Oppure nella serendipità:dentone:
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invece, tu non hai capito che ogni volta che esprimi un giudizio su qualcosa ti iscrivi al club di coloro che condividono quel giudizio, come tutti;
il punto è che se quel giudizio, gerarchia di valori, quello che ti pare, si fonda sull'affermazione personale, non c'è bisogno di dimostrarne il fondamento;
se, al contrario, il giudizio pretende di avere fondamento in qualcosa di oggettivo, uno scritto, un evento, qualcosa che si vuol porre a dimostrazione di un pregio perché sia considerato anche dagli altri, allora questo qualcosa deve mostrarsi inequivoco;
perché è così che vanno giudicate le affermazioni di principio, le leggi, i precetti, per ipotesi astratte sulle possibili conseguenze;
ti ho fatto l'ipotesi solo per mostrare che le appartenenze ad una fede richiedono iniziazioni specifiche, che sono una condizione esclusiva per chi non vi si sottoponga; chi non viene battezzato cattolicamente non è cattolico, qualunque cosa pensi di sé, etc...Citazione:
Se sono nato in Italia ed ho avuto un'educazione cattolica perché dovrei essere musulmano?
L'oggettività dice che ognuno è quello che è e non quello che potrebbe essere.
Se mio padre fosse morto in guerra invece che di vecchiaia io non esisterei, esisto perché la realtà oggettiva è stata quella.
Per dire che uno come Gandhi fosse in grado di dire "solenni sciocchezze"....bisogna avere coraggio, Axe. Secondo me il Mahatma, con quelle parole, vuol semplicemente sottolineare l'importanza e la grandezza dell'Uomo che si riconosce piccolo di fronte a Dio. E che per questo motivo, trova necessario alzare gli occhi al Cielo e pregare il suo Dio. Lo chiami Allah, Jahvè, Gesù Cristo eccetera, è cosa secondaria.
beh, io non rinuncio al mio spirito critico; se vuoi, ti posso anche postare frasi razziste di Gandhi risalenti al periodo in cui ha vissuto in Sudafrica;
ad ogni modo, il kamikaze che si schianta sulle torri gemelle è certamente un credente e devoto, così come il padre che lapida la figlia adultera; quali sacrifici più grandi puoi immaginare ? se l'importante è credere, non dovresti avere riserve;
e, ripeto, non uscirtene con quelli non sono veri credenti, sbagliano, , perché allora cominciamo coi distinguo, e la massima non vale più;
se il "credente" divorzia, ha 4 mogli o fa altre cose che la sua religione gli consente e la tua no, a te non sta bene, esattamente come non stanno bene certe leggi dei non credenti;
ora, capisco che il rigore logico non sia il forte dei frequentatori di questa sezione; ma almeno, evitiamo l'ipocrisia, ché, fatto il 30 di dichiararsi appartenenti ad una certa confessione, si faccia anche il 31 di ammetterne il dogmatismo, visto che non è un segreto ma un dato di fatto, ovvio.
tutte quelle che, esplicitamente o implicitamente, implicano un giudizio morale, di valore;
a partire da quella del 3d, di una creazione intelligente da parte di un essere superiore e dalla conseguente pretesa di interpretare conseguentemente quell'ordine in termini di comportamenti più o meno pregiati, sui quali non c'è indifferenza;
l'indifferenza è quando dici: a me piace di più la margherita, ma se uno preferisce la 4 stagioni, non ho nulla da obiettare;
ma se vedi maltrattare un animale non sei indifferente, e giustamente; poni una questione di valore morale; ovunque tu esprima un giudizio di questo tipo, c'è almeno un sottinteso morale, una ratio che si trova al vertice di principio e che torna a tutti i rami;
cioè, se tu dicessi: questo ramo deve produrre una mela, l'implicazione è che tutti i rami dell'albero produrranno mele, e non pere o fichi; anche i rami che non vedi e che sono alla portata di altri, che potrebbero preferire le pere o i fichi.
Caro axeUgene, quello che hai riportato è un esempio che mi induce a dire che tutta le vita di tutti gli esseri è un continuo esprimere giudizi di merito; non esiste crescita intellettuale se non esprimiamo giudizi, a meno che uno viva da solo e fuori del mondo. A mio avviso l'importante è esprimere giudizi di merito senza alcuna condanna, soprattutto perché non sappiamo mai le motivazioni che spingono gli altri a comportarsi in determinati modi.
certamente; tutti esprimiamo giudizi di valore, in piena libertà;
e spesso è anche necessario e giusto condannare, mettendoci la faccia, argomentando anche in termini di valori non negoziabili;
il punto che sollevo però riguarda l'occultamento dei quei valori sotto un velo di mera preferenza individuale, per sottrarli al confronto;
cioè, se mi dici "io credo", mi sta bene;
ma se dici che il Creato risponde ad un determinato ordine intelligente, che si desumerebbe da elementi oggettivi, pertanto oggettivamente veri, e che implicano determinati valori, il fondamento di questi ultimi non è più la tua volontà, pari alla mia, bensì quegli elementi oggettivi, che si imporrebbero con la loro forza logica; e, a quel punto, su quella devi discutere;
cioè, hai messo sul piatto un valore - e la capacità di imporlo come "vero", fondato - col rischio di perderlo, se il tuo punto logico è più debole di quello degli avversari; non puoi pretendere di alzare la posta, ma in caso di sconfitta invalidare la mano perché le gerarchie dei punti sono soggettive; così son buoni tutti :asd:
Per chi crede in Dio creatore è logico che il creato risponda ad un ordine intelligente; ma quale sia questo ordine chi può dirlo.
Io non ho la presunzione di conoscere il fine della creazione, casomai posso provare ad interpretare le scritture, ma interpretare non è quasi mai aderirne al 100%, è solo cercare di capire che cosa intendesse chi le ha scritte.
quello che si dovrebbe desumere dal passo successivo:
quando "provi ad interpretare le Scritture" cerchi di identificare un senso di quell'ordine;
quello che ne esce è una postulazione di valore;
poi, ti puoi atteggiare in modo dialogante o meno, ma in via generale le religioni - perché di queste si parla, non di crepuscolo - tendono al dogmatismo, benché spesso senza un'autorità in grado di dire l'ultima parola;
valore è qualsiasi giudizio di non indifferenza, religioso o laico non importa;
la differenza è solo che se il valore religioso pretende di trovare conferma nel dato sensibile - che sia un testo o la natura - allora quel dato sensibile, oggettivo, deve mostrare una coerenza; altrimenti va a zampe all'aria tutto il sistema;
e allora, sarebbe meglio incentrare tutto sul sentimento, sulla coscienza;
nei fatti, è quello che intuisci, ma sei come un gabbiano educato ad essere un tacchino e non provi nemmeno a volare fuori dall'aia; ma sono comunque fatti tuoi, eh...
No, un ordine da quel senso:asd:.
Ti faccio un esempio: se nel Vangelo il redattore da un senso alla parola villaggio al singolare come opposizione a Gesù e villaggi al plurale come disponibilità a Gesù, io non faccio altro che ordinarli in quella visione che lui intendeva.
Non ci sono giudizi ma comprensione.
Quello che ho sempre sostenuto con te, e tu ti sempre opposto a questa mia idea, è che quella che tu chiami oggettività è una mera illusione.Ad esempio la matematica o la fisica o la chimica, insomma le scienza, è solo una presa di posizione mentale affinché quello che sta fuori della nostra testa sia introitato alla stessa maniera.
Se, come diceva Vega, 1+1= 2 e non 3 è solo una convenzione, cioè è un atto di fede nella nostra testa che è peggio di un atto di fede in Dio.
L'uomo si crede superbo perché ha introitato le leggi della natura in maniera ordinata come lo sono i numeri 1,2,3,4,ecc, trovando tra essi le più svariate connessioni, ma non è detto che sia così.
Dimmi perché io devo credere ciecamente che l'atomo sia come vogliono i fisici quando non lo sanno neanche loro come è fatto e a che cosa serve. Allora preferisco credere in Dio che non ha alcun bisogno di essere contato o determinato.