Ma se finora hai ripetuto che la maggiore responsabilità la dimostra chi sta attento a non fare figli a causa delle condizioni economiche difficili?
Nemmeno io faccio la morale sociale, rilevo soltanto che la tendenza ad evitare di riprodursi denota paura e che questa è causata dal minore allenamento alle fatiche e responsabilità connesse con il riprodursi.
Mi hai sentito dire che chi non fa figli lo fa per conformismo asociale, per non vincolare a sé il partner da cui vuole poter scappare in fretta o per sempre, all'occorrenza, o per avere più tempo libero per sé, etc.??
Non mi sono resa conto? Disse colui che non vuole essere paternalista…va beh neanche commento.
Sei proprio tu ad insistere per cercare di spostare l'inclinazione della discussione sull'individuale, sul giudizio sui singoli. Sacrificio, ringraziamento...Guarda che sta tutto nella tua testa. Chi non vuole figli non è avverso al sacrificio in quanto tale, ma a quel tipo lì. Abbiamo già chiarito questo punto, c'è chi lavora di notte per fare carriera e quindi non vuole figli, cioè sceglie un altro tipo di fatica, c'è chi è costretto a lavorare di notte e non vuole figli perché non ce la fa. In entrambi i casi, non ci si vuole assumere quel tipo di responsabilità perché oggi si può scegliere e l'identità dell'individuo non si realizza esclusivamente nel ruolo di genitore. Il pregio sociale non è nel sacrificio, ma nel fare i figli però non è una questione individuale, ma appunto è un interesse sociale di tutti, cioè (RIPETIAMO per i testoni) non si possono colpevolizzare i singoli per le loro decisioni che sono determinate dall'incastro di molteplici fattori storici, culturali ed economici, ma si possono rilevare e studiare quei fattori per cercare di porre rimedio. Se si nega il problema alla radice, non c'è nulla da analizzare e siamo tutti felici, ignoranti e contenti.
Ecco appunto, tu non vedi nessun problema nel fatto che una generazione intera sia talmente sfiduciata e faccia fatica a costruirsi un futuro, tanto da dover preferire la sofferenza di rinunciare alla realizzazione dell' istinto naturale di fare figli. A me invece dispiace molto.
Quello che succede dall'altra parte del mondo, certamente ci deve interessare, ma è anche normale guardarsi prima intorno nell'immediato vicino. E' troppo semplicistico dire 'ah facciamo meno figli e va beh che vuoi che sia, altrove ce ne sono pure troppi', perché il fenomeno sta implicando effetti importanti, come lo spostamento in un'altra direzione dei mercati e della ricchezza, lo spostamento al senso opposto, cioè qui da noi, di popoli e povertà. Proprio perché non me ne frega niente di Gesù bambino, non ho quel culto della generosità che mi fa preferire il bene di altri popoli a quello del mio.
Come ho già detto non ne faccio una questione di religione, figuriamoci di razza. Chiamalo se vuoi istinto di conservazione, con un'espansione ai miei nipoti e pronipoti.
Tu chiamale se vuoi, emozzzioniiiii...