita si sono impegnati, sentirai che cosa ti risponderanno; vallo a dire ad un capo azienda.
la fede e la virtù sono dono divino, e per questo non c'è merito;
anche perché poi quel merito diventa il pretesto per il pulpito, e allora si ricomincia da capo, con gli ultimi che restano ultimi, le pagliuzze è lecito indicarle se pensi di avere merito, e tutto è vanificato;
il servo arbitrio ti dovrebbe rendere umile, proprio perché non è merito tuo; mentre la libertà diventa il presupposto della vanità di essere giusti, buoni, credenti, osservanti, per proprio merito, che si fa pesare ai peccatori, tali per loro demerito;
i figli cattolichetti e chierichetti del Catechismo però fraintendono il servo arbitrio come deresponsabilizzazione; in realtà, quella concezione produce l'opposto, come, volendo, si potrebbe constatare sul campo;
oltre all'umiltà di non giudicare negli altri l'operato di Dio stesso, la predestinazione dovrebbe indurre pietà per chi nasce sfortunato e condizionato al male; una cosa che fa, significativamente, anche la stessa legge penale con le attenuanti specifiche per chi sia in prima persona condizionato e vittima di una cultura criminale;
tu ed io che siamo stati fortunati, dobbiamo molto di più di chi sia cresciuto disperato e abbandonato in una favela di Rio o in una bidonville africana; la stessa rapina compiuta da noi, è molto più grave, perché abbiamo più possibilità di capire e discernere;
poi, soprattutto, il servo arbitrio, oltre a far tornare tutti o quasi i conti delle Scritture, è ignoto; nessuno sa, tranne Dio; ma ognuno può sperare di essere volto al bene, e agire di conseguenza, ma senza quel tratto levantino e negoziale che l'opportunismo suggerirebbe, incentivando l'ipocrisia: faccio il bene e sono devoto perché in cambio mi darai la Salvezza;
col servo arbitrio fai il bene perché credi a quello, e ringrazi per quella condizione felice; ma non puoi farlo con l'aspettativa che quello ti valga la Salvezza, che invece è essa stessa la condizione di desiderare di compiere il bene;
questo è il concetto della virtù come premio a se stessa, tanto difficile per i chierichetti del Catechismo; è una cosa da adulti, da pari e liberi, mentre quella libertà di obbedire - ai preti - è una cosa da figli e sudditi;
quando si parla della libertà, del libero arbitrio, c'è questo in ballo; una cosa poco intuitiva, capisco;
poi si può anche immaginare altro, ma questo comporterebbe lo stravolgimento di tutta la teologia tradizionale, e sarebbe un bel guaio... :asd:
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axeUgene
non conosci la Romani ? vasi di perdizione, e vasi di misericordia...
La conosco di vista:D, ma preferisco il Vangelo.
Comunque i vasi per me sono tutti uguali, infatti hanno il marchio di fabbrica, è il contenuto che non viene specificato, ad essere diverso, sembra che Paolo dia più importanza all'apparenza che al contenuto, i farisei infatti vennero redarguiti da Gesù proprio per il fatto di dare importanza a ciò che si vede piuttosto a ciò che si è e non si vede; solo la parte interna è intima ed è la parte di cui siamo o dovremmo essere padroni e non di conseguenza succubi perché badiamo all'esteriorità.
Tra l'altro perdizione e misericordia non sono concetti paragonabili:mumble:; casomai salvezza e perdizione, durezza di cuore e misericordia.
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axeUgene
la fede e la virtù sono dono divino, e per questo non c'è merito;
Sei diventato anche tu un predicatore?:D
A furia di frequentarli...:asd:
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Originariamente Scritto da
crepuscolo
La conosco di vista:D, ma preferisco il Vangelo.
Comunque i vasi per me sono tutti uguali, infatti hanno il marchio di fabbrica, è il contenuto che non viene specificato, ad essere diverso, sembra che Paolo dia più importanza all'apparenza che al contenuto
allora devi aver capito poco di quello che hai letto; Paolo, come poi Agostino, incentra tutto sul sentimento; come può dare importanza all'apparenza ?
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Tra l'altro perdizione e misericordia non sono concetti paragonabili:mumble:; casomai salvezza e perdizione, durezza di cuore e misericordia.
il senso era che Dio decide; può non piacere, ma così in qualche modo tornano i conti di quella narrazione;
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crepuscolo
Sei diventato anche tu un predicatore?:D
A furia di frequentarli...:asd:
no, queste cose lo ho imparate a scuola, a forza di frequentarla :asd: dovrebbe essere capitato a tutti, qui, ma non pare :D
ho descritto i fondamenti della cultura cristiana di quella parte di mondo che da circa 3 secoli e mezzo genera l'ideologia anche nostra, le nostre leggi e impostazioni morali di fondo;
per dire, l'idea che ci sia un parlamento di eletti da elettori il cui voto è uguale, e che la morale civica, pubblica, sia una cosa distinta da quella religiosa, a discrezione del privato che crede, viene da quella roba, non dal nostro chierichettismo cattolichetto...
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axeUgene
allora devi aver capito poco di quello che hai letto; Paolo, come poi Agostino, incentra tutto sul sentimento; come può dare importanza all'apparenza ?
ma chi è fatalista, cioè è convinto del discorso dei vasi, mi spieghi come può pensare di avere un sentimento genuino?
Paolo, non avendo conosciuto Gesù fisicamente impronta tutto il suo discorso sul credere chiamando in causa lo spirito che chiama Spirito di Dio, come lo chiamavano da sempre tutti i credenti di idoli o no i quali attribuivano alla divinità poteri illimitati, anche quello di esserci anche quando si crede non ci sia, cioè quando non si vede. Come infatti Paolo ed Agostino.
Paolo ed Agostino affidano la loro indagine completamente sullo spirito di Dio che a mala pena si può immaginare ( ma qualcuno l'ha catalogato:)), trovando in quel "mala pena:D" la loro teologia dell'altro mondo. Affidarsi completamente allo spirito si finisce per giustificare tutto perché si è convinto che l'agire serva a ben poco di fronte alla potenza sia fisica che intellettuale di Dio.
Ps. il seguito lo leggo dopo, buon pomeriggio.:mahciao:
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Originariamente Scritto da
crepuscolo
ma chi è fatalista, cioè è convinto del discorso dei vasi, mi spieghi come può pensare di avere un sentimento genuino?
è proprio per la convinzione di non poter influire sul proprio destino che tutto ciò che si fa può solo essere motivato genuinamente;
il contrario, implica una sorta di negoziato con Dio, quindi un'obbedienza necessariamente vincolata all'ipotesi del castigo, in caso contrario; pertanto, in effetti, paradossalmente è proprio il contrario della libertà, e una virtù ipocrita;
chi creda davvero in un Dio-giudice onnipotente e onnisciente non può - a meno di essere completamente idiota - disobbedire; molto di più di un impiegato della zecca che non può intascarsi le mazzette di bigliettoni; i controlli della zecca forse possono essere elusi, Dio no;
ma non puoi dire che quell'impiegato è "onesto", virtuoso; semplicemente calcola che verosimilmente perderebbe lo stipendio e finirebbe in galera;
pertanto, chi creda di non poter influire sul giudizio divino, perché indipendente dal suo agire - anche vista la logica della pre-scienza divina e tanti passi scritturali - può solo agire per genuina convinzione, depurata da qualsiasi vantaggio opportunistico;
visto che ti piace la metafora del Padre, anche tu, come padre, sarai stato certamente più felice che i tuoi figli si comportassero bene perché convinti di loro che quella fosse la cosa giusta, piuttosto che per il timore di una tua punizione o l'aspettativa di ricevere qualcosa da te;
puntualmente, l'evoluzione ebraica dei tempi di Gesù, poi Paolo, Agostino, Lutero, ecc... segnano il progressivo sganciamento dell'umanità dal timore filiale di una natura matrigna/Dio remuneratore dei pagani: questo perché la civiltà greca influenzava col suo razionalismo quell'antropologia; spiegava - o iniziava a spiegare - la natura, e che il destino umano dipendeva dal proprio sapere;
col che, il precetto religioso diventava antropocentrico, l'adesione spontanea e assoluta, contro la ritualità propiziatoria, il sacrificio, ecc... modalità in mano degli stregoni/preti;
quello che è successo poi, col Cristianesimo dottrina dell'Impero, è che la casta dei preti ha inventato una religione che per i più - gli europei pagani - era in effetti neo-pagana, remunerativa, e per un millennio hanno gestito il gregge in quel modo.
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Fortunatamente Gesù nel vangelo dice, dopo aver ritrovato la pecora smarrita che c'è più gioia in cielo, considerato a quei tempi la corte di Dio, che per 100 saggi che essendo saggi non si perdono e quindi non provocano quella gioia seppur ritrovata che il padre del figliol prodigo aveva perduto, ed ora, con il ritorno del figlio, riemerge.
La parabola è molto bella perché il timore del figlio, timore che tu hai accennato, svanisce nell'abbracciare il padre. E' forse un padre che perdona? Non credo è solo l'amore paterno, forse nella storiella di Gesù è un amore che dovrebbe essere, ma la spontaneità quasi confidenziale col figlio è di una tenerezza incredibile.
Forse era la madre oltre al fratello, che era pure geloso, quella più burbera:asd:
Il rapporto padre e figlio è innegabile ed è valido da sempre, in tante forme ma è il cardine della forza sociale di un popolo.
Neanche tu che hai formulato quei bei pensieri puoi negarlo, indipendentemente da che cosa la vita ci riservi.
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Originariamente Scritto da
crepuscolo
Il rapporto padre e figlio è innegabile ed è valido da sempre, in tante forme ma è il cardine della forza sociale di un popolo.
il guaio è che un popolo con la psicologia da figlio non è mai davvero libero e responsabile, cerca sempre un'autorità e finisce a produrre dittature; non è una mia fantasia, ma la storia:
tutte le grandi democrazie sono originate dalla cultura del servo. arbitrio, protestante, mentre tutte le dittature storiche in quelle del libero arbitrio cattolico;
non è proprio un dettaglio insignificante, eh...
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Originariamente Scritto da
Doppio
Mica solo lui, Le parole di Gesù "chi di spade ferisce..." è rivolta a Pietro che ha appena tagliato un orecchio, non sarebbe stato armato se non fosse stata presente l'idea che la predicazione fosse solo l'inizio, non dico che gli apostoli fossero una banda armata, ma l'opzione violenta era sul tavolo anche per il primo dei dodici.
Bravo! È così. Solo che Pietro se ne renderà conto, dell'equivoco, prenderà coscienza del suo peccato, tanto da "piangere amaramente" e cambiare vita. Anche Giuda si rende conto, ma riporta indietro i trenta denari e va ad impiccarsi. Era troppo orgoglioso per chiedere perdono.
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Originariamente Scritto da
axeUgene
il guaio è che un popolo con la psicologia da figlio non è mai davvero libero e responsabile, cerca sempre un'autorità e finisce a produrre dittature; non è una mia fantasia, ma la storia:
tutte le grandi democrazie sono originate dalla cultura del servo. arbitrio, protestante, mentre tutte le dittature storiche in quelle del libero arbitrio cattolico;
non è proprio un dettaglio insignificante, eh...
A te piace generalizzare trasformando i pregi in difetti. Il calore di un focolare domestico non ha eguali. Che poi un figlio diventi bamboccio, un altro succube e complessato, un altro indifferente alla vita, non è per il calore ricevuto ma per quello mancato, non provato né dal padre e né dal figlio.
Per te l'affetto paterno non solo ha senso ma lo stai reputando negativo se non addirittura contro natura dato che genera tali mostri.
Gesù era servo di fronte a Dio ma nel mondo era libero.
Se le istituzioni chiesa hanno incorporato nel tempo un sistema a loro favorevole ma sfavorevole al vangelo la colpa non è certo di Gesù, ma di chi lo ha male interpretato e male insegnato.
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crepuscolo
Per te l'affetto paterno non solo ha senso ma lo stai reputando negativo se non addirittura contro natura dato che genera tali mostri.
non l'affetto paterno, ma la dipendenza filiale dall'autorità, e le gelosie tra fratelli per compiacere quel padre ed essere primi;
a loro volta, quei figli potranno essere padri affettuosi, ma in modo distorto, cercando di compiacere i loro figli e mettendoli l'uno contro l'altro per chi è più obbediente;
in concreto, si chiamano "padri" anche i preti, che è tutto dire...
no, no...
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I preti sono una cosa ma quello che è scritto non si può cancellare. Quando nel Vangelo Gesù dice chiaramente che nessun è padre se non Dio, svaluta certamente quella figura di padre a cui ti riferisci. Papà o babbo oggi può andar bene, ma, padre, è medioevale.; lo stesso vale per signore; evidentemente i preti son rimasti indietro, e le gelosie dei preti e dei farisei del suo tempo, Gesù le riflette nel fratello maggiore, visto che il culto del tempio c'era già.
Per chi crede nel Dio di Gesù i padri terreni sono né più e né meno come Giuseppe fu il padre putativo di Gesù.
Se poi oggi qualche papà o qualche prete vuol farsi chiamare padre o signore, liberissimo, ma, chi conosce le scritture lo vede solo come un essere umano.
Se tutto è vago vaghiamo nella nebbia.
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crepuscolo
I preti sono una cosa ma quello che è scritto non si può cancellare. Quando nel Vangelo Gesù dice chiaramente che nessun è padre se non Dio,
se è per questo dice che la sua predicazione va alle pecore perdute di Israele; sei ebreo tu ? dice che non vuole abolire la legge; ti astieni dal prosciutto ? osservi il Sabato ?
fuori dalle supercazzole, io ho solo spiegato il motivo per cui una tesi del servo arbitrio - in un'epoca in cui non sarebbe stato pensabile definire le Scritture come allegoriche - nonostante quanto possa sembrare, finiva col responsabilizzare il credente;
mentre, tipicamente, la "libertà" intesa dai preti nostri era solo quella di obbedire a loro;
il risultato - è sui libri di storia, non una mia opinione - che le genti del servo arbitrio sono state promotrici della libertà e della democrazia, mentre noi della "libertà" siamo fatalmente attratti dalla dittatura di un Padre, e poi dalla guerra civile per compiacere quello, sempre don abbondi, Franza o Spagna purché se magna, Pulcinella e Arlecchino, servo di due padroni, che per questo si crede furbo.
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conogelato
Bravo! È così. Solo che Pietro se ne renderà conto, dell'equivoco, prenderà coscienza del suo peccato, tanto da "piangere amaramente" e cambiare vita. Anche Giuda si rende conto, ma riporta indietro i trenta denari e va ad impiccarsi. Era troppo orgoglioso per chiedere perdono.
Minghia, quanta umanità in queste parole!
Magari Giuda avrebbe potuto provare vergogna e non orgoglio, che ovviamente tu giudichi in senso negativo.
Alla faccia del reggiseno con le coppe di cristallo di Boemia, e come sei delicato nei giudizi!