In realtà adesso via libera a me, alla mia vita.
Checchè ne dica Cono, imparare a mettersi al centro è una cosa fondamentale per il proprio benessere.
Visualizzazione Stampabile
Quando ciò che ci dà piacere è la realizzazione dell'altro, il fatto che possa prendere coscienza e consapevolezza dei propri talenti - così come li chiami tu - ci dimentichiamo un po' di noi perché in quei momenti dedicati all'altro noi spariamo un po' dietro le quinte.
Questo può farci molto bene.
Non è una domanda, solo la spiegazione di ciò che intendevo.
beh, questa è una cosa assolutamente comune e tipica, te la dicono tutte le persone passate nella tua trafila;
vale quel che vale, ma quando ho letto questa ho pensato a mio padre; e poi ad altre persone, una in particolare, per cui mi sono sentito responsabile e condizionato;Citazione:
Se devo avere qualcuno accanto, in qualsiasi campo (parlo anche di amicizie), devono essere persone che mi fanno volare, non che mi limitano.
per alcuni sono "limitazioni", e anche secondo ragionamenti che non farebbero una piega; per me, proprio certe cose che altri hanno giudicato come zavorre, sono anche ali, invece.
sì, questa è una parte della cosa, eventuale, in senso kantiano; cioè, c'è un'opportunità nello sparire dietro le quinte, che poi non è sparire, perché le cosine mie continuo a vivermele;
ma poi ci sono degli aspetti dell'oblatività che forse si avvertono solo nella misura in cui ci si approssima al(l'idea del)la morte e rendono partecipi anche di altro, su cui sarebbe lungo dire.
Beh,dipende molto dal contesto.
Nel mio caso il mio ex è stato davvero una zavorra, ma bella pesante. Ma non per la responsabilità che sentivo nei suoi confronti o per l'essergli stata accanto per aiutarlo con i suoi mille problemi.
La zavorra è stata il suo carattere, la sua asocialità, la sua propensione a litigare con tutti.
a te il termine "zavorra" evoca questo;
sarebbe ragionevole anche considerare zavorra i figli di un partner, dato che pongono limiti;
ma potresti considerarli anche un ampliamento del tuo mondo di affetti, una ricchezza, come è successo al mio amico, o a mio padre.
Ma a parte ogni cosa, e scusate se mi intrometto, una nuova relazione, fatta a qualsiasi età e dopo un rapporto finito male, non è da definirsi cosa puramente normale? Una riprova della dignità della donna o dell'uomo che cercano di sopravvivere alla noia della vita meglio che possono?
Non vedo i parametri e nemmeno le qualità dei raffronti, per me credo sia una cosa del tutto naturale.
La vita continua, nonostante tutto. Meno male che è così.
Poi è anche giusto parlarne, si fa per discutere, ognuno dice la propria.
Ma è solo la regola, la normalità.
La qualità del rapporto (l'attrazione mentale) se durerà, si vedrà con il tempo.
La fai facile tu :asd:
Ieri ho affrontato l'argomento con una personcina cara, che ha concluso un ciclo col suo ragazzo/semiconvivente, vede l'inghippo, ma non riesce a lasciarlo. Forse fuggirà in Erasmus per farsi lasciare :asd: Tu sei stata brava, ma a volte le dipendenze emotive complicano le cose, anche quando ne prendiamo consapevolezza. Ai voglia a favole e mitologie che ci raccontiamo, come i martiri che si fanno sbranare per un dio che non esiste. Ma la realtà non è oggettiva, è un prodotto della nostra coscienza, e quindi capita che la percezione della nostra relazione sia diversa da quella che hanno gli altri. Per questo io non metto mai bocca nelle cose degli altri, anche della mia personcina preferita.
Il fallimento è solo la scoperta dell'autoinganno, il velo cade, e a volte lo ritessi, ma diventa sempre più sbrindellato.
per gli adesivi del pannolone non serve troppa prontezza; per impedire che papà cada sì; ha un riscontro di mezzo secondo rispetto alle mie istruzioni, poi scappa tipo pupo di 3 anni, ma non si regge in piedi; ma finirò in manicomio con almeno una gioia da sclerotizzare pure io :D
io però il "fallimento di una relazione " lo vedrei più quando due persone di propensioni esistenziali affini mancano di farle convergere e superare ostacoli per incapacità varie, e questo impedisce di sviluppare potenzialità umane, crescita;
che è una cosa diversa dal fallimento del progetto unilaterale di un partner sull'altro; magari, i progetti reciproci riescono, ma la relazione è miserabile, mentre può finire una che invece produce effetti positivi, ma semplicemente si esaurisce;
quanto ci si sente bene, migliori, più contenti di sé, nel mentre o dopo , oppure prevale altro ?
No no, non li considererei zavorra. Per me zavorra è ciò che mi impedisce di essere me stessa a pieno. Nella fattispecie, io sono una persona socievole e propensa a socializzare, a viaggiare, a essere cittadina del mondo. Ma ho avuto una persona asociale, chiusa, pigra, con cui non riuscivo molto a estendere il mio giro si conoscenze perché non gli andava bene nessuno (e perché stava sul cazzo alla maggior parte della gente).
Molte persone da quando mi sono lasciata hanno preso a frequentarmi più assiduamente, mi hanno incluso in nuove compagnie, ecc, ecc. Molti cari amici mi vedono ora più spesso e volentieri perché lui proprio non lo nasavano. Insomma, zavorra in quel senso.
Verissimo, sono pienamente d'accordo.
Ma alla fine chi ha detto che lui mi era zavorra aveva ragione e una percezione più che mai esatta. A volte chi vede le cose da fuori le vede meglio di chi le vive direttamente. Solo che mentre le vivi sei troppo coinvolto e non te ne rendi conto.
La mia teoria è che con l'età un pelo di consapevolezza in più si instauri, che si inizi a capire cosa davvero ci fa bene e cosa no. Poi per carità, le cazzate le si fanno comunque, ma almeno con un po' più di autoprotezione.
Nella coppia può capitare che vi siano delle asimmetrie “di impegno” nel portare avanti il lavoro di gestione, manutenzione e mantenimento del congegno affettivo
Fino a che sei giovane pensi e magari senti pure di farcela
Poi con il procedere nella vita, inevitabilmente si incappa nei momenti di down, che sono la prova del fuoco
Se l’altro è attento a starti accanto e a inserirsi in maniera positiva nell’ingranaggio, le difficoltà uniscono e cementificano
Altrimenti si fa il viaggio
Solitamente chi sta comodo, poco si scomoda
E allora tanto vale essere da soli
ok, certo;
tante cose delle tue possibilità di essere se stessi - si spera, in meglio - non sono ancora nella mappa del navigatore;
secondo me, quando si ragiona in base all'immaginario consueto di coppia intervengono tanti fumogeni che fanno un po' perdere la bussola;
proviamo a ragionare coeteris paribus, prendendo come benchmark le relazioni di amicizia:
magari a 16 anni si può essere poco consapevoli dei ruoli e dei riconoscimenti reciproci tra amici; a 30 si è perfettamente consapevoli se la pinocchia che è in te frequenta una determinata persona perché ha un ruolo di stabilizzazione e conferma del tuo mondo interiore, oppure se è grilla-parlanta o lucignola, e in che misura;
uno dei miei amici storici è una frequentazione sovrapponibile, nel senso che ci stimiamo reciprocamente e siamo consapevoli; lui ha una vita famigliare complicata, che ha gestito al meglio e con molto onore e virtù, ed è perfettamente consapevole che io, provenendo da una storia analoga, ho grande stima delle sue scelte, nonostante sia interista :D è l'unica persona al mondo dalla quale posso andare ospite e sentirmi a casa mia, ma davvero; nel senso che mi metto in mutande davanti alla tv, mi servo nel frigo e nella dispensa, tutti i suoi figli, biologici e acquisiti mi considerano una presenza in una certa misura necessaria, e in quella senza filtri;
altri sono stati più "lucignoli", consapevoli di spronarmi al superamento - importantissimo - di certi limiti e hanno constatato in concreto la mia risposta positiva; da come ti racconti, potrei immaginare che da giovane tu abbia funzionato da lucignola per qualche tua amica meno libera e assertiva di te, e abbia riscontrato un riconoscimento e una gratitudine di cui siete entrambe consapevoli;
il tipo di gratificazione in entrambi i casi, lo lascio valutare ad ognuno;
tanto per dire, un'amicizia 40ennale con due persone, una coppia, allora in crisi, è finita perché in quel momento io con la mia esistenza testimoniavo loro esattamente quello da cui volevano fuggire o erano contemporaneamente attratti e spaventati; da soggetto che puntellava e confermava il loro mondo, ero diventato il testimonial dello dimonio tentatore, oltre che segreta discarica di cose di cui entrambi erano incapaci di affrontare esplicitamente;
mo', il punto è che pure in coppia queste circostanze oggettive di relazione ci sono tutte, solo che annegano in altre acque e altri racconti di marineria; ma non sono fantasie e proiezioni, se poi parli di quello che ti fa star bene oppure no; se quando vai a rielaborare in retrospettiva parti da una narrazione di coppia, tradizionale, verosimilmente ti perdi quella parte di mappa dei sentimenti che invece spiega molto, al netto degli altri vincoli specifici, potere, paura e speranze, progetti; certe cose si riescono a vedere proprio a partire dal patologico, come riferimento estremo, perché quello offre indizi per spiegare;
prendi una persona molto svalutata, e vedrai che quella ha una tale fame di visibilità che si avvita su chiunque la caghi e che diventa strumento e puntello; magari in una certa misura funziona pure, fino a un certo punto;
ieri a Roma uno di 73 ha sparato alla moglie separanda, di qualche anno più giovane, tre figli insieme; ma che cazzo hai in testa ? manco a di' un raptus, l'ha presa a martellate, è uno iracondo...
Ma non è questione di immaginario consueto di coppia, il fatto è come ti fa vivere lo stare in una coppia.
A volte ti lasci obnubilare dai sentimenti per una persona e non ti rendi conto che alla fine quella persona non ti fa stare poi così bene. Che poi ovviamente non è sempre stato così, altrimenti non ci sarei stata 17 anni. L'errore è stato volerla prolungare, quando invece ad un certo punto le cose erano cambiate perché eravamo maturati a diverse velocità e ci siamo ritrovati con diverse esigenze.
In amicizia le cose sono diverse per fortuna. Comunque si, per molte amiche sono stata "lucignolo". Anzi per molte lo sono tuttora. Non ho mai capito perché peraltro, visto che ho una vita assolutamente imperfetta e incasinata :asd:
Poi invece la mia migliore amica di sempre è esattamente come l'amico tuo: siamo entrambe donne in carriera, realizzate, sebbene con obiettivi di vita diversi, parliamo e ci confrontiamo con una rilassatezza e una reciprocità più unica che rara. Siamo profondamente diverse, eppure ci capiamo benissimo.
direi perché sei una persona ok, una brava persona che non fa del male e non corre pericoli, e quindi fai vedere come si fa qualcosa che incontra il bisogno di emancipazione della pinocchia amica, in un modo rassicurante, controllato;
sapere di avere questo talento liberatorio fa bene anche a te, come alle tue amicizie, nel momento in cui interiorizzano queste funzioni; i miei amici che hanno avuto questa funzione nei miei confronti sono tutti mancati prematuramente, ma sono stati tutti consapevoli della mia gratitudine e, a loro volta, questa ha costruito la loro personalità; e io non li ho mai dimenticati nemmeno per un giorno della mia vita;
mah...
che sono 'sti sentimenti, se non quelle robe di cui abbiamo detto ? metti da parte l'ormonella, che ci sta tutta, ma poi funziona solo se la pancia e i nervi sono - significativamente - d'accordo;
forse perché l'incidenza del potere è molto minore, no ?Citazione:
In amicizia le cose sono diverse per fortuna.
mo' io non sono certo un guru, anzi, direi l'anti-guru, nel senso di privo di verità mistiche; però l'osservazione di quei tornaconti reciprocamente positivi che si verificano in amicizia qualcosa dovrebbe suggerire;
volendo, potrei parlare di certe mie relazioni come "fallimentari" nel perseguire possibilità concrete, nel senso che potevano anche non tanto finire meglio ma compiere un tratto in più in una direzione possibile;
tuttavia, il contenuto positivo di stimolo e crescita l'ho ben presente per quasi tutte, ad eccezione di quelle che non hanno avuto tempi e modi per comunicarsi;
e non sono cose vaghe e fru-fru, che non sai dove guardare, ma constatazioni scolpite nella pietra, tipo: prima ero così, non sapevo di poter essere cosà; ho affrontato una prova e sono contento di me stesso grazie a quella mallevatrice che ha fatto da detonatore di mie qualità;
che, per l'appunto, come è evidente in amicizia, avrebbe ordinariamente tutte le possibilità e capacità per essere consapevole del ruolo.
Che tutte le tue amicizie così siano scomparse prematuramente non mi conforta. Permettimi una toccatina al ferro, giusto per non sbagliare :asd:
Per quanto riguarda le relazioni, il problema è semplicemente che si cambia. E una cosa che per un certo periodo della tua vita fa per te, poi magari ad un certo punto diventa invece un ostacolo. Da giovani siamo diversi.
Prendi una mia amica: si è laureata con lode in giurisprurenza, ha intrapreso poi un lavoro amministrativo, finché, a 40 anni, ha fatto un corso da estetista e ha cambiato vita. E' che da giovane di fatto vuoi delle cose, maturando ne vuoi altre.
Io sono cresciuta nella ricerca - ovviamente inconsapevole - di una famiglia che non avevo avuto, perché la mia famiglia di origine di fatto era un casino. Nel mio ex e nella sua famiglia avevo trovato questa "mia famiglia", quella stabilità a cui il mio subconscio anelava.
Però crescendo e soprattutto riuscendo a perdonare dentro di me la mia famiglia originaria, le esigenze sono diventate diverse. Sono tutti processi che ho compreso dopo, analizzandoli con la terapeuta. Io di fatto con il mio ex ho passato dei bellissimi momenti. Che poi abbia avuto una incazzatura nei suoi confronti per come si è comportato è un discorso diverso. Se avessimo avuto un termine della relazione maturo le cose sarebbero andate diversamente.
Peraltro, io ormai ho superato anche l'incazzatura e mi sono lasciata tutto alle spalle. Lui non sono sicura che abbia superato tutto visto che continua a cercarmi costantemente.
ci pensavo mentre scrivevo :asd: tre persone, e, in due casi, in misure diverse, certe propensioni a rischiare hanno contribuito;
sì e no; ho sempre assentito sul "si cambia", ma a pensarci bene non è così ovvio; il mio socio, uno dei tre di cui sopra, mi diceva: vedi, incontri uno dopo 20 anni che non lo vedevi e dici: però, com'è cambiato; poi, dopo un quarto d'ora che parla... ma no, è sempre la solita testa di cazzo ! :asd:Citazione:
Per quanto riguarda le relazioni, il problema è semplicemente che si cambia. E una cosa che per un certo periodo della tua vita fa per te, poi magari ad un certo punto diventa invece un ostacolo. Da giovani siamo diversi.
ecco, questo è un grandissimo passo avanti, ma proprio grandissimo;Citazione:
Io sono cresciuta nella ricerca - ovviamente inconsapevole - di una famiglia che non avevo avuto, perché la mia famiglia di origine di fatto era un casino. Nel mio ex e nella sua famiglia avevo trovato questa "mia famiglia", quella stabilità a cui il mio subconscio anelava.
Però crescendo e soprattutto riuscendo a perdonare dentro di me la mia famiglia originaria, le esigenze sono diventate diverse.
mo', concedimi n momento furiesco, perché in questi casi le parole son davvero importanti:
quanto è appropriato parlare di cambiamento nel momento in cui è una difesa che viene rimossa e non l'espressione di una personalità autentica, di talenti creativi - in un senso molto lato, non artistici, o non solo - ?
ora hai l'opportunità di diventare chi sei già in potenza, che in qualche modo corrisponde a qualche archetipo in cui hai un particolare successo, come per certi ruoli in teatro;
quella funzione che il tuo ex ti comunicava con l'odore della stabilità che si portava appresso avrà delle analogie - si spera più "sane" e funzionali - con altre prerogative nelle tue relazioni presenti e future;
ma, come ordinariamente per le amicizie, se riesci a vedere e riflettere, comunicare, certi riconoscimenti di ruolo quelle relazioni potrebbero essere molto più belle e appaganti;
questo pure al netto che - bisogna rassegnarsi - l'immaginario di coppia affastella tante altre cazzate e sovrastrutture, per cui determinate possibilità di vivere felicemente si disperdono in certi rivoli;
però se riesci a salvare qualcosa di quel senso - quello dei ruoli che reciprocamente si integrano e creano, sviluppano - vedrai che è già tanta roba.